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    LO SPREAD BTP-BUND IN CALO A 216 PUNTI: È AI MINIMI DA LUGLIO 2018 - IL MERCATO È CONVINTO CHE LA COMMISSIONE EUROPEA RITIRERÀ LA RACCOMANDAZIONE DI APRIRE UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA PER I CONTI PUBBLICI - LA NOMINA DI LAGARDE LASCIA SPERARE CHE LA BCE PROSEGUA LA SUA POLITICA ESPANSIVA - DA FINE MAGGIO IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO HA REGISTRATO LA PERFORMANCE MIGLIORE TRA TUTTI I PAESI DELL’AREA EURO...


     
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    Morya Longo per https://www.ilsole24ore.com

     

    DI MAIO SPREAD DI MAIO SPREAD

    Ormai il mercato è convinto che la Commissione europea ritirerà la raccomandazione di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per i conti pubblici. E lo spread tra BTp e Bund cala ancora: in apertura è sceso fino a 216 punti base, minimi dal luglio scorso. I rendimenti dei BTp decennali sono diminuiti all’1,79%, livello che non vedevano da prima del Governo Conte. I BTp biennali addirittura sono scesi sotto zero, a -0,02%.

     

    Ma quello che più colpisce è il confronto con gli altri Paesi: da fine maggio il debito pubblico italiano ha registrato la performance migliore tra tutti i Paesi dell’area euro. Nessuno ha ridotto i tassi d’interesse di 87 punti base sui decennali, come ha fatto l’Italia. È vero che i BTp partono (e restano) più alti di tutti, ma per un Paese su cui pende la spada di Damocle di una procedura d’infrazione è comunque un fatto positivo.

    spread spread

     

    I motivi sono tre. Iniziamo dal primo, quello che pesa di più: la politica monetaria della Bce. Dopo le ultime dichiarazioni di Mario Draghi, a metà giugno, il mercato ha iniziato a scommettere che la Bce taglierà presto i tassi sui depositi di 10 centesimi. Attualmente il mercato assegna una probabilità del 50% a un taglio già questo mese. E la nomina al vertice Bce di Christine Lagarde lascia ben sperare che la “nuova” Bce seguirà il corso espansivo della “vecchia” Bce di Draghi. Ma il boccone più grosso è un altro: il mercato ormai è convinto che la Bce lancerà un nuovo quantitative easing. Cioè una nuova operazione con cui stampa moneta e compra titoli di Stato europei. Per i BTp sarebbe manna dal cielo. Gli investitori lo sanno. E l’anticipano.

     

    spread btp bund spread btp bund

    Fino a qualche giorno fa però c’era un timore che li frenava: il rischio di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea. Questo metteva il mercato a disagio, anche perché gli investitori hanno sempre temuto che uno scontro con Bruxelles possa diventare l’incidente in grado di portare l’Italia fuori dall’euro. Ebbene: il fatto che il Governo si sia messo al tavolo per sistemare i conti (almeno per il 2019), ha tranquillizzato molto. Da un lato perché la procedura d’infrazione diventa ora meno probabile (forse scongiurata), dall’altro perché dimostra che in fin dei conti il Governo non vuole andare davvero allo scontro con Bruxelles. Dunque, agli occhi di chi investe in BTp, questo significa che Italexit si fa meno probabile.

     

    ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d

    In questo contesto, c’è un terzo motivo che spinge gli investitori a comprare titoli di Stato italiani: sono gli unici (tra quelli liquidi) a offrire rendimenti dignitosi. Attualmente - secondo Bloomberg - nel mondo ci sono 12.830 miliardi di dollari di titoli di Stato con rendimenti negativi. Sulle scadenze decennali sono 5 i Paesi in Europa che hanno tassi negativi: Germania (-0,36%), Francia (-0,05%), Austria (-0,09%), Finlandia (-0,07%) e Olanda (-0,2%). I BTp, con il loro rendimento poco sotto il 2%, in questo deserto tornano dunque appetibili. Così gli acquisti sono tornati. Anche se le incertezze, per il futuro, restano.

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