LA CANNES DEI GIUSTI - SONO SORPRESO DALLA QUANTITÀ DELLE DONNE REGISTE CHE SI STANNO VEDENDO QUEST’ANNO E DAI TANTI TEMI AL FEMMINILE IN FILM DIRETTI DA UOMINI. COME SE I MASCHI E IL LORO MONDO INTELLETTUALE NON AVESSERO CULTURALMENTE PIÙ NIENTE DA OFFRIRE – IL CASO DEL CILENO “LA OLA”, AMBIENTATO NEL 2018 NELL’UNIVERSITÀ OCCUPATA DAI GRUPPI FEMMINISTI IN GUERRA COL PATRIARCATO, È CLAMOROSO. UN TRASCINANTE MUSICAL MODERNO, CHE FA BALLARE E MUOVERE COME UNA TROTTOLA UN CAST DI RAGAZZE. IL MECCANISMO FUNZIONA BENISSIMO...

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Marco Giusti per Dagospia

 

kirsten stewart a cannes

Cannes. Quarto giorno. Aiuto. Sono veramente sorpreso dalla quantità delle donne registe che si stanno vedendo quest’anno a Cannes e dai tanti temi al femminile in film diretti da uomini. Come se i maschi e il loro mondo intellettuale, alla faccia dei padroni del mondo, Trump e Putin, non avessero culturalmente più niente da offrire.

 

Non è un problema di lobby di sinistra, qualcuno lo spieghi al ministro Giuli, che spero non abbia nessuna intenzione di farsi vedere da queste parte, è un problema ben più grande, visto che solo le donne sembra che abbiano qualcosa da dire al cinema in questi giorni. O forse lo fanno con maggiore convinzione.

 

Anche se Kristen Stewart, che ha presentato ieri il suo primo film, “The Chronology of the Water”, ha dichiarato a “Deadline” che per farlo si è dovuta allontanarsi da Hollywood. "C'è questa specie di fallocrazia di merda”, ha detto, “secondo cui per dirigere un film bisogna avere esperienza o abilità tecnica. È una prospettiva tipicamente maschile. C'è questa ridicola salvaguardia, come se fosse una cosa difficile da fare. Chiunque può fare un film se ha qualcosa da dire". Insomma…

 

la ola sebastian lelio

Ma oltre alle tante donne registe, Hafna Herzi, Valeria Golino, Masha Chylinski, perfino Scarlett Johansson, vediamo che anche registi come i Dardenne con “Jeunes mères", Mario Martone con “Fuori” e il cileno premio Oscar Sebastian Lelio con il nuovissimo “La ola”/”L’onda”, presentato ieri sera a Cannes Premiere con grandissimo successo e partecipazione di pubblico, costruiscono film su tematiche e con cast totalmente femminili.

 

Il caso di “La ola”, un vero e proprio musical ambientato nel 2018 nell’Università occupata dai gruppi femministi in guerra col patriarcato della scuola e con i docenti violentatori, è clamoroso. Inoltre fu una rivolta vera e proprio che dette dei risultati.

 

la ola sebastian lelio. 2

Sebastian Lelio, che ricordiamo regista di altri film al femminile, “Una donna fantastica”, “Disobbedienza”, “Gloria Bell”, dirige un trascinante musical moderno, mischiando musica e recitato, partendo dalle canzoni di Matthew Herbert con testi degli sceneggiatori del film, Camilla Moreno, Javier Parra, e fa ballare e muovere come una trottola un cast di ragazze capitanato dalla esuberante Daniela Lopez nel ruolo di Julia, Lola Bravo, Paulina Cortez, Avril Aurora.

 

Julia, ragazza di umili estrazioni, si assume il ruolo di verificatrice delle violenze subite dalle ragazze all'interno dell’università e alla fine mette nel mazzo anche la violenza che le ha fatto uno studente di buona famiglia, Max, che ha approfittato di lei una notte mentre dormiva. Solo che avrà bisogno di tempo per capire lei stessa se le è stata fatta violenza o no. Ma al centro della sua crescita non c’è solo la violenza, c’è la ricerca di una voce propria che è anche la voce di tutte.

 

the chronology of the water kirsten stewart

Il tutto è condito da numeri fantasiosi e balletti di ogni tipo delle femministe. C’è pure un momento di film nel film con le femministe che mettono sotto il regista sul fatto che un uomo non può girare un film del genere. Ecco.

 

Ma era dai tempi di “La pacifista” di Miklos Jancso che non vedevo un delirio del genere, un musical politico, anzi un musical femminista, con slogan cantati contro il patriarcato e i padri oppressori. In questo caso, però, grazie anche alle musiche, alle coreografie, alla vitalità delle ragazze, al personaggio di Julia di Daniela Lopez, il meccanismo funziona benissimo. Poteva benissimo finire in concorso.

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