MEME SUL CROLLO IN BORSA DI CREDIT SUISSE
1. CREDIT SUISSE: IN BORSA +22% CON INTERVENTO BANCA CENTRALE
(ANSA) - Credit Suisse rimbalza alla Borsa di Zurigo (+22,5%) dopo un volo del 40% in avvio e quasi annulla la perdita del 24% registrata mercoledì quando il gruppo svizzero è stato l'epicentro di una nuovo terremoto sui mercati, a pochi giorni dal fallimento dell'americana Svb.
A innescare il panico sono state le parole di Al Khudairy, presidente della Saudi National Bank, che non fornirà nuove risorse all'istituto di cui i sauditi sono azionisti col 10%. E' intervenuta allora la Swiss National Bank (SNB), la banca centrale svizzera, rendendosi pronta a fornire liquidità per ristabilire la fiducia. La disponibiltà è stata colta al volo da Credit Suisse che prenderà a prestito fino a 54 miliardi di dollari dalla SNB e riacquisterà debito per 3 miliardi.
CHRISTINE LAGARDE
La notizia è bastata a ridimensionare un po' di timori sulle sorti del gruppo svizzero i cui credit default swaps, che ieri erano esplosi, si sono stretti (di 15,7 punti base a 964,6 il Cds a 5 anni) così come i rendimenti dei titoli di Stato. C' è attesa per la Bce e l'idea prevalente è che nella riunione di oggi confermi un rialzo dello 0,5% dei tassi per tenere a bada l'inflazione anche se qualche investitore scommette in una mossa meno decisa, vista le ultime vicende bancarie, e quindi in un ritocco di solo lo 0,25%.
2. TASSI, PRESSING SULLA BCE PER IL VERDETTO
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera"
AXEL LEHMANN CREDIT SUISSE
La riunione di oggi del Consiglio direttivo della Banca centrale europea sarà una delle più difficili degli ultimi anni ed è probabile che lo scontro tra i falchi che vogliono il rialzo dei tassi e le colombe che chiedono cautela si infiammi. A complicare uno scenario già reso incerto dalla guerra, si sono aggiunti il crac della Silicon Valley Bank venerdì scorso e ieri mattina il crollo in Borsa del titolo di Credit Suisse. Entrambi gli istituti di credito sono fuori dalla torre di controllo della Bce, che si occupa delle banche dell’Eurozona, ma l’effetto contagio nei mercati non ha confini.
CHRISTINE LAGARDE FABIO PANETTA GIANCARLO GIORGETTI PIERRE GRAMEGNA
Il Consiglio direttivo dovrà sciogliere il dilemma se perseguire la stabilità finanziaria oppure la stabilità dei prezzi e proseguire nella lotta all’inflazione. Gli analisti, che fino a qualche giorno fa consideravano «molto, molto probabile» un rialzo di 50 punti base, sulla scia delle parole di qualche giorno fa della presidente della Bce Christine Lagarde, ora ipotizzano anche che l’aumento si potrebbe fermare a 25 punti. In entrambi i casi però il mercato potrebbe reagire male perché la cautela potrebbe essere letta come un segnale di preoccupazione per la solidità del sistema bancario europeo, mentre il rialzo potrebbe creare una situazione di ulteriore stress finanziario, già ipotizzata nelle scorse settimane da diversi banchieri centrali.
A partire dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che già a fine gennaio — e lo ha ribadito l’8 marzo scorso — aveva invitato alla cautela sulle scelte di politica monetaria della Bce e sui molteplici annunci di imminenti interventi sui tassi. […]
CHRISTINE LAGARDE IGNAZIO VISCO
3. BORSE, OCCHI PUNTATI SULLA BCE. CRESCONO LE IPOTESI DI UN RIALZO MODERATO
Estratto dell’articolo di Sandra Riccio per www.lastampa.it
A metà giornata si affievolisce il tentativo di ripresa delle piazze finanziarie europee. Poco prima delle 12.00, Piazza Affari è in guadagno di un modesto 0,30% dopo una ben più robusta apertura di mattina oltre il +1,5%. Parigi e Francoforte avanzano rispettivamente dello 0,70% e dello 0,96%.
Gli occhi degli operatori sono puntati sulla riunione del pomeriggio della Banca centrale europea (Bce) mentre avanzano le ipotesi di un rialzo solo moderato da parte dell’Istituto: di 25 punti base e non più di 50 punti base come previsto dagli analisti fino a prima della crisi SVB e Credit Suisse.
credit suisse
«Alle 14:15 di oggi leggeremo il comunicato stampa della Bce, visto quello che stava succedendo ieri sui titoli azionari bancari il mercato ora sconta un aumento dei tassi di soli 25bps, seguito da un altro aumento di 25bps alla prossima riunione del 4 maggio – spiegano gli analisti di Vontobel in una analisi di questa mattina -. La Fed a sua volta potrebbe essere frenata negli aumenti. I dati di ieri delle vendite al dettaglio Usa sotto le attese ma pure sempre +6.8% YoY».
I piani di rialzo della Bce sono stati messi in discussione dalla crisi bancaria in corso e a Christine Lagarde, numero uno dell’Eurotower, toccherà il difficile compito di parlare per prima, tra gli istituti centrali. Di troverà di fronte al «difficile compito di scegliere tra inflazione e banche – fa notare Ipek Ozkaderskaya, Senior Analyst di Swissquote -. »
CHRISTINE LAGARDE
[…] Dopo aver aumentato i tassi di interesse da luglio al ritmo più rapido mai registrato per frenare l'inflazione, la Bce aveva promesso un altro aumento di 50 punti base per oggi aveva segnalato ulteriori mosse nei mesi a venire.
Ma il crollo della Silicon Valley Bank negli Stati Uniti, avvenuto pochi giorni fa, ha sollevato preoccupazioni sulla tenuta del settore bancario e ha innescato il crollo delle azioni di Credit Suisse, da tempo in cattive acque. [...]
credit suisse
Il nuovo quadro
Come segnala Reuters, i prezzi del mercato monetario suggeriscono che gli investitori vedono ora circa il 50% di possibilità di un aumento di 50 punti base, in calo rispetto al 100% della scorsa settimana, ma ancora al di sopra del 20% previsto durante la giornata di ieri.
Il picco del tasso della Bce, noto anche come tasso terminale, è ora visto intorno al 3,25%, in calo rispetto al 4,1% della scorsa settimana, con un'eccezionale inversione di tendenza nei prezzi di mercato. Secondo alcuni analisti, lo stress bancario è abbastanza significativo da indurre la Bce ad abbandonare le proprie indicazioni e a ridurre i piani di inasprimento.
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silicon valley bank
4. CROLLO DI CREDIT SUISSE PANICO SUI MERCATI LA BCE ORA È AL BIVIO
Fabrizio Goria per “La Stampa”
Dopo Svb, Credit Suisse. I mercati sbandano ancora. L'instabilità finanziaria globale produce perdite da 355 miliardi di euro per le Borse dell'eurozona. Milano si conferma la peggiore, con una flessione del 4,61%, Londra perde il 3,83%, Francoforte il 3,27%.
L'istituto elvetico guidato da Ulrich Körner crolla del 24% nella peggiore seduta di sempre. Washington e Francoforte chiedono alle autorità svizzere di quantificare l'esposizione che i rispettivi sistemi bancari hanno verso il gruppo di Zurigo. Elemento che fa discutere il Consiglio direttivo della Bce, chiamata oggi a decidere le prossime strette. In campo c'è sempre un rialzo dei tassi da 50 punti base, ma Citi parla di «missione impossibile» per Christine Lagarde. Da un lato, sa che l'inflazione resta troppo alta. Dall'altro, che i rischi di instabilità finanziaria sono elevati.
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Le banche globali ripiombano nell'incertezza. […] Solo sul Ftse Mib Unicredit cede il 9%, Fineco il 7,6%, Bper il 7,2%, Banco Bpm il 7,1%, Intesa Sanpaolo il 6,9%. Nella giornata ancora peggio fanno le francesi Société Générale e Bnp Paribas, più volte sospese per eccesso di ribasso. Le autorità europee hanno chiesto lumi a quelle svizzere. […]
Se fino a una settimana fa le indicazioni di Christine Lagarde erano indissolubili, ora non è più così. La stretta da 50 punti base, avvertono gli analisti di Goldman Sachs, non dovrebbe essere in discussione. Ma crescono i dubbi. Come rimarcato da Citi, Francoforte si trova in una situazione scomoda. «La Bce ha una sfida impossibile» davanti a sé. «Le tendenze dell'inflazione rimangono estremamente vischiose, il che dovrebbe giustificare tassi più elevati più a lungo. Ma le preoccupazioni sistemiche sul settore bancario non possono essere ignorate», fanno notare gli esperti di Citi.
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Lo scenario di base, nonostante ciò, resta un aumento del costo del denaro da mezzo punto percentuale. Meno sicura è invece Deutsche Bank, che vede una stretta di soli 25 punti base. Cauta è anche J.P. Morgan, che sottolinea come «tutto sia estremamente fluido».
In un contesto così complicato è possibile che si allarghi la spaccatura tra i banchieri centrali che chiedono più gradualità e quelli che domandano più aggressività. […]
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