Mattia Feltri per “la Stampa”
IL GENERALE ROBERTO VANNACCI
Il generale Roberto Vannacci è preoccupato dalla tenuta nel nostro paese della libertà di pensiero e di parola. Lui che da sei mesi, da quando ha pubblicato il suo libro accreditato di centinaia di migliaia di copie vendute o piratate, è in giro da Ragusa a Bolzano a presentarlo davanti a folle idolatranti, ospite dei migliori talk show, intervistato dalle più prestigiose testate, a dire e ripetere che gli omosessuali non sono normali e devono farsene una ragione, che le lobby gay internazionali gli impediscono di dire busone o invertito, che Paula Egonu ha tratti somatici non rappresentativi dell'italianità,
il mondo al contrario roberto vannacci
che non dovrebbe essere condannato se pianta la matita nella giugulare del ceffo che lo aggredisce, che la Russia di Putin sarà anche una dittatura ma nessuno ha paura di far sera nei parchi, che le femministe sono moderne fattucchiere insoddisfatte della vita domestica, che i preservativi assecondano malauguratamente il desiderio di non fare figli anziché di farli, e a dire e ripetere una profusione di altre sentenze non sempre di sua produzione, avendole noi già sentite per decenni da barbieri e tassisti, sebbene in percentuali in progressivo e drastico calo,
ROBERTO VANNACCI
e per questa sua sofisticata dottrina è conteso da stampa e piazze ed è salito sino alle cime della popolarità, tanto che la contesa della sua persona si è estesa ora ai partiti ansiosi di candidarlo a un seggio del Parlamento europeo, ecco, lui è preoccupato dalla tenuta della libertà di pensiero e parola? Lui? Lui che, in questo amabile paese, della libertà di pensiero e parola, di qualsiasi pensiero, di qualsiasi parola, è il monumento vivente?