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    LA VERA CASTA ITALIANA È QUELLA DEI BALNEARI – LA GRAN PARTE DEI 12MILA CONCESSIONARI DI LIDI PAGA CANONI RIDICOLI, SPESSO SOTTO I 1.000 EURO ALL'ANNO. E IN MOLTI CASI I COMUNI NON RIESCONO NEANCHE A INCASSARE QUEL POCO DOVUTO - L'HOTEL CALA DI VOLPE, IN COSTA SMERALDA, VERSA APPENA 520 EURO ALL’ANNO DI TASSA DEMANIALE, MENTRE FA PAGARE AI CLIENTI 250 EURO A PERSONA PER UN PRANZO A BUFFET – FLAVIO BRIATORE AMMETTE: “AL TWIGA ABBIAMO SEMPRE PAGATO POCO O NIENTE. SAREBBE GIUSTO…”


     
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    1 - QUEI CANONI PER I LIDI SOTTO I MILLE EURO ALL’ANNO E RISCUOTERLI È UN’IMPRESA

    Estratto dell'articolo di Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

     

    concessioni balneari concessioni balneari

    «L’hotel Cala di volpe, a puro titolo di esempio, versa quale canone demaniale 520 euro all’anno...». E meno male che i clienti non leggono le denunce degli ambientalisti del Grig, il Gruppo intervento giuridico!

     

    Una coppia di stranieri, per dire, ha lasciato tra i commenti messi online dall’albergo, della catena Mariott, parole estasiate per il lusso e la bellezza del posto, ma santo cielo, «ci è stato consegnato un menu che mostrava un prezzo di 250 dollari a persona per il pranzo a buffet. Che shock pensare a 500 dollari per il pranzo!». Fate voi i conti.

     

    mappa dei canoni demaniali degli stabilimento balneari in italia mappa dei canoni demaniali degli stabilimento balneari in italia

    […] non incoraggia leggere sull’ultimo rapporto di Legambiente che «nel Comune di Arzachena ci sono 41 stabilimenti balneari con canone annuale inferiore a 1.000 euro, mentre degli altri 23 non esistono dati». E parliamo della Costa Smeralda.

     

    Perché, se andiamo a prendere la mappa interattiva Flourish coi canoni annui basati sui dati ufficiali forniti dal ministero delle Infrastrutture (anzi, da allora le concessioni sono salite di oltre il 12,5%) c’è da avere i brividi. Basti dire che quelle segnate in giallo con «affitti» superiori ai 10.000 euro, fatti salvi un po’ di «bagni» sparsi soprattutto sul litorale alto Adriatico, la Riviera ligure e quella toscana, sono un’assoluta rarità.

     

    Per il resto una massa lungo tutta la costa peninsulare di pallini verdi (dal 1.000 a 5.000 euro) e, in Sicilia, un diluvio di pallini viola: «Marsala, Stabilimento balneare pubblico, Dato non disponibile. Canone annuo: 0 euro».

    concessioni balneari concessioni balneari

     

    […] Possibile? Spiega Legambiente che secondo il Sistema informativo demanio marittimo (S.I.D.) le concessioni balneari nel 2019 erano 10.812. Da allora, nonostante il Covid, sono salite ad almeno 12.166. Più quelle delle tre regioni autonome marine: Friuli, Sicilia e Sardegna. E sono talmente tante che è occupato dai «bagni» quasi il 70% delle spiagge in Liguria, Emilia-Romagna e Campania, e quasi il 90% in luoghi come Pietrasanta, Camaiore, Laigueglia e Diano Marina dove «rimangono liberi solo pochi metri, spesso agli scoli di torrenti in aree inquinate».

     

    CONCESSIONI BALNEARI - MEME BY OSHO PER IL TEMPO CONCESSIONI BALNEARI - MEME BY OSHO PER IL TEMPO

    [..] «Dal 2016 al 2020», accusa la Corte Dei Conti, «la media dei versamenti totali rilevata, pari a 101,7 milioni di euro, risulta inferiore alla media delle previsioni definitive di competenza pari a 111 milioni di euro». Un ottavo di quanto lo Stato dovrebbe incassare, secondo lo stesso proprietario del Twiga Flavio Briatore. Si intende: quando ce la fa a incassare.

     

    Una tabella del S.I.D. (ne pubblichiamo a parte un estratto, dati 2020) mostra come lo Stato, a prescindere che poi giri i soldi a questa o quella regione, questo o quel comune, ottiene spesso molto meno di quanto dicano i canoni. C’è chi rastrella la metà, chi un terzo, chi un quarto.

     

    concessioni balneari concessioni balneari

    […] A farla corta: sul fronte delle concessioni balneari e della cocciuta insistenza nel tentativo di una parte della destra (e non solo) di rinviare ancora e poi ancora e ancora la messa a gara dei vecchi contratti come chiede la «direttiva Bolkestein» dell’Ue del 2006, recepita obtorto collo (con proroghe a catena) nel 2010 dall’ultimo governo Berlusconi ma mai digerita, la situazione è sempre più pesante.

     

    Al punto di unire tra quanti non ne possono più di nuovi rinvii anche sindaci di opposti schieramenti. Come lo storico braccio destro di Berlusconi a Olbia Settimio Nizzi (che fu addirittura contestato da democratici e grillini locali per la scelta «testarda» di incaponirsi sul tema) e il sindaco di sinistra di Lecce Carlo Salvemini, il primo a fare ricorso contro la famosa proroga al 2035.

     

    concessioni balneari 1 concessioni balneari 1

    Ricorso perso al Tar ma stravinto al Consiglio di Stato, che a novembre del 2021 stabilì il divieto di nuove proroghe. Tesi confermata il 1° marzo scorso per metter fine a un andazzo di una parte della maggioranza governativa che pareva teorizzare che forse, chissà, nonostante quel verdetto... Macché. Parole definitive: ogni nuova proroga «si pone in frontale contrasto con la disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato». Fine. […]

     

    2 - BRIATORE: «SÌ, DOVREMMO PAGARE MOLTO DI PIÙ»

    Estratto dell'articolo di G. A. S. per il “Corriere della Sera”

     

    flavio briatore flavio briatore

    Sempre della stessa idea e cioè che i canoni demaniali siano troppo bassi? «Sicuro!», risponde Flavio Briatore che quattro anni fa, nel pieno delle polemiche sulla maxi-proroga ai balneari, disse che il canone giusto per il suo Twiga sarebbe stato di 100mila euro l’anno. Anzi, adesso parla di mezzo milione.

     

    «Ma lasci perdere il Twiga. Ha 150 dipendenti, è una struttura molto grande... Diciamo invece che l’80% dei bagni è l’unica entrata per la famiglia. Dove tutti lavorano sei mesi, padre, madre, figli, cognati e poi chiudono...».

     

    Anche in Francia c’erano resistenze fortissime, ma poi è prevalso l’interesse di tutti: più il Comune incassa, più ha soldi da spendere per tutti i cittadini.

    «Giusto. Però cos’è successo a Saint Tropez? Tre grandi gruppi si sono messi d’accordo e si sono presi tutte le spiagge. E han buttato fuori tutte le imprese familiari. Certo, al demanio abbiamo sempre pagato poco o niente. Credo che lo Stato ne ricavi cento milioni l’anno...».

     

    Anche meno.

    il twiga di flavio briatore 4 il twiga di flavio briatore 4

    «Ecco. Dovrebbe prendere 800. O più. Ma è tutto sfalsato. A partire dal potere in mano ai concessionari. Questi devono sparire. Sono tizi che a volte hanno avuto decine di anni fa delle concessioni, vai a sapere come, e oggi troppo spesso le sfruttano senza lavorarci e senza produrre niente. Zero».

     

    […]  L’anno scorso quanto ha fatturato il Twiga?

    «Dieci milioni di euro. E sarebbe giusto che di concessione, dicevo, ne pagassi cinquecentomila»

     

    E gli altri?

    DANIELA SANTANCHE' DANIELA SANTANCHE'

    «L’ho detto anche alla Daniela (Santanché, ndr ), che era mia socia prima di diventare ministro. Non parlo per me: io non posso fare un centesimo di nero perché ho tutti gli occhi addosso. Ma in generale io partirei dal valore della zona, perché una cosa è Catanzaro Mare e un’altra Portofino. Poi farei un tot a ombrellone. A contare gli ombrelloni non è che ci vuole un genio. Pochi mesi e la mappatura si fa». […]

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