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Barbara Costa per Dagospia
Ciascuno di noi deve il c*lo a qualcuno, e io lo devo a un uomo che mi ha la mente stuprato, sbattuto al muro, e a ripetizione, e che mi ha bestemmiato famiglia, dio, santi e madonne, ma pure legato nuda al guinzaglio, trascinato e seviziato, servito m*rda fumante, distrutto le poche e piccole sicurezze che avevo, e su cui comunque contavo, e che mi ha ficcato negli occhi e nel cervello ciò che di più disgustoso esiste, carne maciullata ferita e piagata, perché, bella, dove scappi? La vuoi la vera ca*zo di verità che c’è? Sì? E allora guarda fisso ciò che non ti piace e ti fa orrore, per conquistartela.
E io lo so che di riviste oggi non vi frega, però, sapete che c’è? Se oggi abbiamo la libertà di dire quello che ci pare, qui, nel "vecchio" Occidente, lo dobbiamo anche a uno che, con una rivista, 50 anni fa, lottava contro la legge per regalarci più libertà di quanta siamo in grado di maneggiare. A luglio 1974 usciva il primo numero di "Hustler", rivista di lurido porno di Larry Flynt, la quale appena in edicola fu bandita, e il suo proprietario, sbattuto in carcere. E che c’era di così osceno, così proibito, su Hustler? Una f*ga aperta, dilatata, esecrante, in primo piano, e col clitoride a far ciao ciao.
Ora, non è che il mondo nel 1974 non avesse mai visto una p*ssera in vita sua, ma esibita, così, spudorata, zozza, senza intermediario morale alcuno… proprio no. Neppure Hefner, col suo "Playboy" in erezione da 20 anni, lo aveva mai fatto. Nel 1974 lo fa Larry Flynt, e non per soldi, che non aveva, ancora (per confezionare Hustler e farla uscire si indebita pezze al c*lo) ma per un principio che oggi in troppi hanno scordato, calpestato, se ne f*ttono: si deve avere e proteggere e mai dar per scontata la libertà di poter dire qualsiasi cosa. Il I emendamento americano.
Per questa idea alta di libertà Larry Flynt c’ha speso una vita, e milioni, sudati, scommettendoci cuore e un corpo reso paraplegico per le sue lotte. Sia chiaro: Larry Flynt è stato tutto tranne che santo e eroe. Larry era una persona comune, senza titolo di studio e inoltre con un carattere orribile, e terribile: non era un tipo gradevole da frequentare. Eppure se oggi siamo meno trogloditi, caz*o, qualcosa (tanto) lo dobbiamo a lui.
Larry non aveva chissà che scopi, o ideali. Solo gli giravano le p*lle della morale e moralità stabilite. Pure i nudi e il porno di Hefner lo mandavano in bestia: tutto troppo laccato, sprizzante salute… E no: il sesso, e rappresentato nel porno, è di suo sporco, puzza, è animalesco, primordiale, deve porsi sopra e sotto e oltre ogni etica. E Larry su Hustler lo ha immortalato in ogni sua lordura. E vizio. E colpa.
Ciò significa rendere porno, su un foglio, ogni bestialità. Il sesso anche violento. Anche aberrante. Non c’è vagina e non c’è pene, di religiosi, e di mito e culturale e/o storico padre fondatore santissimo, che Larry non abbia intenzionalmente sporcato, o non abbia intenzionalmente umiliato, su Hustler. Perché? Perché te, lettore, non devi essere lisciato, rassicurato, spinto a ricomprarmi. Devi essere sfidato. Molestato. Pure spaventato. Sta′ sicuro che in ogni numero troverai una immagine, una riga, che ti spronerà a sputarmi in faccia. Oppure a querelarmi. Farmi finire in galera.
Con Hustler, Flynt ha fatto politica svelando le bugie che ci stanno dietro. E di soldi, e di sesso. Pochi i politici nazionali a dimettersi perché sp*ttanati su Hustler nelle loro ipocrisie. Tantissimi però i politici locali (e le divise) mandati a casa. Con ignominia. Più un politico incitava a dio e patria e famiglia, più finiva su Hustler con tutte le m*gnotte e le droghe che si p*ppava quando non occupato a romperci su come dobbiamo vivere.
E, ogni volta, sp*ttanati con le prove. Intercettazioni, telecamere nascoste, spiate, e delazioni: Larry pagava bei soldi a chicchessia, basta che gli portasse prove. Larry votava democratico, ma se doveva fare il c*lo a un politico, gli fregava caz*i del suo partito. Larry procedeva né per purificare né per moralizzare, ma soltanto perché, se campi di soldi pubblici, ne devi rispondere, e ci deve essere coesione tra ciò che sei, dici, e fai. Ci sono state volte in cui Larry è finito dietro le sbarre (non è una gran mossa ringhiare al tuo giudice “sei una f*ga a gettoni”), e volte in cui si è salvato per un cavillo.
È per il porno che Larry è finito su sedia a rotelle e ci è rimasto 40 anni prima di schiattare. Sebbene lui abbia sempre detto che gli hanno sparato (in Georgia, all’uscita del tribunale di uno dei suoi processi per oscenità) per i documenti che su Hustler lui aveva reso pubblici sull’omicidio di John F. Kennedy, Larry è stato colpito da uno proclamatosi offeso dai coiti porno su Hustler tra bianchi e neri e d’ogni colorito. Larry non poteva più fare sesso dopo l’ennesima operazione che lo aveva reso un vegetale dalla vita in giù. Ha fotografato le sue condizioni su Hustler. Dandogli ogni dignità e rispetto. E guai a piangerne! E Larry ha deciso e affrontato ogni sua guerra in solitaria. Solo. Di sostegno e approvazione altrui, non ha mai saputo che farsene.
Da milionario padrone di Hustler e di casinò, e tv porno, Larry si è giocato tutto per la libertà di pubblicare “by parody” che un prete che sta in tv a prendersela con chi non è etero, “è stato sverginato da sua madre”. Non solo ha vinto una causa assurta a materia di studi universitari, ma questo prete, Jerry Falwell, è poi diventato suo amico. Larry diceva che li accumunava l’esser “due piazzisti”: Larry di porno schifezze, e il Rev. Falwell di “salvezza di anime!”.
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Oggi Hustler c’è e va avanti sia in edizione cartacea che digitale. E ancora ha la rubrica "la/o str*nzo del mese": riconoscimento che Larry su Hustler si è auto assegnato più volte, e che nel numero di giugno 2024 è andato a una avvocata, Erin Hawley, moglie del senatore repubblicano Josh Hawley, uno per cui Trump è un vate. Questa Erin è una anti abortista collegata a ricche organizzazioni religiose, mirante ad “abolire l’aborto ovunque, e per tutte, e per qualsiasi motivo, e determinata a rendere la propria fanatica e antiquata ossessione, basata sulla fede, la legge del Paese”.
I sex store by Hustler sono credo più di 40, negli States. È tutto in mano a Liz, ultima moglie di Larry, e a Paul Cambria, l’avvocato che per una vita ha difeso le battaglie di Larry (anche se nel film bio "Larry Flynt – Oltre lo scandalo" non si chiama così, è lui). Ma tutta la direzione di Hustler è in mano a donne. E questo è il mio personale flyntiano vaffanc*lo a chiunque mi scoccia di porno e di Occidente sessisti e misogini. Grazie Larry Flynt, e un mio grazie preziosissimo a Giampiero Mughini, per tutti gli Hustler d’antan che, dalla sua biblioteca porno, mi ha fatto scoprire.
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