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Marco Giusti per Dagospia
Tutto come previsto agli Oscar 2014. Miglior film "12 anni schiavo" di Steve McQueen. E' la prima volta che un film diretto da un regista nero vince l'Oscar. Orgoglio. "Mio fratello Steve McQuenn miglior Muthafu*kin' Director. Aww...", twitta Spike Lee. E' anche la prima volta che vince un artista diventato regista (pensa come rosicano Douglas Gordon e Julian Schnabel). E per Hollywood è una rivoluzione. Miglior regia al messicano Alfonso Cuaron per "Gravity".
E miglior film straniero a "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, per la gioia di Curzio Maltese, di Pascal Vicedomini, di Medusa, di "Repubblica" e di tutti gli italiani. Orgoglio italiano! Esultano pure Matteo Renzi e Dario Franceschini, che fa subito sapere che ha chiamato al telefono il regista. Ne siamo contenti. Lui, Sorrentino, ringrazia le sue fonti di ispirazione "Fellini, Scorsese, Talking Heads e Diego Armando Maradona". Mi pare giusto.
Miglior protagonista maschile Matthew McConaughey per "Dallas Buyer Club", che batte il povero lupacchiotto Leonardo Di Caprio, che sembra non prendersela più di tanto. Ma su twitter si parla solo del fatto che Leo non ha vinto nulla. Migliore protagonista femminile Cate Blanchett per "Blue Jasmine", alla faccia di tutte le polemiche che hanno provocato le dichiarazioni di Dylan Farrow sul patrigno Woody Allen. Era la migliore. Giusto così.
Miglior attore non protagonista Jared Leto per "Dallas Buyers Club" e miglior attrice non protagonista Lupita Myong'o per "12 anni schiavo". Era anche la più elegante vista alla cerimonia, supervestita Alexander McQueen e Stella McCartney.
Miglior sceneggiatura non originale a John Ridley per "12 anni schiavo". Miglior sceneggiatura originale a "Her" di Spike Jonze. "Frozen" di Chis Buck e Jennifer Lee vince come miglior film animato. E anche qui si nota che è la prima volta che una donna dirige un film della Disney e vince pure l'Oscar.
"Frozen" vince anche per la migliore canzone, "Let It Go" del filippino Robert Lopez che ha saluto i compaesani. Orgoglio filippino. "Gravity", che vince ben sette Oscar, si aggiudica oltre alla miglior regia, il suono, il montaggio, il montaggio del suono, la fotografia, la musica e gli effetti speciali. Un trionfo. A "The Great Gatsby" vanno i premi per scenografia e costumi, dell'australiana Catherine Martin, che ha anche lei salutato i suoi. Orgoglio australiano.
A "Dallas Buyers Club" va anche il trucco e parrucco. Il miglior documentario, unico premio non previsto, va a "20 Feet To Stardom", mentre il miglior corto è "The Lady in Numer 6: Music Saved My Life", storia di Alice Herz Sommer, sopravvissuta all'Olocausto di 110 anni, morta solo pochi giorni fa.
Il mondo cambia. Sul palco, Ellen Degeneres, che ha presentato con grande ironia la serata, puntando sulla diversità di questa edizione, in tutti i sensi, si è fatta un selfie con Jennifer Lawrence, Meryl Streep e Kevin Spacey che è stato retwittato un milione di volte. Poi ha fatto la questua per un pizza.
Il vero sconfitto della serata è "American Hustle", che riesce a non vincere assolutamente nulla malgrado le dieci nomination. Brad Pitt trionfa invece come produttore e interprete di "12 anni schiavo". Steve McQueen zompava come un grillo sul palco. Ha pure dichiaro "Fatelo. Fatela diventare realtà . I sogni possono diventare veri. Non è fantasia".
Detto questo, i giornali americani fanno notare che i due film che hanno dominato l'ultima settimana in America, "Non stop" e "Son of God", hanno incassato più di tutti i film da premiare messi assieme. E "La grande bellezza" in America ha incassato solo due milioni di dollari. Per l'Italia e per il governo Renzi-Franceschini è una bella sorpresa. Magari vinciamo anche i Mondiali di calcio. Comunque, sono d'accordo con Sorrentino, sempre viva Maradona! Orgoglio Napoli!
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