
DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE…
A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )
Da "The Verge.com" (http://bit.ly/149h7hE) , "Mashable.com" (http://on.mash.to/15dn2Fy) e "Financial Times" (http://on.ft.com/19pzS6j)
SAMSUNG GALAXY S4 MINI
Solo qualche giorno fa si parlava di un presunto "lapsus" da parte di Samsung, che aveva erroneamente inserito il Galaxy S4 Mini nella lista dei suoi prodotti sul suo sito.
Adesso è tutto spiegato, perché la versione piccola del nuovo Galaxy S4 esiste davvero: è stata svelata dall'azienda coreana, che ne ha rivelato anche alcune specifiche tecniche.
Il Samsung Galaxy S4 Mini ha uno schermo da 4,3 pollici (le dimensioni sono quindi comunque notevoli), un processore Snapdragon 400 dual-core da 1,7 GHz e una RAM da 1,5 GB, mentre la memoria interna è di 8 gigabyte (espandibile con microSD). Ha due fotocamere, una posteriore e una frontale: la prima è da 8 megapixel, la seconda da 2.1.
Pare che il nuovo dispositivo, presentato appena un mese dopo l'uscita del Galaxy S4, abbia diverse funzioni in comune con il fratello maggiore, fra cui Group Play, Sound&Shot, Story Album, ChatON, WatchON, S Health e S Translator. Il Galaxy S4 Mini sarà disponibile solo nei colori bianco e nero, e sarà probabilmente presentato ufficialmente il prossimo 20 giugno, in occasione di un evento a Londra.
APPLE IPOD TOUCH 16 GB
E se Samsung si appresta a lanciare una nuova versione di un prodotto già esistente, la stessa cosa fa anche Apple. Solo che nel caso dell'azienda di Cupertino non si tratta di uno smartphone, ma dell'iPod Touch, che essendo dotato di software iOS ha comunque quasi tutte le funzioni del melafonino eccetto, naturalmente, il telefono.
Anche in questo caso si tratta di una versione più economica rispetto all'originale di quinta generazione: il nuovo iPod Touch non è infatti provvisto di fotocamera posteriore ma solo di quella anteriore e ha una memoria di 16 GB, invece che di 32 o 64. Il prezzo non differisce moltissimo da quello dell'iPod Touch 32 GB di quinta generazione: 249 euro invece di 329. Una novità che comunque non è stata pubblicizzata con grande entusiasmo nemmeno dalla stessa Apple.
Addio anche all'estetica variopinta dell'originale iPod Touch: il nuovo dispositivo da 16 giga è disponibile in soli due colori, nero e argento.
GOOGLE MOTOROLA MOTO X
Ma un vero colpo sia per Samsung che per Apple potrebbe giungere da Mountain View, dove Google è in procinto di presentare uno smartphone che minaccia di essere non solo più "smart" degli altri, ma anche meno costoso.
Il manager di Google che guida Motorola, Dennis Woodside, ha annunciato alla conferenza annuale "D: All Things Digital" in California, che l'azienda del motore di ricerca entro il 2013 rilascerà un prodotto che potrebbe rivelarsi una bomba nel settore dei telefoni intelligenti: il "Moto X".
Si tratta di un cellulare che non solo sarà capace di adattarsi alle esigenze degli utenti, ma che addirittura potrà anticiparle. Il device sarà infatti dotato di sensori che lo rendono "consapevole" di ciò che gli succede intorno: che si trovi in viaggio su un'automobile a una certa velocità o che venga tirato fuori da una tasca. In base a questo, lo smartphone cercherà di prepararsi in anticipo all'uso che l'utente vuole farne: ad esempio attiverà da solo la fotocamera per scattare una foto.
In pratica, si tratterebbe di un dispositivo da fantascienza, "pensante" a tutti gli effetti. Come pensante è la strategia di Mountain View: il Moto X avrà un margine di guadagno del 50 per cento, proprio per far sì che il prezzo rimanga basso (sicuramente più basso di iPhone 5 e Galaxy S4) e per colpire al cuore la concorrenza.
Non solo, perché, tirando un'altra frecciatina ad Apple, Woodside l'ha buttata sul patriottico e ci ha tenuto a specificare che il nuovo dispositivo sarà fabbricato al 70 per cento negli Stati Uniti, e più precisamente vicino Fort Worth, in Texas, dove Mountain View assumerà 2 mila persone. Come a dire: non come altri che vanno in Cina a produrre i propri prodotti e a sfruttare la manodopera sottopagata. Certo però che nemmeno Google potrà evitare di rifornirsi di alcuni componenti dalle fabbriche asiatiche.
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