Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per il Messaggero
FRANCESCO GIORGI EVA KAILI
Adesso è Francesco Giorgi a vuotare il sacco, a fare i nomi, a illustrare il listino prezzi e ricostruire le battute da cui ha preso le mosse la rete internazionale di euro-corruzione svelata dal Qatargate. Che si estenderebbe pure a Marocco e Mauritania. La versione che il collaboratore parlamentare ha affidato agli inquirenti belgi inchioda il suo ex capo Pier Antonio Panzeri e, parzialmente, la compagna Eva Kaili, vicepresidente dell'Eurocamera destituita due settimane fa. La greca «era a conoscenza dell'origine del denaro» custodito dal partner per conto di Panzeri nell'appartamento di rue Wiertz in cui vivono insieme: «Ma Eva è estranea a questa rete. Anzi, mi ha chiesto più volte di smettere».
ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI
(...) Nella ricostruzione di Giorgi rientrano pure Marocco e Mauritania: l'accordo con Rabat prevedeva «che avremmo lavorato per evitare risoluzioni del Parlamento contro il Paese, in cambio di 50mila euro». L'interlocutore di riferimento sarebbe stato l'ambasciatore marocchino in Polonia Abderrahim Atmoun, spesso ritratto in foto con i due italiani. La Mauritania, invece, «ha un problema d'immagine, e per questo s' è rivolta a Panzeri. Ho affittato il mio appartamento (a due passi dal Parlamento, ndr) all'ambasciatore. Quella era la mia controparte. Panzeri ha invece incassato 25mila euro in contanti». Intanto, il dem Andrea Cozzolino, pur non indagato, ha chiesto di essere sentito dagli inquirenti. Cozzolino si è auto-sospeso dai ruoli nel gruppo S&D e dalla presidenza della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb.
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