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LO SCRITTORE HANIF KUREISHI DOPO LA CADUTA TEME DI NON POTER PIÙ CAMMINARE E SCRIVERE - L’AUTORE 68ENNE IL GIORNO DI SANTO STEFANO HA AVUTO UN MALORE A ROMA. RICOVERATO IN GRAVI CONDIZIONI AL GEMELLI ORA È USCITO DALLA TERAPIA INTENSIVA, PRESTO INIZIERÀ LA RIABILITAZIONE – IL LUNGO POST SU TWITTER IN CUI HA CHIESTO UN AIUTO PER UN SOFTWARE DI ASSISTENZA VOCALE PER CONTINUARE A SCRIVERE E LAVORARE
Maria Egizia Fiaschetti per corriere.it
Ha superato la fase acuta Hanif Kureishi, 68 anni, scrittore e sceneggiatore anglo-pakistano ricoverato la scorsa settimana in gravi condizioni al policlinico Gemelli dopo un malore. L'autore di numerosi romanzi, editi in Italia da Bompiani, secondo quanto trapela dall'ospedale alla Pineta Sacchetti, nei prossimi giorni dovrebbe iniziare la riabilitazione in una struttura altamente specializzata.
«È seguito da uno staff eccellente, in questo momento dobbiamo concentrarci sulla cura e la riabilitazione - sottolinea la moglie, Isabella D'Amico - ... magari, in futuro avrà lui stesso il piacere di esprimersi, io non aggiungerei nulla di interessante a quanto non abbia già detto».
Il riferimento è al lungo post su Twitter nel quale Kureishi, candidato all'Oscar per la sceneggiatura del film My beautiful laundrette di Stephen Frears, ricostruisce quanto accaduto al suo arrivo a Roma: «Avevo appena visto Mo Salah segnare contro l'Aston Villa, sorseggiato mezza birra, quando ho iniziato ad avere le vertigini. Mi sono piegato in avanti e ho poggiato la testa tra le gambe; mi sono svegliato pochi minuti dopo in una pozza di sangue, con il collo ruotato in una posizione grottesca e mia moglie inginocchiata alle mie spalle».
Lo scrittore ricorda di essere caduto «il giorno di Santo Stefano» al suo rientro in appartamento, dopo una piacevole camminata in piazza del Popolo e una passeggiata a Villa Borghese: «In questo momento non è ancora chiaro se riuscirò mai a tornare a camminare o a tenere una penna in mano - è il messaggio affidato ai suoi numerosi follower - , se c'è una qualche forma di supporto del quale sarei grato sarebbe un dispositivo hardware o software di assistenza vocale che mi consenta di guardare, scrivere, tornare a lavorare e a condurre una qualche forma di vita, seppure parziale». Da qui, l'appello a contattare il figlio nel caso qualcuno avesse idee o suggerimenti utili da condividere: il messaggio ha ricevuto centinaia di like e condivisioni non soltanto dai suoi estimatori, ma anche da internauti capitati per caso sulla sua bacheca che, colpiti dalla sua storia, hanno voluto esprimergli affetto, incoraggiamento e solidarietà.
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