DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Barbara Costa per Dagospia
“Non me la racconti zocc*la!”, che non te la fai con quel cavallo, ma pure con quell’alano, e t’ho visto, che “strizzavi l’occhio a quel pesce rosso”, e che hai in rubrica, segnato, “il numero del merlo di tua cugina!”. E se a questo rimproverarti è la tua fidanzata, una che al primo appuntamento “mi tolse gonna e camicetta con l’occhio sinistro, e col destro la biancheria intima”, e con cui sc*pi “a letto con sopra uno specchio, e ce n’è uno sopra il divano, uno sopra il tavolo della sala da pranzo, nell’atrio del palazzo, e uno dell’ascensore”… una relazione così sadomaso e appassionata, la tronchi per il primo quadrupede o insetto o uccello che ti passa davanti?
Sì, e per pura strategia di pubblicità, se sei una starlet in rotta con la stampa che conta per aver dichiarato, sulla scia di Miley Cyrus, che sei una squinzia “letteralmente aperta a qualunque esperienza tra consenzienti purché non coinvolga animali”, e di colpo ritrovandoti senza followers bestiole.
Continua pure a leggermi, non sono impazzita, sto benissimo ma mille volte meglio di me sta Woody Allen che in "Zero Gravity" (La Nave di Teseo), suo ultimo libro, si conferma il genio che è. Un giorno, ma con calma eh, mister Allen va per gli 87 anni, fa lo scrittore di professione da quando ne aveva 15, e non in Francia dove lo celebrano, e non negli USA che come si sono criticamente ridotti già è tanto che Allen non lo mettano in galera, ma qui in Italia, quanto tempo ancora deve passare, prima che si onori ma appieno la rivoluzione e la scuola che, col suo stile di scrittura e metodo e contenuti, Woody Allen è maestro?
L’Italia ha una sua grande scusante che non la discolpa, anzi: da noi, una satira siffatta non esiste (ok, è in Franca Valeri, ineguagliabile signora di intelligenza e di libri e di scrittura, che difatti se lo diceva da sé, che “a me fa ridere solo me stessa, oltre Woody Allen”): da noi quella che si mettono in bocca non è satira ma sfottò, una arte diversa di cui l’Italia è – solo per me? – insopportabile puerpera.
"Zero Gravity" riporta i racconti che Woody Allen ha di recente scritto per il New Yorker più alcuni inediti, e stringo la mano a Alberto Pezzotta, traduttore che sa il fatto suo. A La Nave di Teseo hanno carattere nel pubblicare un libro impubblicabile per i canoni vigenti. Woody Allen è né sopra né sotto né accanto ogni politicamente corretto, le mode, ciò che meramente ti aspetti: lui è oltre, è sempre stato oltre, e solo Allen poteva sfornare un libro di surreale satira su quello che l’umanità occidentale è, nei suoi tremori, bollori, il chiodo fisso del sesso.
Non c’è fobia, follia, sozzeria pur zoofila che non esca dai tasti di Allen, lui umanizza aragoste, e mucche, pazze e assassine, e galline annoiate, cavalli quasi Rembrandt, e verga le donne, le donne che col MeToo sono tornate vergini, come no, ma in Allen fanno ciò che la gran parte fa e sa: introducono nella loro bocca, vagina, ma pure ano, il pene del potente di turno in ossequio a un patriarcato senza il quale, che farebbero…? La sapienza è sul “cofano filosofico d’una ciuccia benzina”… nella disillusione più umanamente concepibile, e no.
gene wilder in tutto quello che...
Non è la prima volta che Allen accoppia animali con gli umani, e sentimentalmente: ne "Tutto Quello che Avreste…", una pecora in lingerie è amante nel letto di Gene Wilder, ma i feticismi i più impronunciabili li trovi seminati nei film di Allen, scat compreso (in "Hannah e le Sue Sorelle", lo scat non lo vedi ma Allen te lo descrive e nei particolari… e ci ridi, passato il primo momento di orrore, che deve esserci, in te, spettatore, se un minimo di etica ti pulsa in cuore).
“C’è moralità se hai moralità”, dice non ricordo chi alla fine di "Radio Days". In Zero Gravity c’è quella alleniana. Che è amorale. Ovunque la si guardi. Zero Gravity ti vergognerai ad averlo tra le mani. Non ne parlerai agli amici. Men che mai al tuo partner. E però lo vorrai… Woody Allen è un dono. È titanico cervello. In azione. Su una macchina da scrivere. Lo confesso: io mi sono innamorata di lui quando dallo schermo mi ha detto che “le due parole più belle del mondo non sono ti amo, ma… è benigno!”. Ha torto??? Dai, ci puoi ridere: non ti guarda nessuno.
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