2. SYLLA: "METTO IL MONDO SPALLE AL MURO"
Gian Luca Pasini per Fuorigioco - gazzetta.it
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"Ma secondo voi quando io e Cristina Chirichella (la mia compagna di stanza) siamo sedute sul letto, magari prima di addormentarci, in uno dei tanti ritiri della Nazionale, ci guardiamo la pelle e diciamo: 'Ah tu sei bianca, no tu sei nera, questa è una Nazionale multietnica'? Dai, non scherzate per piacere. No, non funziona così. Siamo solo compagne di squadra con un sogno, che penso immaginiate".
Myriam Fatima Sylla ride di gusto, uno dei famosi sorrisi che fanno parte del Dna di questa ragazza palermitana, ormai da anni trapiantata a Bergamo ("Quella comunque è casa, quando penso a un posto dove stare o dove tornare"), originaria della Costa d’Avorio. Anche le sue schiacciate stanno facendo volare l’Italia nel Mondiale di pallavolo in Giappone.
"Piuttosto, adesso le mie compagne di squadra stanno perdendo l’abbronzatura che si erano portate dall’estate. E si lamentano del pallore, io gongolo... Qualche settimana fa erano tutte orgogliose, facevano le fighe, per il loro bel colorito. Prendete Lucia Bosetti, è tornata che stava benissimo ma dopo un po’ di ritiro e queste settimane giapponesi il loro bel colore se ne è andato. Io invece 'Scusate raga, ma questo non se ne va mai...'". Scherza Myriam sgranando gli occhi, dietro quegli occhiali con la montatura nera che porta (ovviamente) solo quando non è su un campo da volley.
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Allora Myriam da dove cominciamo per raccontare qualche “segreto” di come si vive un Mondiale da dentro? Da quei capelli da Fata Turchina che stanno facendo incuriosire tutti i tifosi giapponesi?
"Novità di quest’anno. L’azzurro è un colore importante per noi. È il colore della nostra maglia. Volevo dare un segnale e ho iniziato. Le cose (sul campo, ndr.) sono andate bene e ho deciso di continuare. Mi stanno bene?".
Parrucchiera di fiducia in Giappone?
"Ma dai. Tutto fatto da sola e con diversi richiami. Per quelli mi aiutano anche le compagne. Spero che non mi vengano a cercare perché in ogni albergo che ci ospita lascio una striscia di asciugamani blu... Ma adesso ovviamente il fluido non si può interrompere".
Superstiziosa, quindi?
"Sono siciliana, quanto basta. Direi nella normalità degli sportivi".
Non solo i capelli: il “set” che sta curando per questa avventura giapponese è più complesso ci pare...
italvolley donne - myriam sylla
"Eh no. Ci sono anche le unghie che hanno un’altra gradazione di azzurro e che ricordano il colore delle nostre scarpe. E poi una matita per gli occhi. Le compagne hanno detto che a loro proprio non stava bene, sono troppo pallidine. Quindi ce la mettiamo solo io e Paola (Egonu da Cittadella, il bomber della squadra italiana, anche lei con genitori arrivati dall’Africa, Nigeria, ndr.), prima di tutte le partite. Noi ce la possiamo permettere. E anche questo adesso non può mai mancare...".
Truccarsi prima di una gara è una caratteristica delle pallavoliste.
"Alcune lo fanno, ma non io. Anche nell’ultimo anno a Bergamo (la sua squadra era la Foppapedretti, in estate si è trasferita nella scudettata Conegliano, ndr.), mai messo il trucco prima di giocare. È una cosa che abbiamo riservato a questo Mondiale".
Ma non è finita lì, alzi un po’ i capelli corvino-azzurri per favore?
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"Ah, i miei buchi alle orecchie. Ne ho messi un botto, tutti un anno fa. Ero troppo depressa, poco prima dell’Europeo mi avevano fermato per un presunto caso di doping. Proprio a me, che non prendo nulla e che non posso neppure immaginare di farne uso. Mi stavano massacrando sui social. Un momento nerissimo della mia vita e allora ho deciso: piercing a valanga. Ho chiesto il permesso a papà, che era disperato. Non viviamo assieme, quindi era normale che glielo chiedessi prima. Poi mi sono rivolta alla mamma, che mi ha dato una mano a convincerlo. Ed eccoli qua, fanno parte di me e si sono aggiunti a quello storico che avevo sulla narice".
Li toglie per giocare?
"Ma va. Ci sono delle russe che giocano con certi pendagli. I miei in gara manco si vedono".
Rituale pre-gara?
"Il menù è fisso. Per me musica afro sempre e un po’ di rap francese. E’ il modo di arrivare alla concentrazione".
Cuffiette quindi negli spogliatoi?
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"Anche prima della gara".
Momento di massima serietà quello?
2Ma va. Anche nello spogliatoio si ride e si scherza. È fondamentale. Poi c’è un momento in cui tutto si ferma, lo scherzo finisce e si pensa solo alla partita. Per noi di solito è quando si esce dallo spogliatoio e si passa nel tunnel che porta al campo. Da quel momento in poi la testa va solo alla partita e si pensa solo a portare a casa il risultato massimo".
E per rilassarvi dopo?
"Qualche programma trash: Uomini e donne, Temptation Island e cose simili. Così magari commentiamo, facciamo casino, anche da una stanza all’altra".
A naso, lei vince la palma di azzurra più “burlona”...
"Probabilmente sì", altra risata.
Non le ha detto sempre bene, ha raccontato di quando da piccola i soldi erano pochi, ha passato momenti duri. Ma lei sorride spesso.
"Penso di avere avuto guai come tutti. Non c’è gente senza problemi. Sorridere fa bene. Fino a quando non sono stata scagionata quella cosa del doping mi ha fatto molto male, anche per la cattiveria delle gente. Gli attacchi sui social da chi neppure mi conosceva e non sapeva nulla di quei fatti. Dover togliere il telefonino ai miei fratellini perché non leggessero le cattiverie che scrivevano sulla sorella. Periodo tosto. A volte vorrei essere più seria, ma ridere fa parte di me".
Qualche scherzo che si possa raccontare durante i ritiri della Nazionale...
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"All’inizio dell’estate. Il posto più ambito in aereo per noi è quello delle uscite di sicurezza, perché si possono allungare le gambe. Avevamo fatto dire alle più giovani da qualcuno dello staff di chiedere quelli quando andavano a fare il check in. Poi a bordo siamo andate da loro e le abbiamo messe in mezzo: 'Ma come voi siete le ultime arrivate e vi prendete i posti migliori?'. Povere, balbettavano...".
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Della serie la pallavolo la mia vita: dal volley arriva anche il fidanzato Ludovico Carminati.
"Sì ma ormai è un ex pallavolista... In estate ha deciso di smettere. Era a Bergamo in Serie A-2. Se giochi in Superlega hai speranze di avere un ritorno economico di un certo rilievo, sotto non è così, quindi mi ha detto che non si vedeva andare avanti fino a 33-34 anni senza sicurezze. Meglio cambiare strada. Si dedica allo studio per diventare osteopata. Scelta matura".
Sembra che lei non fosse troppo d’accordo.
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"Ho un po’ insistito perché continuasse a giocare, ma ha preso questa strada. Avrà poco tempo per venirmi a trovare a Conegliano. Lavora anche. Ma stiamo studiando come vederci comunque".
Torniamo all’Italia: pur lontane l’eco delle vostre vittorie ha allargato la platea dei tifosi. Ci ha mai pensato che fra quelli che adesso tifano per voi c’è anche chi le diceva “negra”, qualche anno fa?
"Ci ho pensato sì. E devo dire che mi fanno morire dal ridere. Mi scrivono sui social. 'Sei grande, brava, un mito' e poi magari sui loro profili hanno no allo Ius Soli, o altre cose del genere. Allora dico, ma mettete in accordo il cervello. O una cosa o l’altra. Adesso non gli do neppure più tanto peso. Abbiamo un sogno fra noi. Seguiamo quello". Con il sorriso e i capelli azzurri...
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