playgirl anni 70

AVETE MAI SENTITO NOMINARE “L’INVOLTINO DI VENE BLU” E “IL GUERRIERO DELL’AMORE DALL’ELMO VIOLA”? SONO DUE MODI DI CHIAMARE IL PENE SECONDO "PLAYGIRL" - E’ UNA STORICA RIVISTA DEL 1973 CHE HA AVUTO ALTERNE FORTUNE PERCHÉ MAI È RIUSCITA A PARLARE ALLE DONNE DI SESSO IN MODO SCHIETTO - BARBARA COSTA: “GLI UOMINI NELLE FOTO VENIVANO PAGATI BENE, MA GUAI A DIRE UNA PAROLA SULLA LORO POSSIBILE NON ETEROSESSUALITÀ. PLAYGIRL I PENI LI TRUCCAVA, CON CERONE E FONDOTINTA, E TURGIDI LI IMMORTALAVA VIEPPIÙ IN PISCINA, NELL’ACQUA CON USO DI…”

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Barbara Costa per Dagospia

 

Cos’è “l’involtino di vene blu” e “il guerriero dell’amore dall’elmo viola”? Sono due modi di chiamare il pene secondo le 13 pagine del thesaurus dalla vecchia redazione di "Playgirl" e, a proposito, se tra voi donne c’è a chi avanzano 12 euro, al mese, e non sa che farci, li può scialare su "Playgirl.com", per l’ennesima volta da poco rinato, e per vederci che…?

 

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Uomini nudi, ma pure spulciare nell’archivio della storica rivista porno e leggerci frescacce tipo quelle che ho su riportato, e per questo motivo: se, al contrario di Playboy, Playgirl ha avuto una fortuna altalenante, è perché mai è riuscita diretta a parlare alle donne di sesso e di porno, e mi sa nemmeno oggi, e infatti: sessualmente e pornograficamente, che caz*o vogliono le donne? E qui caz*o sia inteso e come del quesito rafforzativo e come sesso di uomini che, come devono essere per fare impazzire una donna fino a farla scivolare sulle sue stesse secrezioni?

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Domanda che rimarrà inevasa finché le donne, per lo meno quelle occidentali, non la smettono di cercare approvazione tenendosi stretta ogni reputazione. Che passa per la fessura che hanno tra le gambe, e per come la impiegano secondo un cervello non ancora autonomo da leggi maschili. Erika Lust e compagne non vogliono farsene ragione, ma non si potrà discernere di pornografia prettamente femminile fino a che questo femminile non creerà e svilupperà pensieri suoi e non in risposta, ancillare o rabbiosa, a ciò che l’uomo ha per sé e poi per la donna stabilito.

 

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E infatti, Playgirl, nata nel lontano 1973, già dal nome scelto altro non era che risposta ancillare a ciò che un uomo, Hugh Hefner, aveva denudato e conquistato e su cui regnava sovrano. Hefner spogliava le donne, ne metteva ogni mese una specifica nel paginone centrale, con contorno di articoli di penne celebri? E Playgirl fece – e ancora fa – lo stesso, soltanto che al posto delle donne denuda gli uomini. Col risultato che il primo numero fece il botto della novità, i successivi non andarono male, ma già nel 1974 arriva un flessione costante.

 

playgirl anni 70

Diversamente da Playboy che è andato in malora col web, Playgirl ha sempre boccheggiato in vendite, reggendo sullo zoccolo duro dei compratori gay. Verità che le cape del giornale aborrivano, come mettevano il muso se gli facevi notare che Playgirl era nato dalla mente – e dai soldi – di un uomo (Douglas Lambert), e che è vissuto su soldi e linea editoriale di uomini.

 

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Sicché, non mi si tedi col femminismo, né col fatto che Playgirl era must per lettrici d’élite, plurilaureate, quando la verità è quella di Dian Hanson, gran editrice porno nel porno da una vita e che, la volta che quelle di Playgirl l’avevano interpellata perché non sapevano più a che santa votarsi per vendere, ella, Dian, glielo disse chiaro: “Ma quale élite, Playgirl lo comprano le donne semplici, casalinghe, domestiche, che vedo che lo sfogliano, e vi comparano i caz*i, e ci ridono”.

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E i caz*i, su Playgirl, come venivano trattati? Pagati bene, ma guai a dire una parola sulla loro possibile non eterosessualità. Playgirl i caz*i li truccava, con cerone e fondotinta, e turgidi li immortalava vieppiù in piscina, nell’acqua con uso di strumenti all’epoca ottimi ad elevarne la grandezza e, sebbene nei primi numeri i suoi uomini erano nudi ma girati di schiena (era vietato mostrare l’ano e giammai aperto, e vietato mostrarlo peloso) per poi cambiare idea e fotografarli frontali ma col pene celato, per poi mutare di nuovo idea e farlo vedere ma moscio, e infine ecco, sììì, avanti con l’erezione, ma come di controvoglia, come se vi si facesse un torto a omaggiarla.

 

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E come hai preteso tu, Playgirl, di fare la pornografica rivoluzione femminista se manco sei stata tu la prima rivista a mostrare un uomo nudo??? Il primissimo nudo su magazine è del 1972, ed è Burt Reynolds su Cosmopolitan. Ma sapete quale è stato il difetto più grande di Playgirl? Poneva in copertina i più bei manzi star e ben vestiti (Elvis Presley, Robert Redford, e Harrison Ford, Antonio Banderas, Silvester Stallone, e Johnny Depp…) ma – a differenza netta di Playboy – tale invoglio non era preludio di loro svestiti all’interno!

 

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I famosi non si spogliavano e, se trovavi in Playgirl qualche star nuda, al 99 per cento non gli vedevi il pene, il resto erano paparazzate, come i nudi integrali di Brad Pitt e Leonardo DiCaprio, i quali fecero causa a Playgirl mandandola quasi a c*lo all’aria. E il Playgirl versione italiana? È uscito nel 1994, ed è durato pochi mesi. Da noi neppure ai gay è piaciuto, eh, si vede che avevano di meglio!

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