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Renato Franco per il "Corriere della Sera"
«Dopo gli attacchi alle Torri, il governo si attribuì il potere di leggere ogni email, di ascoltare ogni cellulare, di controllare ogni pc, ma gli serviva qualcosa per vagliare il tutto, per trovare i terroristi prima che potessero agire». Il mondo post 11 settembre ha visto moltiplicare gli occhi che ci spiano e le orecchie che ci ascoltano; l'incubo di Orwell, il 1984, è oggi.
Un tema che è alla base della nuova serie tv ideata da J.J. Abrams - che con Lost ha accumulato crediti inesauribili - e da Jonathan Nolan - fratello del visionario Christopher, per cui ha scritto molte sceneggiature e il soggetto di Memento. Due autori che amano lasciare domande senza riposte, interrogativi insoluti, spargere dubbi; dunque più interessati al problema che alla sua soluzione, che è la prospettiva sempre più affascinante. In Person of Interest i due si chiedono come sarebbe la società se ci fosse una macchina che potesse prevenire attentati terroristici e crimini comuni, un mondo dove un reato può essere anticipato prima che sia commesso.
Nella finzione del telefilm, la risposta viene trovata da Mr Finch (l'attore Michael Emerson), un eccentrico milionario esperto di informatica che è riuscito a mettere a punto un sofisticato software che permette di prevenire i crimini violenti. Ha ideato un programma che passa al setaccio dei suoi incomprensibili bit tutto ciò che oggi ci rende ritracciabili - telecamere di sorveglianza, pc, cellulari, carte di credito, transazioni bancarie.
Una macchina avanzatissima, ma imperfetta perché individua una persona che sarà coinvolta in un reato, ma non sa se come vittima o come artefice. Sono loro le Person of Interest, le persone sospette che diventano sorvegliati speciali. Per questo Finch decide di ingaggiare Reese (James Caviezel, quello sfigurato da Mel Gibson nella Passione di Cristo), un ex agente della Cia creduto morto, che si occupa della parte pratica: individuare i futuri criminali in base agli elementi forniti dal software.
Person of Interest arriva su Premium Crime, il canale pay del digitale terrestre Mediaset, da venerdì in prima serata (la prima puntata sarà in chiaro anche su Italia 2) e si muove tra il 1984 di Orwell - Grande Fratello e dintorni - e il Philip Dick di Rapporto di minoranza, portato al cinema da Spielberg con Minority Report, dove l'aspetto fantascientifico si sposava con quello mistico dei precog, individui dotati di poteri extrasensoriali di precognizione dei reati.
«Con la tecnologia non solo puoi essere rintracciato, ma le tue mosse possono essere anticipate - ha spiegato J.J. Abrams -. Quando ti guardi intorno, ti rendi conto che sei costantemente osservato. Ma siamo talmente abituati alle telecamere che alla fine esse diventano invisibili: siamo tutti in un reality».
Aggiunge: «Nei polizieschi si mostrano reazioni a crimini che sono stati commessi, che succedono proprio quando lo spettacolo comincia. Questa serie tv parte da un'altra premessa: che cosa accadrebbe se riuscissimo a impedire un reato? E ogni settimana non sai se la person of interest sarà una vittima o un carnefice». Però in fondo in fondo a J.J. questo mondo occhiuto non pare dispiacere: «Qualunque cosa possa aiutare a prevenire qualsiasi tipo di reato grave è solo una buona cosa».
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