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Hazel Andrews per “The Independent”
La scorsa estate andò virale il video della ragazzina che a Magaluf (Maiorca, Spagna) fece sesso orale con 24 uomini in cambio di alcol gratis e si creò una sorta di panico morale, con tutti i grandi giornali a discutere degli atteggiamenti della gioventù britannica all’estero.
Non capivo perché la notizia fosse tanto sensazionale, avendo io studiato per mesi il comportamento dei giovani a Magaluf già negli anni Novanta, e di nuovo nel 2009. Le storie di giochi con posizioni sessuali, donne persuase a mostrare le tette, spogliarelli e gare di bevuta, sono comuni.
Il detto “ciò che succede in vacanza resta in vacanza” perché tanto lì nessuno ti conosce, non è più valido all’epoca dei social media. Raramente si va in viaggio da soli, amici e conoscenti riprendono tutto e postano, riportando la vacanza a casa. Il mio approccio all’isola è stato di tipo antropologico e accademico, intendevo osservare e intervistare i turisti, ma non ci sono riuscita.
Non erano interessati a me né alle mie ricerche, giravano sempre in gruppi e questo faceva sì che diventassi io l’oggetto dell’inchiesta. Non mi ero conformata al “dress code”, non mi divertivano i giochi sessisti e razzisti né la vista dei corpi femminili così esposti, derisi e sfruttati con il “mamading” (sesso in cambio di bevute). L’eccesso non era solo dei giovani. L’uso più estremo delle imprecazioni l’ho sentito da una coppia anziana e alticcia, quando uno dei due è ruzzolato a terra e ha rifiutato l’aiuto dei passanti.
Non ero l’unica a stare a disagio. C’erano molti turisti che guardavano con disgusto il sesso facile e le piscine di vomito che si formavano grazie alle attività organizzate dagli animatori. Attività basate sulla cinica manipolazione e sulla ricerca del profitto. Altri ci avevano invece fatto l’abitudine, soprattutto i lavoratori stagionali e gli espatriati. Dato che parlavamo di un posto rinominato “Shagaluf”, mi avvisarono che era pericoloso girare di notte da sola, per via degli stupri e delle frequenti e violente risse nei bar.
Dal mio viaggio sono passati diversi anni ma niente sembra cambiato. Anzi, il girone non è più esclusivo di Magaluf, riguarda Faliraki, e in genere i posti in cui i giovani britannici fanno festa sotto il sole. Le autorità di Magaluf hanno dichiarato di voler riposizionare l’isola sul mercato, adattandola a una clientela di più alto profilo. Lo avevo sentito dire già nel 1997.
Il “Mirror” ha appena annunciato che dal giugno ci saranno nuove regole: chiunque giri senza maglietta sarà multato con 500 euro, il "balconing" (saltare da un balcone all’altro o in piscina) costerà 1500 euro (se sopravvivi), stessa cifra da corrispondere se si viene beccati a urinare o defecare all’aperto, vietati i “sex games” e il sesso in pubblico e proibito bere in strada dalle dieci di sera alle otto di mattina. I “pub crawl” però sono ancora legali, le offerte “bevi quanto vuoi a 5 euro” non appaiono sul menù ma sono fatte a voce dai “ticketeros” in strada, e il sindaco ammette che all’inizio si opterà per dei richiami, per la strada dell’educazione invece che per la tolleranza zero.
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