LE BORSE CREDONO ALLE MISURE PER LA CRISI (BENE ANCHE L’ASIA) - SPREAD CALA A 370 - USA: L’ACCORDO BIPARTISAN AL SENATO EVITA IL RISCHIO SHUTDOWN - IL GIAPPONE PRONTO AD ACQUISTARE PIÙ BOND EUROPEI - LA SPAGNA PRIVATIZZA LA LOTTERIA - SE IL MEDIO (DI CATTELAN) AFFOSSA L'INDICE (DI BORSA) - IL FILO DI ARIANNA (HUFFINGTON) AI VERTICI DI AOL…

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1. SPREAD ITALIA SCENDE SOTTO 370 PUNTI...
(ANSA)
- Il premio di rendimento pagato dai Btp decennali rispetto al bund è sceso sotto i 370 punti in un mercato che punta sulle ipotesi di un maxi-piano di salvataggio europeo. In calo anche gli spread di Irlanda (672), Portogallo (1012) e Spagna (322) mentre la Grecia continua a salire a 2.236,8 punti.

2. BORSA: EUROPA IN RIALZO, OTTIMISMO PER MISURE SU CRISI...
(ANSA)
- Apertura di buon passo per le Borse europee in scia alle indicazioni arrivate da Wall Street e dall'Asia. A sostenere i listini l'ottimismo sulle misure allo studio da parte dei leader europei per superare la crisi del debito. L'indice d'area Stxe 600 sale di 2 punti percentuali. Tra i bancari volano Bnp Paribas (+8,2%), SocGen (+7,7%) e Credit Agricole (+6,8%). Salgono gli automobilistici ed, in particolare, Daimler (+5,6%) con l'outperform da neutral di Credit Suisse.

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: - Londra +2,07% - Parigi +3,02% - Francoforte +3,33% - Madrid +2,55% - Milano +2,21% - Amsterdam +2,15% - Stoccolma +2,51% - Zurigo +2,15%.

3. BORSA: ASIA RIMBALZA SU OTTIMISMO MISURE EUROPA CONTRO CRISI...
(ANSA)
- Rimbalzo delle Borse di Asia e Pacifico, dopo aver toccato i minimi da maggio del 2010. Ad innescare la corsa un maggiore ottimismo sulle misure che i leader europei stanno mettendo a punto per 'domare' la crisi del debito. L'indice d'area Msci sale così di oltre 4 punti percentuali con i finanziari che sostengono la volata. Ad Hong Kong in evidenza l'europea Hsbc (+2,8%) con l'apertura della Bce sui tassi, mentre a Tokyo Canon che dipende per un circa un terzo delle sue vendite dall'Europa, guadagna il 4,3%.

Ben comprata anche Nissan (+4,5%) che ha il 15% del mercato proprio nel Vecchio Continente. Vola Bridgestone (+6,6%) che investirà 3,7 milioni di dollari nell'impianto del Tennessee per incrementare la produzione. Gli acquisti valorizzano le materie prime: a Sidney Rio Tinto guadagna il 5,3%, Bhp il 4,1% e Alumina il 5,6% e ad Hong bene Cnooc (+6,9%).

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse di Asia e Pacifico: - Tokyo +2,82% - Hong Kong +2,96% (seduta in corso) - Shanghai +1,10% (seduta in corso) - Taiwan +3,09% - Seul +5,02% - Sidney +3,64% - Singapore +1,82% (seduta in corso) - Mumbai +2,15% (seduta in corso) - Bangkok +2,05% - Giacarta +4,64%.

4. MORNING NOTE: L'AGENDA DI MARTEDI' 27 SETTEMBRE...
Radiocor
- Milano: prosegue Italian Energy Summit 'Quale futuro per il nuovo energy mix?', organizzato da Il Sole 24 Ore.

- Milano: presentazione dell'annuale Osservatorio sulle carte di credito.

- Milano: convegno organizzato dallo IEFE-Bocconi in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e con Edizioni Ambiente su 'Le prospettive per la green economy nella crisi economica'.

Parigi: riunione dei Ministri del Lavoro e dell'Occupazione del G20

Roma: tavola rotonda 'La riforma dei mercati finanziari: proposte e progetti', promossa da Investimenti Finanziari con Giuseppe Vegas, Giuseppe Mussari, Massimo Tononi, Giovanni Gorno Tempini

Roma: il Tesoro offre in asta BoT a 72 giorni, semestrali e CTz per complessivi 14,5 miliardi di euro

5. MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI...
Radiocor
- CRISI: Bce apre sui tassi e le Borse salgono. Maxipiano del G-20 da 3mila miliardi di euro per salvare euro e banche. Ancora vendite sull'oro, che cade a 1.592 dollari. Ue rinvia aiuti alla Grecia per aumentare la pressione su Atene. Per il presidente americano Barack Obama 'l'Europa e' lenta e spaventa il mondo intero' (dai giornali). Ora agire, non reagire. Intervento di Christine Lagarde, numero uno del Fmi (Il Sole 24 Ore, pag. 1-20). 'Europa bloccata dal vincolo dell'unanimita' e neanche Berlino e' decisa ad aiutare Atene'.

Parla l'economista francese Jean-Paul Fitoussi (La Repubblica, pag. 15). Il Governo globale e il piano anti-debito. Intervento di Gian Maria Gros-Pietro (Il Messaggero, pag. 1-16). 'L'Ue deve affinare gli strumenti per uscire dalla crisi. Servono piu' soldi, ma anche piu' poteri'. Intervista all'economista Giacomo Vaciago (Il Messaggero, pag. 8). 'Salvare l'euro e' un obbligo o sara' recessione globale'. Intervista a Jeffrey Sachs, consigliere Onu (La Stampa, pag. 11)

GOVERNO: slittano ancora i tagli ai Ministeri. Si tratta sulle pensioni, per le infrastrutture duello su 5 miliardi (dai giornali). Sullo stop al certificato antimafia il ministro Roberto Maroni sconfessa il collega alla Pa, Renato Brunetta (dai giornali). 'Per le imprese sarebbe letale'. Intervista ad Antonello Montante, vice presidente di Confindustria (Il Messaggero, pag. 6). 'Troppe scartoffie, cosi' le aziende soffocano'. Intervista a Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato (Il Giornale, pag. 4). Le Regioni sono ricche e la spesa e' un caos. L'inchiesta (QN Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno pag. 1-2)

IMPRESE: A Nordest la pazienza e' scaduta. Tradite le richieste del territorio, uno sforzo comune sulle riforme. Parla Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto (Il Sole 24 Ore, pag. 24)

EDISON: cordata italiana? L'assessore al bilancio del comune di Milano, Bruno Tabacci, dice no al Governo. Intesa Sanpaolo si chiama fuori (dai giornali)

ENI: riparte la produzione in Libia (dai giornali)

GAS: piu' cara la bolletta. Energy mix del futuro vede un ruolo crescente per il metano ((Il Sole 24 Ore, pag. 21)

ENEL: Madrid vara nuovo bond per garantire il rimborso a Endesa-Enel (dai giornali)

MEDIOBANCA: una poltrona per due. Fondazioni e fondi verso liste in competizione per il posto in consiglio (Il Corriere della Sera, pag. 41)

BPM: la linea dura di Bankitalia. Il presidente Massimo Ponzellini in bilico sul duale (dai giornali)

FONSAI: stime contrastanti sul bilancio (Il Sole 24 Ore, pag. 38)

INTESA SANPAOLO: scommette su Pavan, leader dei macchinari alimentari (Il Sole 24 Ore, pag. 40) Class action contro la banca (dai giornali)

BANCA D'ITALIA: ore di attesa per Saccomanni, pronta la lettera a Bankitalia. La nomina (La Repubblica, pag. 26)

BANCHE: stretta sui prestiti alle famiglie. Il dossier (La Repubblica, pag. 27)

FIAT: licenzia 400 operai in Polonia (LiberoMercato pag.25)

STANDARD & POOR'S: nel mirino della Sec. Possibile causa civile per la valutazione positiva dei titoli spazzatura Cdo nel 2007 (dai giornali)

NAUTICA: gruppo Gavio acquisisce i cantieri navali Cerri (Il Sole 24 Ore, pag. 23)

TRENI: Arenaways all'asta, tedeschi interessati. Offerte entro il 19 ottobre (dai giornali)

JUVENTUS: tornera' al top. Lettera del presidente Andrea Agnelli agli azionisti in vista dell'aumento di capitale (Il Corriere della Sera, pag. 65)

6. USA: ACCORDO BIPARTISAN AL SENATO EVITA RISCHIO SHUTDOWN...
(ANSA)
- I leader del Senato americano hanno raggiunto un accordo bipartisan in grado di evitare il rischio di un nuovo shutdown, praticamente la chiusura delle attività dello Stato federale per mancanza di fondi. Il termine era stato fissato per il prossimo 30 settembre, ma l'intesa di oggi ha scongiurato ogni pericolo.

7. GIAPPONE PRONTO AD AUMENTARE ACQUISTI OBBLIGAZIONI EUROPEE...
Radiocor
- Il governo giapponese e' disposto ad acquistare piu' titoli del fondo europeo di emergenza (Fesf) se le autorita' della zona euro riuscira nno ad istituire un meccanismo per calmare i mercati. Lo ha detto martedi' il ministro delle Finanze giapponese, Jun Azumi.

'Se verra' lanciato un programma in grado di allentare le tensioni sui mercati finanziari, aiutando la Grecia, non escludo che il Giappone possa partecipare', ha detto Azumi giugno in una conferenza stampa, secondo quanto riporta Kyodo News. Azumi si riferiva a nuovi acquisti da parte del Giappone delle obbligazioni emesse dalla European Financial Stability (Fesf), il fondo di soccorso per i Paesi fortemente indebitati nella zona euro.

8. LIQUIDITÀ E LOTTERIE SPAGNOLE...
Sara Benenwitz per "la Repubblica"
- Se dopo l´aumento delle tasse e i tagli alla spesa, uno Stato non sa più dove reperire nuove risorse, di solito si affida ai giochi. Lo ha fatto la Grecia con le lotterie dell´Opap, e lo sta facendo la Spagna con la maggiore privatizzazione della sua storia (si parla fino a 7 miliardi). Madrid ha avviato il processo di Ipo della Lotterìas y Apuestas del Estado (Lae) riservando il 50% dell´offerta ai risparmiatori.

Se la Borsa va a picco, le scommesse vanno alla grande e il successo di pubblico è assicurato. Solo che le grandi banche spagnole, da mesi in crisi di liquidità, non vogliono che i clienti tolgano i soldi dal conto corrente per investire nella Lae. Così starebbero facendo pressioni per ridurre dal 30 al 20% la quota dell´Opv di Lae. Di solito "los bancos" vincono sempre, ma è la prova che la liquidità in Spagna è un problema serio.

9. SE IL MEDIO (DI CATTELAN) AFFOSSA L'INDICE (DI BORSA)...
R. Fi. per "Il Sole 24 Ore"
- E se il crollo degli indici della Borsa di Milano fosse tutta colpa di quel gigantesco dito medio che, da un anno esatto, campeggia a Piazza Affari davanti alla sede del listino azionario? In tempi di crisi, quando tutto crolla, la tentazione di aggrapparsi alla superstizione è forte: tra gli addetti ai lavori di Piazza Affari, c'è chi - tra il serio, il faceto e lo scaramantico - inizia ad "additare" la controversa scultura di Cattelan come la causa, o quantomeno la concausa, dei crolli di Borsa.

Da quando il dito medio di Cattelan sta di fronte alla sede della Borsa - calcola chi confonde la scaramanzia con l'analisi tecnica -, l'indice Ftse Mib ha perso infatti il 9%: la prova provata che non porta fortuna. Poco importa se c'è una crisi epocale in Europa: quel dito - è la tesi sempre più diffusa tra chi lavora a Piazza Affari - deve andare da un'altra parte. Il malumore tra gli addetti ai lavori di Piazza Affari è probabilmente tardivo, dato che ormai pare scontato che la scultura resterà dov'è. Peccato: avremmo potuto sapere se era veramente il medio ad affossare l'indice.

10. FONDAZIONE CARIGE BLINDA IL CONTROLLO...
R. d. F. per "Il Sole 24 Ore"
- Dopo aver annunciato, a più riprese, di voler mantenere il controllo di Banca Carige e deliberato all'unanimità l'impegno a «salvaguardare la partecipazione nella banca», la Fondazione Carige blinda ufficialmente l'assetto futuro dell'istituto. E, dopo la rinuncia di Ior e Fondazione Crt al ruolo di futuri azionisti della banca, lo mette nero su bianco con una lettera del presidente Flavio Repetto alle istituzioni liguri. Un testo corredato da numeri e cifre che «dimostrano l'importanza fondamentale di Carige per la Liguria e giustificano la volontà della Fondazione di mantenere un ruolo di azionista di riferimento».

Dal 2007 a oggi, spiega la missiva, «la Fondazione ha investito in Carige 680 milioni», ricevendo dalla banca, come remunerazione del capitale, «circa 340 milioni», impiegati sia per finanziare interventi «di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico (a questi fini sono stati stanziati oltre 110 milioni, mediamente 22 milioni l'anno)», sia per rafforzare il patrimonio, «salito dagli 846,1 milioni di fine 2007 ai 946,1 del 31 dicembre 2010».

11. EASYJET SI TROVA IL CONCORRENTE IN CASA...
Ma. Mo. per "Il Sole 24 Ore"
- Parenti serpenti. Non c'è definizione più calzante per l'azionista di riferimento di Esayjet, Stelios Haji-Ioannou che non contento di detenere il 38% della compagnia low cost ha deciso in autonomia di lanciare un vettore concorrente, Fastjet. Quali siano i piani del fondatore della seconda compagnia low cost europea che ha rivoluzionato il mondo dell'aviazione al momento rimangono un mistero. Di certo questa ultima mossa aggiunge benzina sul fuoco nei rapporti già tesi tra l'azionista e il management.

EasyJet ha fatto sapere, in una nota, di essere al corrente dell'operazione decisa da Sir Stelios e di essere pronta a «prendere le necessarie misure per difendere i diritti della compagnia e gli interessi dei suoi azionisti» nel caso gli accordi stipulati con Stelios e il suo Easygroup dovessero venire violati. A rasserenare i rapporti non è bastata la revisione al rialzo degli utili e il nuovo annuncio non potrà che scatenare un nuovo braccio di ferro. Sul sito della nuova compagnia per ora appare soltanto «coming soon!». Dal vulcanico imprenditore si aspettano scintille.

12. SCIVOLATA DI BARCLAYS NELLO SLALOM TRIBUTARIO...
S. Car. per "Il Sole 24 Ore"
- L'acronimo è brillante: Stars, sigla di "Structured trust advantaged repackaged securities". Per l'Internal Revenue Service, il temuto fisco statunitense, si tratta di sofisticati strumenti finanziari finalizzati all'elusione fiscale grazie a una sorta di arbitraggio tra legislazioni tributarie di differenti paesi. Il Financial Times e l'organizzazione no-profit Propublica hanno messo in luce che la britannica Barclays ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere questi complessi accordi cross-border, che l'Irs ha ritenuto in grado di generare artificiosi crediti fiscali in favore di Londra (e dei partner coinvolti nelle transazioni) e quindi non li ha riconosciuti.

Così quattro banche Usa - BB&T, Bank of New York Mellon, Sovereign (ora parte del Santander) e Wells Fargo sono in causa giudiziaria con l'Irs per un totale di oltre un miliardo di dollari in tax credits, mentre Washington Mutual è arrivata a una transazione e Wachovia ha scelto il ricorso amministrativo. (S.Car.)

13. AOL: ORA IL FILO DI ARIANNA PUNTA AI VERTICI...
M.T.C. per il "CorrierEconomia - Corriere della Sera
- Dopo aver vinto la battaglia contro il fondatore di TechCrunch, Michael Arrington, la prossima vittima di Arianna Huffington sarà Tim Armstrong, il ceo di Aol da cui lei in teoria dovrebbe dipendere? Molti lo credono: la 61enne «regina dei blog», animatrice dell'Huffington Post comprato l'anno scorso da Aol per 315 milioni di dollari, ha un carattere poco incline a fare la Numero Due. E infatti si comporta già come la vera ceo di Aol - dicono nella Silicon Valley -, anche se ha solo il titolo di responsabile degli aspetti editoriali dei contenuti del gruppo.

È per lei che l'altra settimana Arrington ha lasciato la sua creatura TechCrunch, comprata anch'essa l'anno scorso da Aol: aveva annunciato il lancio di un proprio fondo di venture capital finanziato anche da Aol, e per questo era stato attaccato dalla Huffington per i potenziali conflitti di interesse per il doppio ruolo di blogger specializzato sull'high-tech e investitore in aziende del settore. Arrington aveva detto di aver ricevuto l'ok dai vertici di Aol, ma la Huffington non ha mollato la presa.

È stato uno smacco per il 40enne Armstrong, che nel 2009 aveva accettato la sfida di rilanciare Aol. La sua strategia si è incentrata sull'acquisto di dot.com produttrici di contenuti, su cui far leva per vendere pubblicità. Ma finora non ha funzionato: nel trimestre chiuso a fine giugno ha perso 11,8 milioni di dollari su un fatturato di 542, le sue quotazioni di Borsa sono crollate di oltre il 40% da inizio 2011. Armstrong aveva promesso agli azionisti il turnaround entro quest'anno, ora ha chiesto di pazientare fino al 2013. Ma la prossima testa a cadere potrebbe essere la sua.

14. NON C'È TEMPO DA PERDERE L'EUROPA PUÒ PROTEGGERSI DAL FALLIMENTO DI ATENE...
Hugo Dixon per "la Stampa"
- Il resto dell'Europa può e deve proteggersi da un default greco. È necessario un triplice piano: 150-200 miliardi di euro per ricapitalizzare le banche nella regione; liquidità extra, di nuovo per le banche; e un rafforzato fondo di salvataggio per aiutare l'Italia, se necessario. L'Europa si starebbe muovendo in questa direzione. Ma il timore è che le misure siano troppo timide. L'accordo di Atene di accelerare il suo programma di austerità è sufficiente a garantire la tranche di salvataggio di 8 miliardi, concessa dall'Ue e dal Fondo monetario.

Ma il governo greco sembra vicino al punto di rottura. Se dovesse concordare una maggiore austerità fra tre mesi, quando scadranno altre obbligazioni da rinnovare, potrebbe crollare. Ciò potrebbe innescare un default disordinato e un caos nell'economia europea e perfino mondiale. Sarebbe molto meglio per la Grecia, l'area euro e il Fmi pilotare un default ordinato. Atene dovrebbe sempre impegnarsi a riformare la sua economia. Ma, in cambio, i suoi debiti potrebbero essere dimezzati e il resto dell'Europa continuerebbe a supportare le banche greche.

Il resto dell'area euro dovrebbe però ricapitalizzare le proprie banche. Non è chiaro, però, se i governi avranno il coraggio di imporre le mega ricapitalizzazioni che sono necessarie. Secondo Breakingviews sarebbero necessari 175 miliardi di euro per essere sicuri che le banche siano abbastanza forti sia per resistere alle loro esposizioni verso i governi eccessivamente indebitati. Sia la Bce che il fondo salva-Stati devono trovare un modo per dare alle banche accesso a prestiti a più lungo termine.

Se tutto ciò si verifica, le banche saranno ben posizionate per resistere a un default greco e prevenire una grave recessione. Ma altri Paesi, soprattutto l'Italia, rimarranno ancora esposti. Il suo governo è stato così lento a gestire i suoi quasi 2 mila miliardi di debito che potrebbe perdere l'accesso ai mercati obbligazionari. Se ciò accadesse, il fondo salva-Stati - che ha solo 300 miliardi - non sarebbe abbastanza grande per offrire un aiuto. La consistenza del fondo deve essere aumentata per esempio fino a 1.500 miliardi di euro.

15. LA CINA DEVE FARE CHIAREZZA SULLE HOLDING STRANIERE...
Wei Gu per "la Stampa"
- È tempo che la Cina impedisca la scappatoia basata sulle sue controverse strutture Vie (entità di interesse variabile). Per un decennio è rimasta zitta sulle holding Vie, che consentono agli investitori esteri di controllare società in settori vietati, come Internet, stipulando un accordo contrattuale con una società che si comporti come, ma che non è, una partecipazione azionaria diretta. La pratica si sta diffondendo. L'incertezza sulle norme è negativa per le autorità di regolamentazione ma anche per gli investitori che sono lasciati nel limbo se le cose vanno male.

Le Vie, sebbene rese popolari da società come Baidu e Sina, non sono più limitate solo a settori protetti, quali media, istruzione e Internet. Ora, gli investitori le utilizzano in settori aperti agli stranieri, poiché offrono un modo per evitare la lunga e imprevedibile procedura di autorizzazione. Il commerciante di carbone Qinfa e il costruttore navale Rongsheng sono riusciti entrambi a quotarsi a Hong Kong tramite le Vie.

Gli investitori rischiano molto. Tanto per cominciare, le società hanno una doppia tassazione. Ma i contratti di servizio sui quali sono basate le Vie possono anche dimostrarsi difficili da far rispettare se il proprietario legale dell'impresa, di solito il fondatore o una impresa cinese collegata, non rispetta gli accordi e deruba la società. Ciò è successo con GigaMedia, quotata al Nasdaq, con azioni legali degli azionisti. Società come Baidu avvertono esplicitamente nei loro documenti di trovarsi in una zona grigia.

Far chiarezza renderebbe più attivo l'Ente di regolamentazione in materia ma sarebbe anche positivo per le società stesse. Il gigante dot-com Sina ha visto scendere pesantemente le sue azioni in seguito a un rapporto Reuters, secondo cui l'Ente di regolamentazione per i titoli cinesi vuole una normativa più severa per le Vie. La soluzione migliore sarebbe di approvare ufficialmente la struttura Vie. Ciò trasmetterebbe un segnale positivo agli investitori esteri. È anche in linea con i maggiori sforzi di liberalizzare i movimenti di capitale. Se questo è chiedere troppo, la seconda migliore possibilità sarebbe di impedire ad altre società di costituire queste strutture.

 

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