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    LE "REGOLE ZERO" DEL GOVERNO SUL COVID SPALANCANO LA STRADA A NUOVE ONDATE DI CONTAGI - I MEDICI LANCIANO L'ALLARME PER LA MANCANZA DI UN PROTOCOLLO PER PROTEGGERE I PAZIENTI FRAGILI A LAVORO E NELLE SCUOLE: "NON POSSIAMO FARE UN CERTIFICATO A UN PAZIENTE CHE DICE DI ESSERE POSITIVO ALL’AUTOTAMPONE, MA SENZA SINTOMI. SE APRIAMO LE PORTE ALL’AUTODIAGNOSI, È FINITA" - L’ESECUTIVO IPOTIZZA DI REINTRODURRE RESTRIZIONI SOLO IN CASO DI UN AUMENTO DEI CONTAGI, MA IN ASSENZA DI DATI SULLA DIFFUSIONE...


     
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    Estratto dell'articolo di Elena Dusi per “la Repubblica”

     

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    [...] La politica delle “regole zero” del governo vorrebbe semplificarci la vita, ma la libera circolazione del virus non è ancora accettabile per tutti. [...] «Nelle aziende il problema dei lavoratori fragili è reale» conferma Pietro Antonio Patanè, presidente dell’Anma, Associazione nazionale dei medici d’azienda. «Un positivo con le nuove regole ha il diritto di presentarsi al lavoro. A noi però resta il dovere di proteggere i dipendenti a rischio ». [...]

    covid e scuola covid e scuola

     

    Altro rebus senza soluzione è la scuola, dove i fronti da difendere sono due: bambini e lavoratori. In entrambe le categorie possono ritrovarsi persone fragili. Resta il tampone, certo, ma la sua affidabilità non è totale. [...]

     

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    «In ogni caso il tampone non è un sintomo» chiarisce Silvestro Scotti, segretario della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). «Non possiamo fare un certificato a un paziente che telefoni dicendo di essere positivo all’autotampone, ma senza sintomi. Se apriamo le porte all’autodiagnosi, è finita. Qualunque assenza dal lavoro potrà essere giustificata dal paziente senza il filtro del medico».

     

    Scuola Covid Scuola Covid

    Diverso è il caso dei sintomatici che non sono in condizioni di lavorare. «Il certificato in quel caso serve a esentare una persona malata che non riesce a svolgere i suoi compiti, non a proteggere i colleghi dal contagio». [...] Oltre all’assenza di regole, a creare incertezza è la carenza di dati sui contagi. «L’intenzione del governo è quella di considerare il Covid una malattia infettiva come le altre, senza obbligo alcuno » riflette Filippo Anelli, presidente di Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici).

     

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    L’esecutivo ha ipotizzato la reintroduzione delle misure anti-contagio solo in caso di un aumento del virus. «Non avendo però un tracciamento puntuale, gli unici dati dirimenti sono mortalità e ricoveri» prosegue Anelli. «Nel momento in cui queste cifre cominciano a salire, come sembra oggi, credo che il ministero dovrà reintrodurre alcune misure, come le mascherine». Nella speranza che il peggioramento non si materializzi, oggi resta la politica delle “regole zero”. «Neanche noi medici possiamo chiedere a un lavoratore di restare a casa» dice Patanè. «L’unica cosa, per proteggere i fragili, è chiedere al datore di lavoro di prendere autonomamente delle precauzioni come mascherine, ricambi d’aria o smart working».

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