ADDIO ZEMAN - 110 MILIONI DI EURO SPESI IN DUE ANNI PER RITROVARSI ALL’OTTAVO POSTO IN CLASSIFICA E CON LA SECONDA PEGGIOR DIFESA DELLA SERIE A? NELLO PSICODRAMMA ROMA, IL GRANDE BOEMO PAGA PER TUTTI – DOPO BALDINI (“CHI SI FA GIUDICE, VERRÀ GIUDICATO”), ANCHE SABATINI LO SCARICA: “VALUTIAMO IL CAMBIO DELLA GUIDA TECNICA”…

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1- CALCIO: SABATINI, ZEMAN? VALUTIAMO ANCHE CAMBIO GUIDA
(ANSA) - "Il lavoro di Zeman è soddisfacente per alcuni aspetti, ma è chiaro che ci sono cose meno positive. E' venuto il momento di interrogarci, e tra le valutazioni che stiamo facendo c'e anche un cambio della guida tecnica, benché marginalmente". Così il ds della Roma Walter Sabatini sulla posizione del tecnico giallorosso.

"Zeman - ha aggiunto Sabatini al termine della conferenza stampa di presentazione del nuovo arrivato Torosidis - è l'allenatore che ha scelto la Roma in maniera quasi euforica, lo abbiamo scelto pensando che avrebbe fatto prevalere la voglia di fare il calcio nella testa dei ragazzi, una calcio non garibaldino ma arrogante, prepotente che volesse schiacciare l'avversazio con azione dinamica rivolta prevalentemente alla parte offensiva".

"Zeman lo abbiamo lasciato lavorare - ha puntualizzato il ds - e lui con molto coraggio ha capito le potenzialità di tanti calciatori, penso a Lamela ma non solo a lui, o scoperti e lanciati quindi un bel tratto del suo lavoro è stato apprezzato dalla società dagli sportivi e da tutti noi. Credo anche dai calciatori".

Detto questo, "si arriva però ad una situazione, quella odierna, di poca soddisfazione rispetto a quello che la squadra riesce a produrre. Adesso ci fermeremo un po' interrogandoci sui motivi che non ci hanno portato a fare cose congrue alle richieste, parlo di lavoro, di proposte, oppure vedere se abbiamo sbagliato qualcosina nel comporre l'organico. Siamo in una fase di studio che contempla anche l'idea di potere cambiare l'allenatore, molto marginalmente perché l'allenatore ha fatto bene con noi nonostante tutto e di cui siamo contenti".


2- IL GIORNO DELLA RESA DEI CONTI ZEMAN È TORNATO IN BILICO
Matteo Pinci per "la Repubblica - Edizione Roma"

Buttare via subito il vaso rotto o provare a tenerne insieme i cocci fino all'estate? Se lo stanno chiedendo tutti a Trigoria dopo la frattura, evidentemente non sanabile, tra l'intero organismo Roma e Zeman. L'appuntamento è fissato per oggi a Trigoria: una sorta di resa dei conti, da una parte l'allenatore, dall'altra i dirigenti. E anche se il management romanista fa sapere di rifiutare scelte di "pancia" o isteriche che anticipino l'inevitabile divorzio estivo con il boemo («Non lo cacciamo »), rimane il rischio che la situazione possa precipitare.

Magari sarà proprio il ds Sabatini a sintetizzare la situazione, stamane, durante la presentazione del greco Torosidis. La tensione per una situazione divenuta insostenibile per tutti, e che ha portato una decina di tifosi a tentare l'accesso al vagone della squadra insultando Goicoechea, il tecnico ha provato a smaltirla con un lungo sonno durante il viaggio di ritorno da Bologna, teatro dello sciatto pareggio per 3-3 contro Pioli: Roma ottava, superata dal Catania, l'Europa sempre più lontana.

Sabatini invece in quelle ore guardava e riguardava la gara: modi opposti di vivere il ritorno che la dicono lunga sulle divergenze interne. Baldini, passata la serata a Reggello, sarà oggi a Trigoria per il confronto con dirigenti e allenatore. Intanto ha fatto giungere la propria replica, dura, allo sfogo del tecnico su regolamenti e disciplina. Una mano tesa verso la squadra: «Il comportamento professionale dei ragazzi è da sottoscrivere - il messaggio del dg - la disciplina non si ottiene con regole scritte, che tra l'altro ci sono, ma con credibilità e comportamenti.

Con questo potenziale una squadra può aspirare a qualcosa di più che a un ottavo posto. È sempre meglio essere avvocato difensore che giudice, anche perché con il tempo noi stessi saremo giudicati ». Come a ricordare al boemo le proprie responsabilità tecniche e l'onere del giudizio in cui incorrerà. Colpevole, forse, anche della gestione di Balzaretti, stiratosi al flessore dopo settimane in cui giocava con guai muscolari. Per Totti «Per dimostrare di voler reagire servono i risultati»: da Bologna, allora, il segnale è fin troppo eloquente.

 

 

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