Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni per “il Messaggero”
coronavirus ospedale
Le Regioni che vogliono partire prima del 4 maggio 2020 - data di inizio della fase 2 - dovranno garantire di avere a disposizione ospedali Covid e luoghi dove tenere in quarantena i positivi. È questa la condizione posta dal governo per sbloccare già il 27 aprile le aziende del settore auto, edile e moda. Altrimenti le riaperture cominceranno dalla settimana successiva. Saranno scaglionate in base alle tabelle dell' Inail che misurano il rischio per i lavoratori.
Negozi e aziende avranno l' obbligo di autocertificarsi per dimostrare di essere in regola con le nuove norme per il contenimento del contagio da coronavirus. Poi scatteranno i controlli e chi non si sarà adeguato rischia la sospensione della licenza o la chiusura. «Si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture», conferma il ministro Stefano Patuanelli.
coronavirus ospedale 2
Entro questa settimana il presidente del consiglio Giuseppe Conte dovrebbe annunciare le linee guide in modo che tutti possano adeguarsi. Gli scienziati avrebbero suggerito di sottoporre un campione di cittadini a un test psicologico per verificare quanto tempo ancora siano in grado di sopportare il lockdown .
Uno strumento che servirà anche a modulare i prossimi messaggi pubblici e le successive scelte. Soprattutto per garantire quella tenuta sociale che ha finora retto ma che dopo un mese e mezzo rischia di vanificare quanto fatto finora.
La riorganizzazione della fase 2 terrà conto di tutti i suggerimenti che provengono dai vari gruppi di lavoro e saranno inseriti nel decreto del governo. Per garantire il rispetto delle norme aziende e negozi dovranno compilare un modulo che autocertifica il rispetto delle prescrizioni imposte su dotazioni dei dispositivi di sicurezza personale, sanificazione, presenza del medico e tutte le altre regole che saranno diversificate a seconda delle filiere. Dovranno essere in ogni caso garantiti turni diversificati per i lavoratori e privilegiato lo smart working.
coronavirus in ospedale
Per i bar e i ristoranti la riapertura appare ancora lontana rispetto all' inizio della fase 2. Le tabelle Inail assegnano infatti a questi luoghi di ritrovo un livello di rischio elevato. Dunque si sta valutando la possibilità di concedere - oltre alle consegne a domicilio che già vengono effettuate - il servizio da asporto. In questo caso l' ingresso sarà scaglionato, così come già avviene per tutti gli altri negozi già aperti, e calcolato sulla base della metratura dei locali. La misura rimane quella di 40 metri quadri fissata nell' ultimo decreto dove possono entrare due dipendenti e un cliente.
Più articolato il piano per il trasporto pubblico, che dovrà tenere conto delle esigenze delle Regioni e soprattutto dei Comuni più grandi. Su autobus e metropolitane i passeggeri potranno stare soltanto seduti e comunque mantenendo la distanza, dunque su posti alternati rendendo inevitabilmente ridotta la capienza. Ecco perché si sta valutando la possibilità di aprire le zone a traffico limitato favorendo così il trasporto privato. In questo caso va però tenuto nel conto il mancato introito per le amministrazioni locali che dovrà essere comunque compensato. L'alternativa - dove il parco mezzi lo consente - è aumentare il numero delle corse. Ma anche creare aree di scambio dove si possa lasciare il proprio mezzo e utilizzare il servizio sharing di auto e bici.