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Il cardinale Comastri in diretta al Tg1: "Babbo Natale non esiste. Scrivergli una lettera è come dire <Caro nessuno>" pic.twitter.com/A9IiZMk5GQ
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) December 24, 2024
“‘Babbo Natale non esiste. Scrivergli una lettera è come dire ‘Caro nessuno’. E’ ben diverso dire Caro Gesù bambino…”. Le parole del cardinale Angelo Comastri in diretta al Tg1 scatenano un putiferio sui social: C’è chi scrive: “Ha ragione, la ricorrenza vera è la nascita di Gesù, il resto riti, panettoni, regali spesso inutili sono farina del sacco degli umani”. Ma non mancano le critiche: “Non discuto il Credo. Discuto, molto, che abbia detto che Babbo Natale non esiste al Tg1, alla vigilia, con non so quanti bambini a cena con la TV accesa”.
Il cardinale Comastri ha sviluppato una riflessione non convenzionale sulla ricorrenza della nascita di Gesù nel libro “Sai cos’è il Natale” (Oasiapp). Un modo per riconnettersi con la bellezza e il reale significato della festa attraverso le parole anche sferzanti di numerosi autori.
Nel 1954 (tre anni prima di morire) Curzio Malaparte scrisse un articolo feroce nei confronti del modo di vivere il Natale: “Perché nessuno di noi ha il coraggio di dire che il mondo non è stato così poco cristiano come in questi anni? Quando si avvicina il Natale, molti si preparano ad una grande ipocrisia. Non hanno nel cuore una briciola di bontà, non gli importa niente di chi soffre, covano invidie e gelosie e rancori con incredibile disinvoltura, tengono stretto il loro egoismo come se fosse un lingotto d’oro … e poi festeggiano il Santo Natale! Questa è ipocrisia”.
C’è Giovanni Papini che scomoda il “Pellegrino cherubico” di Angelo Silesio, un protestante tedesco del Seicento che si convertì al cattolicesimo e divenne frate francescano. Egli fece questa affermazione: “Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore”.
E poi la metafora di Alberto Moravia: “Il Natale mi fa pensare a quelle anfore romane che ogni tanto i pescatori tirano fuori dal mare con le loro reti: le anfore sono tutte ricoperte di conchiglie e incrostazioni marine, che le rendono irriconoscibili. Per ritrovare la forma, bisogna togliere tutte le incrostazioni”.
Infine, Eugenio Scalfari: “Ogni volta che si avvicina il Natale provo un certo dolore perché di Gesù se ne parla pochissimo. Non sono credente ma il fatto mi addolora…”
La chiosa di Comastri: “Come sarebbe diverso il mondo se prendessimo sul serio il Natale”
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