luis enrique morata
In Spagna il sentimento popolare – i tifosi, ma anche buona parte della stampa – tifa contro la propria nazionale. Per colpa di Luis Enrique. E’ la tesi di un editoriale su Marca.
José Felix Diaz scrive di aver vissuto la nazionale di Luis Aragonés, “che prima era il diavolo, e poi finì per essere un angelo” o quella di Del Bosque, prima criticato e poi osannato. “Noi siamo così e non cambieremo, ma questo strano Europeo sta superando quello che abbiamo vissuto. La critica è logica perché ci si aspettava di più, ma dietro tante parole c’è odio e gioia per il mancato successo di questa Spagna”.
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“Molti tifosi festeggiano e augurano la sconfitta della Spagna di Luis Enrique, come punizione per il tecnico. Dal giorno delle convocazioni è stato bollato come anti-Madridista, anti-Aspa, anti-Nava…, anti-tutto”.
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“La corrente contraria che si è creata condanna i giocatori a indossare l’armatura del nulla. Ma la verità è che ne soffrono, e sia la stampa che i tifosi fanno sì che i calciatori camminino insicuri sul già brutto prato di La Cartuja”.
“Tutto innescato nel carattere anti-Madrid dell’allenatore, lo stesso che nella sua seconda partita sulla panchina spagnola schierò sei giocatori del Real Madrid titolari. Gli imputano di rappresentare la nazione, di aver rinchiuso i giocatori, di averli separati dalla stampa e dalla realtà, cosa totalmente falsa, che le sue decisioni sono dovute a questioni personali”.
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