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DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
Andrea Nicastro per il "Corriere della Sera"
Ora si capiscono meglio certi suoi sorrisi malinconici in panchina, la sua calma distaccata durante la cavalcata che ha fatto del Barcellona orfano di Pep Guardiola il Tito Team, la squadra dei record. Avrebbe dovuto essere l'allenatore più felice del momento, ma Tito Vilanova non ha avuto il tempo per gioire di calcio.
à tornato il tumore che nel novembre del 2011, quando era ancora il secondo di Guardiola, aveva cercato di estirpare da una ghiandola salivale, la parotide. Tutto il Barça si è fermato con lui. Niente saluto di Natale, nessuna autocelebrazione per quest'inizio di stagione strabiliante.
Neanche il tempo di festeggiare l'ok dei medici al ritorno all'attività agonistica di un altro grande malato, Abidal, il difensore a cui è stato trapiantato il fegato in aprile. Tito Vilanova andrà già oggi sotto i ferri.
In serata il presidente Sandro Rosell e il direttore sportivo Andoni Zubizarreta davanti a giornalisti e giocatori hanno smentito l'ipotesi di un ritorno di Guardiola da New York. «Tito è forte e guarirà . à lui il nostro allenatore e noi lo aspetteremo» ha detto il presidente, in perfetto stile Barça. La gravità della ricaduta, i tempi di recupero e le possibilità di ritorno in attività si chiariranno col tempo.
Questo tipo di tumore ha una mortalità del 30%, l'intervento chirurgico rischia di intaccare i nervi della mobilità facciale e la chemioterapia dovrà durare almeno 6 settimane. Così, in attesa di Vilanova, in panchina andrà minimo sino a febbraio il numero due tecnico Jordi Roura, altro barcellonista doc. I giocatori erano stati tenuti all'oscuro. Come reagiranno? Champions e Liga sono ancora lunghi. La resa della squadra potrebbe risentirne. «Ma in questo momento - ha detto il presidente - il calcio passa in secondo piano».
Ad inizio campionato Vilanova era solo un'ipotesi di allenatore. In curriculum non aveva esperienze di rilievo. In quattro mesi ha imposto alla squadra più forte del mondo la sua impronta. Meno frenesia agonistica, meno esasperazione tattica e più pazienza nell'aspettare l'errore dell'avversario o nel liberare il genio di uno dei suoi campioni. Leo Messi sopra tutti, ovviamente.
La Pulce sembra aver disimparato a segnare un gol soltanto a partita, tante sono le doppiette con cui sta frantumando ogni record di gol. Dosando meglio le energie dei giocatori, Vilanova ha di fatto annacquato il tique-taque marchio di fabbrica della gestione precedente e messo in fila 13 vittorie e un pareggio nelle prime 14 giornate di Liga.
La miglior partenza nel campionato spagnolo di ogni tempo. à in testa con 6 punti sulla seconda, l'Atletico, e 13 sulla terza, il Real Madrid di quel José Mourinho che l'anno scorso, a tradimento, gli ficcò un dito nell'occhio e che ora gli rende omaggio: «Per pensare alla vittoria in campionato, 13 punti di ritardo a Natale sono troppi». In Champions League, manco a dirlo, il Barça è favorito.
Vilanova ha tenuto testa al fantasma del suo predecessore Pep Guardiola, ma non al tumore. Per ora. Auguri e solidarietà per lui da ogni angolo dello sport spagnolo, Rafa Nadal e Jorge Lorenzo tra i più rapidi.
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