Claudio Ghisalberti per la Gazzetta dello sport
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«the biggest tragedy possible that could happen to the family, friends and teammates of Bjorg has happened Rest in peace Bjorg...». «La più grande tragedia possibile che poteva accadere alla famiglia, amici e compagni di squadra di Bjorg è successa... Riposa in pace Bjorg», poi un cuoricino. Con questo tweet, alle 19 in punto la Lotto-Soudal ha comunicato la morte di Bjorg Lambrecht. Al 22enne scalatore fiammingo è stata fatale una caduta avvenuta attorno al 40° chilometro di corsa della Chorzów-Zabrze, terza tappa del Giro di Polonia.
Al momento la dinamica dell' incidente non è stata ancora chiarita. Da una prima ricostruzione, pare che lo sfortunato corridore nella caduta (forse causata da un malore) in un fosso abbia sbattuto violentemente contro un blocco di cemento: rianimato sul posto, è stato trasportato in ambulanza (qualcuno ha detto in elicottero) in condizioni critiche all' ospedale di Rybnik, dove non è sopravvissuto a un intervento d' urgenza.
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Roberto Damiani, al seguito della corsa sull' ammiraglia della Cofidis ricostruisce così il fatto: «Radio-corsa non s' è nemmeno accorta della caduta. Quando siamo passati lo abbiamo visto in un fossato, largo al massimo un metro e mezzo. Lì c' era anche un ponticello di cemento per attraversarlo.
C' erano ferme la sua ammiraglia, quella della Uae e quelle delle Deceuninck. Forse in un primo momento pensavano ci fossero coinvolti anche loro corridori». Una ricostruzione confermata anche da Davide Formolo. «In gruppo nessuno sapeva nulla - racconta il campione italiano -. Nemmeno dell' incidente. Ce lo hanno detto a tappa finita (Jakobsen declassato per una manovra da bandito in volata, vittoria ad Ackermann, ndr). C' è da dire che le strade erano bagnate dalla pioggia e qui l' asfalto diventa una saponetta».
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Poi il veneto della Bora fa un passo avanti: «Siamo tutti scossi da questa tragedia. Speriamo che serva per il futuro, che tutto non finisca una sera. Che sia insomma da lezione, perché magari è stata una tragica fatalità, però ci prendiamo tutti troppi rischi. Si "lima" tutto i giorno, senza un secondo di respiro. Si "lima" già appena scesi dal bus e anche dopo la corsa. In gruppo non si tirano mai i freni. Come se non ci fosse un domani, come se ogni millimetro guadagnato fosse decisivo. Ecco, che queste tragedie servano a tutti da lezione perché ogni momento in gruppo ci giochiamo la vita. Senza rispetto. Intanto domani (oggi, ndr) in lutto non partiamo, neutralizziamo la tappa».
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Lambrecht era considerato un talento emergente, tra i fiamminghi era visto come l' uomo nuovo per le grandi corse a tappe. Nel 2017 dopo aver vinto la Liegi Under 23, s' era piazzato secondo nel Tour de l' Avenir, al Valle d' Aosta, al Tour de Savoie e alla Ronde de l' Isard. Passato pro' con Lotto-Soudal nel 2018 a Innsbruck è stato argento mondiale nella prova in linea under 23. In questa stagione ha ottenuto il 6° posto all' Amstel e il 4° alla Freccia, vincendo la classifica dei giovani al Giro del Delfinato, dove si era piazzato 12° assoluto.
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