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Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”
«Sì, ora sto molto meglio», risponde con voce sottile Jane Birkin che l’11 dicembre scorso è stata ricoverata per un malore. «Ho un problema a una vertebra — aggiunge — ma riprendo lo spettacolo: oui, oui, oui».
La tournée, che era stata interrotta, è di nuovo in partenza. L’attrice è protagonista con Michel Piccoli di Gainsbourg, poète majeur , il recital di parole e musica che il 28 febbraio e primo marzo sarà al Teatro Cucinelli di Solomeo, unica tappa italiana del tour internazionale, voluta dal Teatro Stabile dell’Umbria.
Lo scandalo, l’eccesso, la trasgressione. Una vita spericolata, quella di Serge Gainsbourg ora celebrato in palcoscenico da lei, Jane, che ha condiviso buona parte di scandali, eccessi, trasgressioni.
«È stata una mia idea quest’omaggio a Serge e credo gli sarebbe piaciuto. Lo hanno già visto le sue sorelle e ne sono state entusiaste».
Con Serge, oltre un decennio di vita insieme e una figlia Charlotte. Ma quando vi conosceste sul set del film «Slogan» non sembravate fatti l’uno per l’altra.
«All’inizio i rapporti furono pessimi. Io lo trovavo orribile, lui in un’intervista mi definì un boudin, praticamente “una salsiccia”. Al mio posto doveva esserci un’altra attrice e Serge non mi sopportava, mi considerava una stupida ragazza, une poupée , una che oltretutto conosceva a malapena il francese. Io avevo poco più di vent’anni, lui era un uomo maturo, un artista dotato. Poi mi prese sotto la sua protezione: arrivò a farmi i complimenti per come sapevo fingere il pianto molto bene».
Lui aveva un carattere difficile.
«Era molto sarcastico, ma nascondeva una profonda timidezza. E fu questa contraddizione a farmi innamorare di lui. In pubblico era insopportabile, un provocatore. In privato dolce e pudico. Con i figli un clown».
Un personaggio così radicale, così estremo... Difficile immaginarlo nel ruolo di padre.
«Era estremo, ma molto leale ed è stato un ottimo padre non solo con la nostra Charlotte, ma anche con mia figlia Kate, che non c’è più», aggiunge con un filo di voce la Birkin, alludendo al dolore per la morte di Kate Barry, suicida un anno fa (l’11 dicembre), nata da un precedente matrimonio.
La celebre e censuratissima canzone «Je t’aime moi non plus» in realtà era stata scritta per un’altra donna Brigitte Bardot, che peraltro aveva avuto in precedenza una relazione con Gainsbourg. Dica la verità: quando Serge le propose di interpretarla, lei accettò anche per rivaleggiare con la grande attrice?
«Certo. Essere nel ruolo di una star come BB mi fece sentire orgogliosa, onorata, molto valutata da lui. Tante altre avrebbero fatto i salti mortali per avere una simile opportunità. Ci ho messo anima e corpo in quella canzone».
Perché poi vi lasciaste?
«Sono io che me ne sono andata, ma Serge volle continuare a far parte della mia vita e abbiamo mantenuto una forte amicizia e complicità. Ha scritto canzoni per me fino alla fine. Un legame che non ho mai avuto con gli altri uomini».
nymphomaniac charlotte gainsbourg
Il 14 dicembre ha compiuto 68 anni: ha paura della vecchiaia?
«No. La vita mi ha dato e continua a regalarmi tantissimo. E soprattutto ho le mie figlie (Charlotte e Lou Doillon avuta da Jacques Doillon, ndr ) e i nipoti, il primo dei quali l’ho avuto a soli 39 anni: una nonna giovanissima».
charlotte gainsbourg a venezia
Tre figlie da tre uomini diversi: chi le somiglia di più?
«Non saprei. Charlotte ha seguito di più le mie orme, ma lei è un’attrice straordinaria, molto più brava di me».
KATE BARRY CON LA SORELLASTRA CHARLOTTE GAINSBOURG article A BD C x
Si ritiene fortunata?
«Più che fortunata, ho fatto gli incontri giusti: mi hanno aiutato a diventare quella che sono».
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