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1. TAYLOR SWIFT, WILDEST DREAMS -VIDEO
2. TAYLOR SWIFT ACCUSATA DI RAZZISMO
Andrea Laffranchi per il ''Corriere della Sera''
Anche le brave ragazze sbagliano. Taylor Swift è la popstar perfetta, l' esempio per le ragazzine che vedono in lei quella che ha successo senza usare il corpo, la brava ragazza che detta legge ai potenti dell' industria dello spettacolo, mai un capello fuori posto, mai una parola fuori posto.
E se sotto sotto fosse razzista? La domanda agita blog e social network. L' accusa: il suo nuovo video «Wildest Dreams» mostrerebbe un' Africa vista con l' occhio dell' uomo bianco, un residuo di colonialismo vecchio stampo.
Domenica la popstar 25enne ha approfittato della platea mondiale dei VMA di Mtv (in cui è stata la più premiata con 4 statuette) per trasmettere in anteprima le immagini di «Wildest Dreams».
Il racconto del regista Joseph Kahn è quello di una diva del cinema anni Quaranta, Taylor in versione morettona fatale, impegnata sul set di un film ambientato in Africa. Storia d' amore e di passione con l' attore (Scott Eastwood, il figlio di Clint) che interpreta il bell' avventuriero compresa. Abiti coloniali e tendoni da deserto, savana e panorami mozzafiato (è stato girato in Botswana e in Sudafrica), giraffe, zebre, elefanti, leoni e gnu.
Insomma «Wildest Dreams» ci mostra un continente nero da cartolina. Ma, nota il sito di Fader, rivista musical-modaiola di tendenza, «ci sono solo persone bianche».
Anche un blog di NPR, un' importante associazione di radio americane, critica le immagini: «È scioccante pensare che nel 2015 Taylor Swift, la sua etichetta e il suo gruppo di lavoro possano pensare di girare un video che mostra una versione glamour di fantasia coloniale e bianca sull' Africa». E l' Huffington Post si spinge fino a parlare di «sfruttamento politico di una regione e della sua gente».
Non è bastato l' avviso finale: i proventi del video vanno all' African Parks Foundation of America. La difesa è affidata al regista: «La mia storica produttrice Jil Hardin - ha twittato - è una donna (super hot) di colore. Per vostra informazione». Non è la prima volta che Taylor sbaglia. Ma non è nemmeno la prima volta che sbaglia sullo stesso tema. Il politically correct non perdona. Il primo scivolone l' estate scorsa e sempre per un video. In «Shake It Off» c' erano delle eleganti ballerine in tutù, tutte bianche, e delle twerkatrici volgarotte di colore.
Si era dovuto giustificare per lei il regista Mark Romanek: «L' intenzione è innocente e positiva. Gioca con stereotipi e cliché tipici dei video musicali». È di poche settimane fa il secondo presunto errore di Taylor Swift in tema di cromaticamente corretto. La sua discussione via Twitter (poi hanno fatto pace) con Nicki Minaj sul corpo delle donne e sul riconoscimento del valore delle donne di colore nel pop.
Per qualcuno tre indizi fanno una prova. E si potrebbe anche aggiungere che il retroterra culturale da cui viene Taylor Swift è quello della musica country, genere rivolto esclusivamente a un pubblico bianco e a volte additato come razzista.
Gli errori si perdonano. E forse i 15 milioni di clic che ha già raccolto «Wildest Dreams» su YouTube sono il segno.
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