AREA PRO-TETTA - FEMEN E POPSTAR IN TOPLESS PROMUOVONO IL FEMMINISMO CHE VORREBBE “PENTHOUSE”: PER LORO LA SCELTA E IL CONSENSO SONO TUTTO MA PER GLI UOMINI LE TETTE RESTANO TETTE

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FEMEN A VENEZIA FEMEN A VENEZIA

Cosmo Landesman per “The Spectator”

 

Immaginate di tornare indietro agli anni Settanta. Le femministe sfilano per le strade di Londra protestando contro il concorso di Miss Mondo e qui incontrate un abietto editore di riviste maschili che ha una nuova idea per presentare i seni femminili agli uomini. Non offre soldi o fama ai soggetti, come fanno “Playboy” o “Penthouse”. No, le donne si toglieranno i vestiti in nome della liberazione femminile. Vi dice: «Ho visto il futuro del femminismo, e ha grandi tette!». Ovviamente penserete che sia pazzo. Di certo, nessuna donna accetterebbe, no? Sbagliato. Non solo è accaduto, ma sono state le donne a promuovere la causa.

FEMEN A VENEZIA FEMEN A VENEZIA

 

putin a milano accolto dalla femenputin a milano accolto dalla femen

Le Femen sono un gruppo di attiviste in topless nato in Ucraina nel 2008, il cui motto si riassume in un “la nostra missione è la protesta, la nostra arma è il seno nudo”. Ci sono loro dietro la nascita del primo “International Topless Jihad Day”. I seni nudi la fanno da padrone nella battaglia contro il sessismo, contro il “revenge porn” (la pubblicazione on line per vendetta) e contro la violazione dei computer e dei telefoni di celebrità come Jennifer Lawrence. Vedi il caso di Emma Holten, giornalista danese che ha ricevuto insulti di ogni tipo dopo che il suo ex fidanzato ha postato on line le sue foto senza veli. Quando è troppo è troppo. La Holten ha deciso di reagire. Come? Lamentandosi con “Google”? Facendo il nome del suo ex? No, si è fotografata le tette e le ha messe on line. E’ una logica curiosa, quella di contrastare le foto di nudo con altrettante foto di nudo.

 

FEMEN A VENEZIA FEMEN A VENEZIA

Quando le immagini di Jennifer Lawrence furono diffuse senza il suo consenso, l’attrice dichiarò di essere vittima di crimini sessuali, salvo poi apparire nuda sulla copertina di “Vanity Fair”. E’ il suo corpo, e ha difeso la sua scelta, disse.

 

inna shevchenko Femen CONTRO erdoganinna shevchenko Femen CONTRO erdogan

Per la Holten, la Lawrence e le altre femministe, la scelta è tutto. La teoria è che se una donna sceglie di spogliarsi, si trasforma magicamente da “oggetto passivo” a “soggetto autonomo”, riducendo così la pubblicazione di immagini nude a un atto di violazione del copyright che non ha nulla a che vedere con il sessismo. Mi dispiace fare il guastafeste ma ho il sospetto che il consenso non cambi granché il punto di vista degli uomini: lo sguardo maschile sarà ugualmente e felicemente puntato sulle foto approvate dalla Holten o dalla Lawrence. Per gli uomini le tette restano tette e le fisseranno con malizia. Se il “Guardian” pubblica le foto della giornalista nuda, diventa una specie di “Page 3” per chi disprezza la “Page 3” (la pagina in topless del tabloid “The Sun”).

Aliaa Magda Elmahdy Aliaa Magda Elmahdy

 

Il femminismo accademico ha fornito al nuovo femminismo sbandierato vocaboli tipo “autonomia” e “‘empowerment”, potere consapevole, legittimazione. Negli anni Ottanta fu Madonna a introdurre il concetto nella cultura pop. Siamo arrivati al punto di giustificare qualsiasi degradante e sessista immagine di donna nel nome del cosiddetto “empowerment”. Quando le vennero mosse accuse perché mostrarsi con le manette al collo e strisciare carponi svalutava l’immagine femminile, Madonna si difese dicendo: “Sono io che mi sono incatenata. Sono io al comando!”.

 

E’ la stessa difesa usata dalle modelle di “Page 3”, dalle ballerine di lap dance, dalle lavoratrici del porno, dalle prostitute e dalle popstar. “Empowerment”, l’assunzione consapevole del potere, è anche la parola sbandierata nel dibattito su “Cinquanta sfumature di grigio”, nonostante racconti la storia di una ragazza inerme davanti al piacere maschile. La regista Sam Taylor-Johnson nega che sia così, perché la protagonista sceglie, prende da sola le sue decisioni.

FEMEN A VENEZIA FEMEN A VENEZIA ALIAA MAGDA ELMAHDY ALIAA MAGDA ELMAHDY

 

Le donne scelgono di spogliarsi per “Page 3”, si aumentano il seno, si riducono la vagina e fanno tutto quello che una femminista considererebbe sintomo di una società sessista che cerca di approfittare delle donne. Non capiscono che la loro “scelta” coincide con il piacere erotico degli uomini. Io lo capii la prima volta guardando “Basic Instinct” nel 1992. La scena in cui Sharon Stone accavalla le gambe mostrando il pube, fu ritenuta dalle femministe un momento topico, in grado di autorizzare le donne, renderle consapevoli della propria forza, e in grado di spaventare gli uomini. Sarà, ma io e miei amici non facevamo che vedere a ripetizione la scena e gemere di gioia.

 

femen berlino femen berlino

Questo credo succeda anche oggi quando le donne mostrano i seni in nome del femminismo. Quando cinque Femen si presentarono in topless davanti a Putin nel 2013, lui alzò i pollici in segno di approvazione e guardò con piacere. La Holten viene ancora guardata con desiderio su “Google” e Dio solo sa cosa pensano gli uomini della copertina della Lawrence su “Vanity”. Il femminismo è un’altra cosa.

FEMEN A VENEZIA FEMEN A VENEZIA LE FEMMINISTE DI FEMEN PROTESTANO CONTRO PUTIN LE FEMMINISTE DI FEMEN PROTESTANO CONTRO PUTIN