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    DOPO TRENT’ANNI, L’EX AGENTE DEL KGB OLEG GORDIEVSKIJ RACCONTA COME RIUSCÌ A PASSARE INFORMAZIONI ALLA GRAN BRETAGNA E A SCAPPARE DALL’URSS CHE LO BRACCAVA - A SALVARE LUI E LA MOGLIE FU UN PANNOLINO…


     
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    Enrico Franceschini per “la Repubblica”

     

    OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ

    La spia che venne dal freddo grazie a un pannolino è oggi un uomo di 76 anni in un anonimo sobborgo residenziale inglese. Non sapremo probabilmente mai il suo nuovo nome, ma conosciamo quello con cui è nato: Oleg Antonovich Gordievskij, figlio di un ufficiale del Kgb, fratello minore di un altro, lui stesso a lungo un agente dello spionaggio sovietico. Con un segreto che conoscevano in pochi: per 13 anni fece il doppio gioco fornendo informazioni top secret al Regno Unito. Poi, probabilmente a causa di una talpa sovietica nella Cia, fu scoperto, richiamato a Mosca, interrogato.

    OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ E LA REGINA OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ E LA REGINA

     

    Stava per essere arrestato, quando attivò il piano per una fuga d’emergenza concordato anni prima con gli agenti britannici. L’Operazione Pimlico, come era soprannominata in codice, ebbe successo: Gordievskij è l’unico agente del Kgb mai riuscito a scappare dall’Urss. Da allora ha scritto libri e lavorato come consulente per i servizi segreti britannici, senza però rivelare in che modo passò la cortina di ferro. Lo fa per la prima volta ora, in un’intervista al Times , nel trentesimo anniversario di quella rocambolesca fuga. Destinata a fallire, se non fosse stato per un pannolino.

     

    Perché tradì l’impero comunista? Non per denaro, per amore o per un ricatto, le motivazioni più frequenti, bensì per intimo convincimento: «In missione in Danimarca, compresi che la vita nel mio Paese non era normale. Ci dicevano che avevamo la società migliore, invece eravamo in preda a ignoranza e miseria». L’invasione sovietica di Praga, per reprimere la “primavera” cecoslovacca, nel 1968, contribuì ad aprirgli gli occhi. Questa, perlomeno, è la sua versione. Come per la nuova identità che ha ricevuto in Gran Bretagna, non sapremo mai se è la verità.

    OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ

     

    Di certo c’è che nel 1972 Gordievskij inizia a collaborare con l’Mi6, il servizio di spionaggio britannico: incontri in una “casa sicura” a Copenaghen, dove porta documenti che vengono fotocopiati e rivela informazioni. E’ una scelta solitaria: non la condivide nemmeno con sua moglie. Al rientro in Urss rimane “dormiente” per alcuni anni, quindi viene di nuovo inviato all’estero, presso l’ambasciata sovietica a Londra, e riprende a passare informazioni. Per fargli fare carriera, il governo britannico espelle due suoi diretti superiori. Gordievskij diventa il capo dell’ufficio del Kgb di Londra.

     

    OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ OLEG ANTONOVICH GORDIEVSKIJ

    Nell’aprile 1985, un mese dopo l’elezione a Mosca di Mikhail Gorbaciov come nuovo segretario generale, a Washington l’agente della Cia Aldrich Ames offre i suoi servizi al Kgb: ha bisogno di soldi, riceverà 4 milioni di dollari prima di essere scoperto e condannato all’ergastolo. Tra i primi segreti che passa ai sovietici c’è la presenza di un agente che fa il doppio gioco a Londra. Il 16 maggio Gordievskij viene richiamato a Mosca con una scusa. Iniziano gli interrogatori. Oleg esegue il piano per fuggire. Un lunedì appare davanti a un panificio del Kutuzovskij Prospekt, una strada di Mosca dove abitano molti occidentali (fino a pochi anni fa era lì anche l’ufficio di corrispondenza di Repubblica).

     

    Tiene in mano una sportina di plastica di Safeway, catena di supermercati inglese. Uno 007 incaricato di essere a quell’ora alla finestra lo vede, scende in strada con una sporta di plastica dei grandi magazzini Harrods, gli passa davanti e addenta una barretta di cioccolato Mars. E’ il segnale: richiesta ricevuta. Quattro giorni dopo un’auto diplomatica britannica, con a bordo un funzionario dell’ambasciata, la moglie e il bebè di pochi mesi, lo attende a un certo chilometro della da tra Mosca e Leningrado.

    GORBACIOV E MARGARETH THATCHER GORBACIOV E MARGARETH THATCHER

     

    Ufficialmente devono andare a Helsinki per una visita medica: era la prassi, all’epoca non molti occidentali si fidavano di cliniche e medici russi. Fatte perdere le sue tracce agli agenti che lo pedinano, Gordievskij è puntuale all’appuntamento. Viene chiuso nel bagagliaio di una Ford Fiesta che prosegue per il confine con la Finlandia. Il protocollo prevede che le auto diplomatiche non possano essere perquisite, ma forse il Kgb ha dato l’allarme: alla frontiera due militari con cani addestrati si avvicinano alla macchina. Sembra tutto perduto, quando la moglie del diplomatico scende dall’auto, appoggia il figlio sul bagagliaio, gli cambia il pannolino sporco e poi getta a terra la pezzuola bagnata, sperando che l’odore distragga i cani. I due pastori alsaziani annusano l’auto e vanno oltre.

     

    MICHAIL GORBACIOV MICHAIL GORBACIOV

    Mezz’ora dopo, Gordievskij è in Finlandia. Vent’anni più tardi riceverà un’onorificenza a Buckingham Palace dalle mani della regina Elisabetta per i servizi resi al Regno Unito, di cui nel frattempo ha acquisito la cittadinanza. Nel frattempo, a Mosca è stato condannato a morte in contumacia. Una sentenza che sarebbe stata certamente eseguita, se non fosse per il pannolino di un neonato.

     

     

     

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