Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
proteste contro la riforma delle pensioni in francia
Treni fermi, scuole vuote, voli cancellati, e poi il rito delle banche vandalizzate dai black bloc a Parigi, con i gas lacrimogeni della polizia a fine corteo in place d’Italie. In tutta la Francia 1,3 milioni di persone sono scese in piazza secondo il ministero dell’Interno (3,5 milioni secondo il sindacato Cgt).
La sesta giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni è stata la più sentita da quando, a gennaio, è cominciato il movimento di protesta. Al grido di «blocchiamo la Francia» i sindacati e le opposizioni, soprattutto di sinistra, sono riusciti nella dimostrazione di forza. Gli scioperi continueranno e il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, chiede un referendum o lo scioglimento dell’Assemblea nazionale […]
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Emmanuel Macron sperava di fare della riforma delle pensioni il punto di partenza per un secondo (e ultimo) mandato presidenziale di successo, ma non è riuscito a trovare il consenso dei cittadini. Oltre i più militanti che scendono in piazza, secondo i sondaggi circa due terzi dei cittadini sono favorevoli al blocco del Paese pur di fermare la riforma.
La misura più criticata, anche perché la più comprensibile, è il passaggio dell’età per la pensione da 62 a 64 anni (con deroghe per i lavori usuranti): non sembrerebbe un sacrificio spaventoso, considerato che in Europa il limite è di solito più alto — 67 in Italia, 65 in Spagna, quasi 66 in Germania — e che in Francia come altrove l’aspettativa di vita continua ad aumentare. Ma i francesi tengono alla loro eccezionalità, e alle conquiste del loro modello sociale.
francia, sciopero contro la riforma delle pensioni di macron 9
[…] Per Macron è un momento politico molto delicato: l’opposizione compatta della Nupes (l’alleanza della sinistra radicale guidata da Mélenchon) e di tutti i sindacati (che da anni non si trovavano così uniti) fa percepire la riforma come oppressiva, ingiusta e di destra.
Tanto più che i deputati macronisti sperano nel voto dei Républicains (il partito della destra gollista) per fare passare la riforma il 15 marzo in Parlamento. Altrimenti il governo dovrà ricorrere all’impopolare articolo 49-3, che in sostanza garantisce l’approvazione della legge anche senza la maggioranza dei deputati.
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Il governo non cede, i sindacati nemmeno: gli scioperi potrebbero intensificarsi, con il blocco delle raffinerie e una penuria del carburante che sembra ormai inevitabile.
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