Marco Giusti per Dagospia
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Bullismo, miracoli, ragazze smorte o smortissime, e un dardennismo per fortuna privo di camera a mano piazzata direttamente sulla nuca dei protagonisti sono gli ingredienti principali del moscetto film giovanile belga "Holly" presentato oggi in concorso e scritto e diretto dalla regista Fien Troch, qui al suo quinto film, che vinse nel 2015 la sezione Orizzonti con "Home".
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Coprodotto dai Dardenne e decisamente di scuola, "Holly" ci offre il ritratto di una ragazza, appunto Holly, interpretata da Cathalina Geareerts con due espressioni, col ciuffo sugli occhi e senza, bullizzata come l'amico del cuore Bart, dai compagni di scuola, che si scopre dotata di poteri speciali. Quasi una supereroina. Holly, che ha sentito prima che avvenisse un disastro, un incendio che ucciderà otto compagni di classe, riesce a portare sollievo ai sofferenti. Ai parenti. Ma anche ai malati. È una sorta di guaritore. Al punto che si farà anche pagare per farlo. E potrà fare miracoli.
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Crederci? Non crederci? Lei stessa non sa bene quali poteri abbia e perché. Ma scopre presto che dietro al fare del bene ci sono dei doveri morali. E delle scelte. E che il mondo non gira mai come uno crede. L'unica soluzione è affrontare i problemi. Così così. Un po' inerte. E dall'elenco degli attori delle scene tolte al montaggio capiamo che è un film che ha avuto dei problemi. In sala applausi di circostanza. Ma qui applaudono tutto...
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