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“BEATRICE VENEZI ALLA FENICE È INADEGUATA NON PER LE IDEE POLITICHE MA PERCHÉ NON HA IL CURRICULUM ALL’ALTEZZA” – L’ATTACCO DELL’EX SOVRINTENDENTE DEL TEATRO VENEZIANO CRISTIANO CHIAROT: “È UNA BASSEZZA MORALE ACCUSARE L'ORCHESTRA COME STA FACENDO LA DESTRA. NON C'ENTRA LA POLITICA, MA LA POVERTÀ ARTISTICA DI VENEZI” – L’ATTUALE SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI: “NON MI PENTO DELLA SCELTA. HO VISTO GENTE PIÙ GIOVANE E MENO PREPARATA DI LEI. C’È TROPPO ACCANIMENTO. UN PASSO INDIETRO? NO, CONFERMO LA MIA DECISIONE...”

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Vera Mantengoli per il “Corriere della Sera” - Estratti

NICOLA COLABIANCHI

 

Il sovrintendente Nicola Colabianchi sta studiando un modo per riportare armonia al Teatro La Fenice. Dopo la nomina improvvisa di Beatrice Venezi a direttrice musicale da ottobre 2026 al 2030, le maestranze dell’ente lirico veneziano hanno annunciato lo stato di agitazione e chiesto la revoca di Venezi per la mancanza di qualifiche all’altezza del ruolo assegnatole.

 

Da otto giorni si susseguono reazioni di chi la difende e di chi l’attacca. Ieri il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, presidente della Fondazione Teatro La Fenice, ha convocato un incontro tra direzione e Rsu l’8 ottobre. 

 

Sovrintendente Colabianchi, si aspettava queste proteste? 

BEATRICE VENEZI

«No, sto ancora elaborando. Mi sono chiesto come sia possibile che ci sia un tale risentimento sulla nomina di un direttore musicale con commenti al vetriolo sui social. Non mi capacito di questa chiusura senza nemmeno averla conosciuta». 

 

Pensa di aver sbagliato qualcosa? 

«Assolutamente no. Io ho lavorato per il bene della Fondazione, rinnovando l’immagine della Fenice con la scelta di una direttrice d’orchestra giovane e di talento». 

 

Ha pensato di fare un passo indietro? 

«No, confermo la mia scelta». 

cristiano chiarot

 

L’Orchestra sostiene che Venezi non sia all’altezza dell’incarico…

«Lasciamo stare... Non mi faccia fare nomi perché alla Fenice ho visto persone più giovani e con una preparazione inferiore a Venezi. Quando ero sovrintendente al Teatro di Cagliari, Venezi ha diretto opere complesse come Tosca , Traviata e Favorita e non ha mai avuto problemi con l’orchestra, né con il pubblico». 

 

Che idea si è fatto? 

BEATRICE VENEZI

«Mi sono fatto diverse idee, ma sto cercando di capire il vero motivo di queste reazioni». 

 

La questione è in fin dei conti politica? 

«Molti hanno sollevato questo aspetto e, a questo punto, immagino che si tratti di questo. Poi c’è anche il fatto che si tratta di una donna e che ha una visibilità extra musicale. Tutti questi aspetti forse hanno avuto un effetto che ancora non so interpretare». 

 

Ha sentito Venezi in questi giorni? 

NICOLA COLABIANCHI

«Certo. È meravigliata da questo cancan mediatico e dal fatto che sia stato così eccessivo. È anche risentita, giustamente, perché non si fa del male alla gente tanto per farlo. Io credo che ci sia stato un accanimento, ma perché? C’è spazio per tutti, ci si può anche risentire, ma ci sono forme diverse di farlo presente. 

Non siamo di fronte a un’occupazione militare del Teatro e non capisco questo atteggiamento. Mi sembra che ci sia una volontà di fare del male e non è una cosa bella». 

 

Venezi come si sente all’idea di conoscere l’Orchestra? 

BEATRICE VENEZI

«Adesso valuteremo quali possono essere i percorsi più giusti e opportuni per far dialogare e incontrare queste due dimensioni, quella dell’Orchestra e quella del Maestro Venezi. Comunque manca un anno al suo arrivo, quindi abbiamo ancora tempo per pensare e trovare la possibilità di un avvicinamento, di una conoscenza reciproca. Dobbiamo lavorare in questa direzione». 

 

Sabato scorso il pubblico ha risposto dando un grande sostegno all’Orchestra. Lei era lì, come si è sentito? 

«Io sono un democratico e faccio fare a tutti quello che ritengono giusto fare. Non vi è alcuna intenzione di porre ostacoli ad alcuna azione.  Quindi è stato chiesto di leggere il comunicato, ho guardato che non ci fosse nulla di carattere diffamatorio e l’ho autorizzato. Il pubblico ha applaudito, però il comunicato finiva con frasi come “la musica è arte, non ha genere e non ha età”, quindi era facile che creasse un certo coinvolgimento. Il giorno dopo ho sentito più di qualche dissenso quando è stato letto». 

CRISTIANO CHIAROT

 

(…)

 

 

CHIAROT "VENEZI ALLA FENICE INADEGUATA PER CURRICULUM NON PER LE IDEE POLITICHE"

Anna Bandettini per "la Repubblica" - Estratti

 

Non c'entra che sia giovane, 35 anni, che sia donna, che sia bella, che sia di massima esposizione mediatica, «e soprattutto non c'entra niente che sia di centrodestra o sostenuta dal centrodestra.

 

Smettiamola con queste sciocchezze. Beatrice Venezi semplicemente non ha il curriculum di competenze professionali all'altezza di un teatro del prestigio internazionale de La Fenice di Venezia. Questo è il punto».

 

Cristiano Chiarot, è quello che si dice l'esperto: veneziano, è stato sovrintendente alla Fenice dal 2010 al 2018, poi al Maggio di Firenze, e nel teatro della Laguna ci ha lavorato dal 1980.

 

BEATRICE VENEZI

Chiarot, eppure dicono che Beatrice Venezi sia brava.

«Non fai primario di cardiologia uno solo perché dicono che sia bravo, ma per i galloni che si è costruito nella sua professione. Le competenze professionali Beatrice Venezi ancora non le ha, men che meno per diventare direttrice musicale di un teatro del livello della Fenice dove hanno suonato da Muti a Sinopoli, da Myung-Whun Chung a Marcello Viotti».

 

Cosa non va nel suo curriculum?

«Un direttore musicale deve avere una expertise specialistica che non è dire "sei bravo" o "non sei bravo", ma sono le collaborazioni con orchestre internazionali, le partecipazioni a festival di primaria importanza. E da questo punto di vista è impressionante la scarsità del curriculum della Venezi. Anche la discografia è ridottissima…».

 

renzi con la moglie e chiarot

Si legge di un gala per Placido Domingo a Bangkok...

«Appunto. Un recital di un artista a fine carriera a Bangkok è un punto di merito?».

Da novembre scorso è direttrice musicale e principale ospite del Teatro Colón di Buenos Aires.

«Il Colón di Buenos Aires è famoso perché è distante, ma è un ex-importante. I teatri internazionali che contano sono ben altri, e infatti in giro ci sono direttori e direttrici con ben altre competenze all'attivo».

 

(…)

Se non ha parametri professionali adeguati, allora ha ragione chi dice che Venezi sia stata scelta per ragioni politiche.

«L'ha voluta il sovrintendente che nelle Fondazioni liriche italiane è l'unica nomina fatta dalla politica, mentre le altre cariche riguardano le competenze professionali. Alla Fenice il sovrintendente è un esponente vicino a Fratelli di Italia, peraltro accolto con tutta serenità all'interno del teatro. Per questo trovo che sia una bassezza morale accusare ora l'orchestra come stanno facendo i politici di destra».

 

il sovrintendente chiarot

Tutti comunisti secondo le accuse.

«Ma come si fa? Il centrodestra sta facendo un cancan, parla di discriminazioni solo perché la Venezi è amica di Meloni e figlia di un dirigente di Forza Nuova… La verità è che non hanno altri argomenti, perché nel caso Venezi non c'entra la politica, ma la povertà artistica. E quanto agli orchestrali, sono professori di statura internazionale, che hanno superato concorsi. Come si fa a non tenere conto del loro parere?».

 

E adesso?

«Venezi farebbe meglio ad andare alla Fenice intanto a dirigere qualche concerto, invece che assumere l'incarico. Che faccia esperienza. Quanto al teatro è uno dei teatri più prestigiosi, risultato di un percorso e un riconoscimento internazionale che si è meritato con direttori illustri, da Marcello Viotti a Myung-Whun Chung, Diego Matheuz... Non può essere sminuito».

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