Amedeo La Mattina per “la Stampa”
SALVINI BOSSI
La vittoria di Salvini alle primarie con l'82,7% archivia Bossi che ora potrebbe lasciare la Lega, la sua creatura politica. Non c'è stata una grande affluenza (hanno partecipato al voto il 56,6% degli aventi diritto), ma è netta la sconfitta di Gianni Fava, assessore lombardo all' Agricoltura.
Con tutti gli effetti a catena, compreso il ridimensionamento dell' opposizione interna rappresentata da Maroni. Il governatore non ha dato un'esplicita indicazione di voto a favore dello sfidante ma ha sempre contrastato la svolta lepenenista-sovranista che ha portato il Carroccio anche al Sud (finora con scarsi risultati).
UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI
Ora Maroni dice «da oggi tutti uniti dietro il segretario» perchè bisogna organizzare e vincere il referendum per l'autonomia del prossimo 22 ottobre. Salvini però è sicuro che Maroni e Calderoli abbiano remato contro in Lombardia dove infatti le sue percentuali sono poco sopra il 70% contro il 91% in Veneto e l' 87% in Piemonte. «Matteo - spiega Armando Siri, consigliere politico del segretario - ha vinto perché la sua linea è innovativa, l'unica in grado di avere un futuro. Adesso avanti con Salvini premier».
maroni sul palco con bossi a pontida
Bossi è già con un piede fuori. Come «migliaia di fuoriusciti ed espulsi che hanno messo assieme un partito abbastanza grande attorno a Roberto Bernardelli: io potrei valutare la situazione. Sono per continuare la battaglia per la liberazione del Nord», ha detto il fondatore del Carroccio contrario ad un partito che pensa anche al Sud e mette in discussione l'alleanza con Berlusconi.
Proprio quel Berlusconi che in una intervista al Foglio ricorda che il Fronte Nazionale della Le Pen in Francia fa il pieno di voti in alcune aree del paese, ma non vince. Il modello invece, secondo il Cavaliere, è la Merkel, «oggi il leader politico europeo più autorevole». Insomma, rotta di collisione nel centrodestra che è destinato ad acuirsi dopo la vittoria ampia di Salvini alle primarie. Il segretario leghista ricorda che la Lega è il terzo partito italiano. «Le nostre porte sono aperte a tutti. Ma patti chiari e amicizia lunga: si scordino che andiamo con il cappello in mano ad Arcore e dalla Merkel».
UMBERTO BOSSI E MATTEO SALVINI 3
Un avvertimento: «Da oggi c' è una sola voce nella Lega e chiunque dica qualcosa fuori posto si può accomodare fuori dalla porta». Non è più il momento di guardare al passato, ma di concentrarsi sul futuro, sulle prossime elezioni politiche per sconfiggere Renzi. Con due punti chiave: lavoro e immigrazione. Dunque avanti con il suo progetto politico che vuole portare sicurezza e autonomia in tutta Italia, da nord a sud. Berlusconi non detta più legge.
SALVINI MARONI
Va bene un centrodestra ampio, ma «senza scarti di magazzino». «Se qualcuno rimpiange la politica delle gite ad Arcore per chiedere lumi sulle alleanze, io non sono fra questi. Bossi è nostalgico. Berlusconi deve chiarire. O con noi o con Renzi. O con la Lega o con la Merkel. Silvio è stato un grande. Ma prima FI era al 30%, la Lega al 5%: ora abbiamo pari dignità». Gianni Fava avverte che c'è il rischio di «una frattura seria e irrimediabile». «Se uscisse Bossi, anche molti altri lascerebbero». Si augura che Salvini riesca a trovare un' intesa con Bossi.