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NON C’ERA NESSUNO “STATO DI NECESSITÀ” CHE GIUSTIFICASSE IL  RILASCIO DI ALMASRI – OGGI LA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI DELLA CAMERA NEGHERÀ L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE PER I MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI E IL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO. IL GOVERNO SPINGE PER INVOCARE LO SCUDO DELL’INTERESSE “PREMINENTE”: MA NON È COSÌ. SECONDO LE NAZIONI UNITE, L’ATTO CHE SIA STATO DETTATO DA UN SUPPOSTO “STATO DI NECESSITÀ” NAZIONALE NON DEVE PREGIUDICARE INTERESSI DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE. MA NELLA VICENDA ALMASRI QUESTI ULTIMI SONO STATI LESI CON LA LIBERAZIONE DEL GENERALE…

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Estratto dell’articolo di Vitalba Azzollini per “Domani”

 

Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli

Oggi la Giunta delle autorizzazioni voterà sul caso Almasri. Nei prossimi giorni toccherà alla Camera. Non serve soffermarsi sull’esito del voto stesso — scritto da tempo — bensì sul modo in cui lo si vuole raccontare.

 

E il modo emerge dalle affermazioni con cui esponenti della maggioranza hanno replicato nella Giunta alla proposta formulata da Federico Gianassi (Pd), il relatore, di esprimersi a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano, ai sensi dell’articolo 96 della Costituzione.

 

EMPORIO ALMASRI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Secondo la maggioranza, bisognerebbe fermare i magistrati, riconoscendo che ministri e sottosegretario avrebbero agito a tutela della sicurezza nazionale, perseguendo «un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo», come recita la legge che prevede i casi in cui l’autorizzazione a procedere può essere negata.

 

È un messaggio semplice, quasi rassicurante, quello che la maggioranza vuole far passare: c’è un interesse dello stato, fine della storia. Ma è proprio qui che la storia va raccontata fino in fondo.

 

[…] Chi invoca lo scudo dell’«interesse preminente» – fronteggiare il paventato pericolo di ritorsioni ai danni di cittadini italiani e interessi nazionali in Libia – per negare l’autorizzazione a procedere afferma che gli indagati avrebbero agito in presenza di uno «stato di necessità».

 

GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO

Questa non è una formula magica o un passepartout, ma un concetto giuridico rigoroso, che regge solo nel rispetto di regole precise.

 

Secondo quelle elaborate dalla Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite in materia di responsabilità degli stati, l’atto che sia stato dettato da un supposto «stato di necessità» nazionale non deve pregiudicare interessi della comunità internazionale.

 

Ma nella vicenda Almasri questi ultimi sono stati lesi con la liberazione del generale: i crimini di cui egli è accusato violano i valori fondanti di tale comunità. E i ministri non avrebbero nemmeno valutato se esistessero soluzioni alternative al rilascio del libico, meno dannose per l’ordine giuridico internazionale.

 

ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

Quanto allo «stato di necessità» previsto dal codice penale italiano, il pericolo dev’essere grave e imminente. Ma nel caso Almasri nessuna delle temute generiche ritorsioni da parte della Libia si era estrinsecata in una minaccia concreta, dotata di una certa consistenza.

 

[…] C’è un altro punto che non può essere eluso. L’Italia ha scelto di legarsi a regole condivise, cooperando con la giustizia internazionale per crimini gravissimi: la legge con cui ha ratificato lo Statuto di Roma […] stabilisce che lo stato destinatario di una richiesta di arresto e consegna deve adottare «immediatamente» i provvedimenti necessari per darvi esecuzione.

 

almasri picchia e uccide un uomo per strada a tripoli 6

Nemmeno eventuali errori presenti nel mandato di arresto – citati prima da Nordio in parlamento e poi da esponenti della maggioranza nella Giunta – possono giustificare un rifiuto o un ritardo: in caso di difficoltà che potrebbero ostacolare l’esecuzione di una richiesta della Cpi, dice lo Statuto di Roma, lo stato parte deve consultare «senza indugio» la Corte per risolvere il problema.

 

Dunque, gli obblighi derivanti dallo Statuto prevalgono rispetto a valutazioni politiche interne, salvo eccezioni rigorose, motivate in modo trasparente. Davanti a mandati connessi a crimini di guerra o contro l’umanità, disattendere l’impegno di cooperare con la Cpi […] significa di fatto affermare che per l’Italia tale impegno vale solo finché non diventa scomodo.

 

ALFREDO MANTOVANO. - GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - MATTEO PIANTEDOSI - FOTO LAPRESSE

[…] Il voto sull’autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano impone di valutare se ricorre quell’eccezione prevista dalla legge costituzionale, che esclude la punibilità solo quando vi sia la prova concreta e precisa del prevalente interesse nazionale. Oppure se si sia in presenza di una scorciatoia, usata con disinvoltura, che sdogana l’opportunità politica come esimente per sottrarre al processo ministri e sottosegretario.

 

Se si confonderà l’interesse nazionale con l’interesse di governo, allora significherà che per l’Italia ogni impegno assunto con la comunità internazionale può diventare carta straccia. Questa è la storia. Peccato che la maggioranza dei parlamentari alla storia preferisca la narrazione, dove il diritto diventa un dettaglio.