Leonard Berberi per www.corriere.it
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Il ministero dell’Economia ha aperto la data room di Ita Airways al gruppo Lufthansa, il colosso europeo dei cieli, nel tentativo di trovare un accordo il prima possibile per la cessione della maggioranza della compagnia aerea. Lo apprende il Corriere della Sera da fonti governative a conoscenza del dossier. Le stesse fonti spiegano che Msc non compare tra i soggetti autorizzati a controllare i dati più riservati del vettore tricolore anche se lo scorso gennaio aveva inviato una manifestazione d’interesse assieme a Lufthansa per comprare l’80% di Ita, tenendosi il 60%, lasciando ai tedeschi il 20% e l’altro 20% allo Stato italiano.
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L’alleanza saltata
Il gigante marittimo italo-svizzero - proseguono le fonti - si sarebbe tirato indietro, facendo così venire meno l’asse con Lufthansa, anche perché infastidito per il clamore mediatico che ha coinvolto l’azienda della famiglia Aponte e per come è stato gestito il dossier. Un dossier che il 31 agosto ha portato, a sorpresa secondo gli addetti ai lavori, a preferire l’offerta del fondo statunitense Certares a quella, ritenuta più solida, di Msc-Lufthansa. Anche se il 31 ottobre il neo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha deciso di non prorogare il periodo di esclusiva delle trattative tra Mef e Certares riaprendo i giochi sul futuro di Ita e quindi facendo tornare in gara gli altri soggetti interessati: Msc, Lufthansa, Indigo Partners.
Il fondo statunitense
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A proposito di Certares: nemmeno il fondo statunitense - che aveva proposto Delta Air Lines e Air France come partner commerciali - risulta autorizzata a entrare (per ora) in data room dopo gli ultimi accessi effettuati a ottobre. Scaduta l’esclusiva il lavoro di analisi dei documenti di Ita e i tavoli tecnici con i dirigenti del vettore italiano si sono fermati. Un portavoce di Lufthansa dal quartier generale a Francoforte replica con un “no comment” alle domande del Corriere. Nessuna risposta da Msc al momento della pubblicazione di questo articolo.
I conti di Ita
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Come anticipato dal Corriere il governo Meloni - attraverso l’azionista di riferimento, il Tesoro - ha fretta di offrire a Ita una prospettiva di medio-lungo periodo non solo finanziaria ma anche industriale. I conti del vettore - a causa anche dell’impatto del rincaro del carburante e della coda della variante Omicron del Covid-19 - secondo le proiezioni nelle mani dei tecnici del Mef prevedono che la cassa di 1,35 miliardi di euro (l’investimento massimo consentito allo Stato) si esaurisca tra fine 2023 e inizio 2024 in assenza di interventi “correttivi”. Entro il 30 novembre dovrebbero arrivare 400 milioni di euro - la seconda tranche, dopo i 700 milioni erogati nel 2021 -, gli ultimi 250 milioni sono attesi nel primo trimestre 2023. Per questo si rende necessario provare a individuare un partner che sia in grado di integrare il vettore italiano in una realtà più grande e solida.
Le ipotesi
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Non è detto che la riapertura della data room a Lufthansa porti a un’offerta vincolante soddisfacente per il governo italiano e quindi a un accordo, spiegano le fonti. In ogni caso si ragiona sulla cessione del 65-70% delle quote di Ita Airways, lasciando il restante 30-35% nelle mani pubbliche. L’azienda in questi mesi ha continuato a perdere valore quindi la transazione stimata potrebbe aggirarsi sui 600 milioni di euro per la vendita del pacchetto di maggioranza, includendo qui anche i 250 milioni di terza tranche di aumento di capitale. Le fonti sottolineano che le alternative per Ita si stanno riducendo e diventa più alto il rischio che la compagnia si trovi senza partner industriali.
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