DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per www.corriere.it
Ridateci Sky! Ridateci la possibilità di sentire Jimmy Kimmel in diretta (nella traduzione simultanea si perde il senso delle battute!). Ridateci un inviato sul tappeto rosso che non si comporti da groupie come Paolo Sommaruga! Condurre la Notte degli Oscar non è come condurre «La vita in diretta» e non è che il lanciatissimo Alberto Matano possa cambiare dall’oggi al domani: è e resterà un nipotino di Mara Venier (mi riferisco al suo modo di proporsi).
La cerimonia di premiazione della 96ª edizione è stata trasmessa da Rai1, chissà, forse per rendere omaggio a Lucia Bergonzoni della Lega, la sottosegretaria alla Cultura che è andata a Los Angeles per sostenere «Io capitano» (intanto Matteo Salvini non esclude l’uso della marina militare per fermare gli sbarchi).
claudio santamaria ambra angiolini alberto matano claudia gerini notte degli oscar
[…] Stefania Sandrelli, Gabriele Muccino, Claudia Gerini, Ambra Angiolini e Claudio Santamaria facevano a gara a chi collezionasse più banalità, scontatezze, luoghi comuni sul cinema e sugli Oscar.
Nella foga di salire tutti sul barcone di «Io capitano», Matano celebra il ritorno agli Oscar di un film italiano dopo dieci anni. In studio annuiscono e concordano, dimenticando che nel 2022 l’Italia era in gara con «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino. Anche quando parlano di «Oppenheimer», in molti si augurano che vinca Garrone, ignorando che i due film concorrono per categorie differenti.
Momento di grande ironia e di alta incomprensione fra Ambra Angiolini, che rivendica di essersi spogliata per tre volte ma di non essere mai stata candidata agli Oscar, e Claudia Gerini che le spiega che si viene candidati per bravura.
alberto matano notte degli oscar
Il format era questo: Matano raccontava la trama del film, condita con qualche osservazione di preoccupata partecipazione, cui seguiva il commento di un ospite che ripeteva più o meno le stesse cose. Per averne un’idea, cercate su RaiPlay la presentazione del film «La zona d’interesse» di Jonathan Glazer e il successivo commento di Gabriele Muccino (cui servirebbe sempre la traduzione simultanea). Una notte da Oscar sovranista che pareva scritta da cinofili.
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