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Carlotta Scozzari per Dagospia
Che Urbano Cairo sia un editore e imprenditore molto attento a non scialacquare è cosa nota. Non stupisce dunque che anche nella trattativa su La7 abbia cercato sino all'ultimo di spuntare il migliore prezzo possibile. Questa volta però le cose non sembrano essere andate come l'ex assistente di Silvio Berlusconi avrebbe voluto.
E per rendersene conto basta dare un'occhiata all'ultima trimestrale di Telecom Italia Media, vale a dire la controparte da cui il gruppo dell'editoria e della pubblicità Cairo Communication la scorsa primavera ha comprato il canale televisivo. Il prezzo inizialmente pattuito a marzo è stato puramente simbolico: l'imprenditore di Masio, paese in provincia di Alessandria, ha messo sul piatto 1 milione per La7 mentre la società del gruppo Telecom Italia si è impegnata a ricapitalizzare la rete tv (la cui situazione finanziaria non era certo delle più floride) per 88 milioni, senza contare che ha anche rinunciato a crediti per 100 milioni. In realtà , però, tali condizioni, stabilite dalle parti a marzo, avrebbero potuto subire modifiche a seconda di quella che sarebbe stata la situazione de La7 alla fine di aprile, ossia alla data di esecuzione del passaggio di proprietà da Telecom Italia Media a Cairo Communication.
Ebbene, con una lettera del 22 luglio del 2013, il presidente della squadra del Torino prende carta e penna e scrive alla società che gli ha venduto la rete tv fotografando quella che era a suo dire la situazione contabile, comprensiva di stato patrimoniale e conto economico, di La7 al 30 aprile. Ma la fotografia scattata da Cairo non deve essere piaciuta alla controparte, che ha subito chiesto di potere esaminare la documentazione contabile e che, dopo averlo fatto, in una lettera del 30 settembre, "ha formulato le proprie controdeduzioni - spiega l'ultima trimestrale di Ti Media - comunicando le proprie ragioni di disaccordo rispetto a quanto determinato da Cairo, indicando altresì gli aggiustamenti da apportare".
Quali fossero le richieste dell'imprenditore piemontese e quali le modifiche introdotte da Ti Media non è dato sapere (le parti, interpellate, non hanno voluto aggiungere né precisare nulla). Quel che è certo è che il 25 ottobre si è conclusa la procedura di verifica della situazione contabile di fine aprile, "in esito alla quale - si apprende sempre dalla trimestrale di Ti Media - in considerazione del maggiore patrimonio netto di LA7 rilevato a tale data rispetto a quanto previsto nel contratto, è stato convenuto che il Gruppo Cairo Communication corrisponderà a Telecom Italia Media, a titolo di aggiustamento prezzo, un importo pari a 4,8 milioni".
Dunque il presidente del Torino e azionista del gruppo concorrente Rcs, oltre al milione simbolico messo sul piatto a marzo, dovrà di nuovo aprire il portafogli. C'è da scommettere che nella sua missiva recapitata a luglio a Ti Media questo esborso non era previsto.
urbano cairo TELECOM ITALIA MEDIABernabe e marco patuano
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