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    MACRON, TI FA IL CULO MÉLENCHON! - IN EUROPA COMINCIANO A PREOCCUPARSI CHE IL PORTACIPRIA DI BRIGITTE VENGA RIDIMENSIONATO DAL VOTO DELLE ELEZIONI LEGISLATIVE DEL 12 GIUGNO: IN CASO DI VITTORIA DELLA SINISTRA, DATA IN CRESCITA DAI SONDAGGI, IL PRESIDENTE FRANCESE DIVENTEREBBE UN'ANATRA ZOPPA (FATTA ARROSTO) - UNA DEBOLEZZA ALL'ELISEO CHE SECONDO LE CANCELLERIE EUROPEE POTREBBE FAVORIRE MOSCA (INSOMMA FRANCESI: NON VOTATE A SINISTRA, FATELO PER GLI UCRAINI!)...


     
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    Claudio Tito per “la Repubblica

     

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    La "coabitazione". O anche una maggioranza relativa che renda il governo fragile. Che trasformi il punto di riferimento della Francia in un punto interrogativo. Che esponga ancor di più la debolezza dell'Unione anche nel confronto con la Russia di Putin. Ecco la grande paura che inizia a serpeggiare tra i Palazzi europei.

     

    Negli ultimi giorni, sia a margine dell'ultima riunione della Commissione, sia in Parlamento a Strasburgo, infatti, l'eventualità che le elezioni legislative di domenica prossima costringano il presidente francese Macron a fare i conti con un sistema politico parcellizzato e a mostrarsi come un'"anatra zoppa", ha fatto scattare un vero e proprio allarme.

     

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    L'altro ieri, nei colloqui informali che hanno accompagnato l'ultima convocazione della Commissione Ue, tutti i presenti si interrogavano sui possibili risultati di domenica. Non solo perché l'inquilino dell'Eliseo, dopo l'addio di Angela Merkel, ha esercitato una leadership costante dentro l'Unione ma anche perché l'Ue diventerebbe ancora più debole, più incapace di farsi sentire negli sviluppi della guerra ucraina.

     

    In una fase in cui la Commissione sta mostrando diversi limiti, perdere anche un ancoraggio solido in Francia rischia di compromettere gli ultimi due anni di mandato.

     

    Non solo. La preoccupazione è aumentata in seguito ad alcuni report, provenienti anche dalla Nato, che fanno riferimento proprio alle circostanze politiche che si registrano a Parigi e che possono esporre il fronte occidentale nel confronto con Mosca. Anzi, possono diventare un'occasione per Putin.

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    Secondo alcuni di questi dossier, infatti, il Cremlino sta valutando le prossime mosse anche in base a quel che accadrà al primo turno e al successivo ballottaggio delle elezioni transalpine.

     

    Uno di questi potenziali bivi riguarda l'accordo per "liberare" il grano dal porto di Odessa. Ieri l'incontro in Turchia sembra aver posto una premessa positiva. Ma i dubbi europei si concentrano sul fatto che un'intesa per trasportare tonnellate di cereali, sarebbe il prologo per una tregua. Il "Piano" turco, infatti, punta a fermare le armi.

     

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    Non chiudere il patto con Ankara e con l'Onu, al contrario, verrebbe considerato a Bruxelles come il tentativo di allungare i tempi del conflitto. Anzi, sarebbe la scelta per compiere il tentativo di "globalizzare" la guerra. In che senso? In tutte le riflessioni di questi giorni, Ue e Nato prendono in considerazione una sorta di "opzione africana".

     

    Ossia l'idea che Mosca possa estendere la guerra ibrida all'Africa affamandola. Non far arrivare il grano in quel Continente significa esporre l'Europa ad una probabile ondata migratoria. L'Ue dovrebbe affrontarla senza mettere in campo le "redistribuzioni" anche perché tutti gli Stati dell'est Europa stanno già affrontando l'emergenza profughi dall'Ucraina.

     

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    Una mossa del genere, quindi, equivarrebbe a tentare un colpo nei confronti di tutto l'Occidente, un po' come ha dichiarato l'altro ieri l'ex presidente russo Medvedev.

    Aprire o chiudere il rubinetto dei migranti può diventare la trincea di vetro la quale il Vecchio Continente sarebbe costretto a schierarsi.

     

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    Ma, appunto, le prossime decisioni di Putin potrebbero dipendere in primo luogo dallo stato di Salute dell'Unione Europea. Da quanto il governo francese sarà forte o da quanto sarà debole. E di conseguenza quanto lo sarà anche l'Unione. Tenendo presente che nel giro di una decina di mesi l'Occidente dovrà affrontare almeno altre due scadenze elettorali fondamentali. Il voto di midterm negli Stati Uniti dove il presidente Biden potrebbe ritrovarsi con Congresso e Senato dominati dal Partito Repubblicano. E poi le urne italiane nella prossima primavera.

     

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    Che al di là della confusione politica tipica del nostro Paese e della capacità russa di infiltrarlo, rischiano di essere caratterizzate soprattutto dalla circostanza che Mario Draghi non sarà più l'inquilino di Palazzo Chigi. Un altro fattore che viene giudicato una potenziale debolezza.

     

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    Non è un caso che la prossima settimana anche questi elementi verranno affrontati al summit dei ministri della Difesa della NATO convocati a Bruxelles. E a maggior ragione saranno discussi al vertice dell'Alleanza che si terrà a fine mese a Madrid.

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