ULTIMO ATTO DELLA TELECOM-MEDIA - IL FONDO EQUINOX (MANCUSO) SI SFILA DALLA CORDATA CON CLESSIDRA PER TI MEDIA. DIFFICILMENTE SPOSITO ANDRà AVANTI DA SOLO - ORA RESTA SOLO L’OFFERTA DI URBANO CAIRO, INTERESSATO A LA7 SENZA FREQUENZE E MULTIPLEX - AL PIEMONTESE FREGA SOLO DI MANTENERE IN VITA IL CONTRATTO PUBBLICITARIO CHE HA ARRICCHITO LUI E AFFONDATO LA RETE - E LA RICAPITALIZZAZIONE OBBLIGATA (TROPPE PERDITE) TOCCHERà COMUNQUE A TELECOM…

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Antonella Olivieri per "Il Sole 24 Ore"

Equinox si sfila dalla cordata con Clessidra per Telecom Italia media. A questo punto, difficilmente il fondo di private equity di Claudio Sposito andrà avanti da solo, tanto più che l'offerta vincolante presentata giovedì al board di Telecom Italia scadrà, a quanto risulta, lunedì prossimo 21 gennaio.

Con tutta probabilità resterà quindi sul piatto solo l'opzione Cairo, ancora da finalizzare. Ma management e consiglio Telecom sono ormai convinti che la priorità sia uscire dal business televisivo, fonte di croniche perdite (-75 milioni le stime di Ebitda di La7 per il 2012). Urbano Cairo ha un interesse da difendere che è il contratto di raccolta pubblicitaria valido fino a fine 2019, molto favorevole per lui, dato che le commissioni sono circa il 30%, pari al doppio del mercato, a fronte dell'impegno a garantire un minimo (lordo) di 126 milioni l'anno: se la società fosse possa in liquidazione il contratto Cairo ovviamente andrebbe in fumo.

Di fatto, non sarà Cairo a pagare per rilevare La7 ma sarà Telecom a sostenere Cairo perchè si faccia carico di gestire il processo di ristrutturazione verso l'equilibrio economico. Oltre a garantire pubblicità Telecom su La7, che dovrebbe essere consegnata senza debito, è probabile che il gruppo di tlc, che controlla il 77,7% di Ti media, debba mettere anche mano al portafoglio per irrobustire il capitale.

A livello societario, infatti, Ti media si avvia a chiudere i conti 2012 con una perdita netta che gli analisti stimano di poco inferiore ai 100 milioni. Poichè il patrimonio netto della società, già oggetto di una ricapitalizzazione nel 2010, è di 216 milioni si ricadrebbe nella fattispecie da codice civile di abbattimento del capitale - e sua eventuale ricostituzione - per perdite superiori a un terzo. Come possa incidere questo sulla procedura di dismissione in corso è ancora da verificare nel dettaglio.

L'obiettivo Telecom è finalizzare la vendita di La7 in tempo per il consiglio del 7 febbraio - già in calendario per preconsuntivo e piano industriale - che dovrà approvarlo. Sorprese a questo punto non sono più attese. Anche se si sta realizzando, con un altro interlocutore, la "profezia" di Carlo De Benedetti - «adesso dovrebbero pregarmi per comprarla», aveva detto nella tarda primavera - la situazione deteriorata e le prospettive ancora nere del settore hanno convinto il presidente onorario dell'Espresso e il suo gruppo a non avere ripensamenti. L'ipotesi era stata scartata già all'avvio della procedura, quando per il dossier La7 erano stati contattati diversi interlocutori.

«Desta preoccupazione la decisione del cda Telecom di procedere comunque entro venti giorni alla vendita di Ti Media, anche in presenza di offerte che non sembrano adeguatamente competitive», aveva detto giovedì Paolo Gentiloni, responsabile Ict del Pd. «È in gioco innanzitutto la rilevanza de La7 per il pluralismo del nostro sistema televisivo; ma la preoccupazione riguarda anche il destino delle frequenze in possesso di Telecom Italia media, specie quelle in banda 700Mhz, destinate tra pochi anni ad essere una vera miniera d'oro per un gruppo che ha in casa un grande gestore di telefonia mobile». Ora, sfumando con la probabile ritirata di Clessidra l'ipotesi di cedere tutto il pacchetto, i multiplex (e le frequenze) resteranno in Telecom, mentre "politicamente", nonostante la campagna elettorale in corso, l'opzione Cairo è la più "neutra" possibile. Comunque, l'unica sul piatto.

 

CLAUDIO SPOSITOSalvatore Mancuso mil01 urbano cairoBernabe e marco patuano Piergiorgio PelusoPAOLO GENTILONI