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    LABRIOLA PRENDE TEMPO SULLA VENDITA DELLA RETE: “LA CESSIONE DI NETCO È IL PIANO MIGLIORE PER TAGLIARE IL DEBITO, MA VALE LA PENA PRENDERSI QUALCHE SETTIMANA IN PIÙ. IL PREZZO DEVE ESSERE EQUO E DI MERCATO”. L’AD DI TIM PARLA A CDP E KKR AFFINCHÉ BOLLORÉ INTENDA. VIVENDI INFATTI CHIEDE 31 MILIARDI, A FRONTE DELLE OFFERTE DELLE DUE CORDATE CHE SI FERMANO A 20 – LA TRIMESTRALE APPROVATA IERI DAL CDA HA SEGNATO OTTIMI RISULTATI (SOPRATTUTTO GRAZIE AL BRASILE E AL TAGLIO DEI COSTI)


     
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    TIM, CHI DECIDE SU NETCO? 'BUSILLIS' SU CUI LAVORANO LEGALI'

    (ANSA) - La decisione sulla separazione e la cessione di Netco compete al cda o spetta ai soci, in assemblea straordinaria? E' un 'busillis' su cui i legali di Tim stanno lavorando. Lo spiega il general counsel di Tim, Agostino Nuzzolo.

     

    "Secondo il diritto italiano c'è una netta distinzione tra le operazioni che ricadono nelle responsabilità del cda e quelle che devono essere approvate dall'assemblea, in sede ordinaria o straordinaria" risponde a un'analista che chiedeva se servirà come chiede Vivendi, un'assemblea straordinaria per votare l'operazione.

     

    RETE TIM RETE TIM

    "Nel nostro caso stiamo pensando di realizzare un conferimento d'azienda e successiva cessione delle azioni della conferitaria e questa è una di quelle transazioni che ricadono nelle responsabilità del board; ma di sicuro (la separazione e cessione di Netco, ndr) fa una differenza enorme sull'organizzazione aziendale - precisa. Va quindi valutato " in che modo questo cambiamento può determinare di fatto una modifica dell'oggetto sociale nello statuto, perché questo, invece, andrebbe autorizzato da un'assemblea straordinaria". In conclusione "bisogna dare un'interpretazione: stiamo studiando le cose e possiamo dare risposta solo quando ci sarà un'offerta vincolante".

     

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    LABRIOLA, VENDITA NETCO PRIMA OPZIONE MA A PREZZO EQUO

    (ANSA) -  La cessione di Netco è il piano migliore per tagliare il debito, secondo l'ad di Tim Pietro Labriola. "Vale la pena prendersi qualche settimana in più - ha spiegato agli analisti riferendosi al termine del 9 giugno lasciato a Kkr e Cdp-Macquarie per migliorare le loro offerte - per ridurre il debito rimane l'opzione principale ma il prezzo deve essere equo e di mercato. Sono importanti sia il tempo che l'execution ma è anche importante avere un'offerta senza condizioni particolari, come sull'antitrust" ha aggiunto.

     

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    LABRIOLA (TIM), SERVICECO È GIÀ SOSTENIBILE

    (ANSA) - Tolta la rete (Netco) Tim non si svuota, sembra sottolineare questo l'a.d Pietro Labriola quando agli analisti sottolinea che "ServiceCo è un portafoglio di tre attività distinte ben bilanciate in termini di generazione di cassa, maturità del mercato e propensione al rischio" di cui fanno parte non solo la Tim Consumer ma anche Enterprise e Brasile.

     

    "Il modo giusto di guardare a ServiceCo è quindi considerare la combinazione di queste tre entità" e così "vediamo che ServiceCo è già sostenibile, con un Ebitda Al pro-forma combinato previsto significativamente superiore a 3 miliardi di euro e con Fcf operativo positivo superiore a 1 miliardo di euro nel 2023. Inoltre, la generazione di cassa è impostata su un forte traiettoria di crescita, sulla scia dell'aumento dell'Ebitda e della riduzione del Capex".

     

    DARIO SCANNAPIECO DARIO SCANNAPIECO

    Nel dettaglio Tim Enterprise, fa notare Labriola, "è un asset con un posizionamento unico, se facciamo bene nell'esecuzione l'opportunità di crescita davanti a noi è enorme. Genererà circa il 24% dell'Ebitda Al di ServiceCo, è sicuramente una 'stella'".

     

    Per Tim Consumer le difficoltà continuano, così come per tutti gli operatori in Europa ma "la svolta operativa è sulla buona strada, ci vorrà del tempo, ma la direzione del viaggio è chiara. Per noi è un dovere essere pronti alle opportunità di mercato che verranno dal consolidamento in-market e dai nuovi modelli di business che emergeranno.

     

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    In ogni caso, Tim Consumer rappresenterà solo il 33% dell'Ebitda Al di ServiceCo". Infine in ServiceCo c'è Tim Brasil che "è leader in un mercato ben strutturato e razionale e sta sfruttando le sinergie dell'acquisizione di Oi oltre le nostre aspettative iniziali. Genererà in media circa il 43% dell'Ebitda Al 2023-2025 di ServiceCo e possiamo considerarlo una 'vacca da mungere'".

     

    TIM TORNA A FAR CORRERE I MARGINI E CONFERMA GLI OBIETTIVI DEL PIANO

    Estratto dell’articolo di Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”

     

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    Il Brasile che spinge, il nuovo posizionamento in Italia e il taglio dei costi. Sono questi i tre perni intorno a cui ruota la strategia di Pietro Labriola per rimettere in moto Tim, in attesa che si sblocchi la partita sulla cessione della rete […]. E la trimestrale approvata ieri dal cda è un tassello fondamentale del lavoro che l’ad sta facendo per convincere i francesi di Vivendi (primo socio col 23%) ad evitare impuntature sul prezzo di vendita dell’infrastruttura che rischiano di far saltare l’affare.

     

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    Labriola ha infatti squadernato l’ennesimo bilancio di periodo in linea con le stime del piano, merce rara nella storia recente di Tim. I risultati del primo trimestre […] «sono pienamente in linea con i target per l'esercizio 2023 che sono stati comunicati al mercato lo scorso febbraio».

     

    INVERSIONE DI ROTTA

    Il risultato netto del primo trimestre ha registrato una perdita di 689 milioni rispetto ai +204 del 2022. Ma il rosso sconta l'effetto negativo di oneri netti non ricorrenti per 427 milioni di euro (52 milioni di euro nel primo trimestre 2022). È sui margini, però, che bisogna concentrare lo sguardo.

     

    I ricavi totali del gruppo Tim sono in crescita del 4,3 per cento su base annua, a 3,8 miliardi di euro, e l'Ebitda organico di gruppo, pari a 1,5 miliardi di euro nel trimestre, è risultato in aumento del 3,8 per cento su base annua, in crescita per il secondo trimestre consecutivo a conferma di un trend nettamente positivo (+2,7% nel quarto trimestre 2022, -6,5% nel terzo trimestre, -8,5% nel secondo trimestre e -13,3% nel primo).

     

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    La gallina dalle uova d’oro resta Tim Brasil, controllata guidata fino al 2021 da Labriola, che ha anche portato a termine l’acquisizione dgeli asset di Oi. La società sudamericana ha segnato una crescita del 19,3% sia dei ricavi totali sia dei ricavi da servizi che ammontano a 1 miliardo di euro, con un Ebitda schizzato del 21,8 a 0,5 miliardi.

     

    Sul fronte italiano migliora il trend della business unit domestic, i cui ricavi (2,8 miliardi) sono passati da -1,6% a -0,2%, mentre sui servizi l’eliminazione dei contributi di attivazione per la maggior parte delle offerte di linea fissa ha fatto scivolare i ricavi del 2,4% (a 2,6 miliardi) rispetto al -1,5% del trimestre precedente.

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    Risultati positivi iniziano ad arrivare anche da Tim Enterprise, a cui Labriola attribuisce grandi margini di crescita. La divisione nel primo trimestre ha registrato un incremento dei ricavi totali e dei ricavi da servizi rispettivamente del 4,4% e del 3,9% su anno. Numeri trainati principalmente da Cloud (+16%) e Security (+17%). Nel complesso, i servizi ICT hanno generato il 58% dei ricavi complessivi, in linea con il 2022.

     

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    Quanto alla rete, i ricavi sono cresciuti del 3,4%, grazie anche al contributo dell’accordo commerciale con Open fiber nelle aree bianche. La fibra FTTH è arrivata al 33% della copertura (+7%). […]

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