
DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN…
Renato Franco per corriere.it
«Il caressismo non è giornalismo. à raccontare una partita in maniera folkloristica, usare la stessa enfasi per il gol che fa vincere l'Italia ai Mondiali e per il gol del sette a uno dell'Inter contro l'ultima squadra di serie A. Quando guardo una partita, a me la voce di un piazzista non interessa. Non puoi chiamare Fabio Caressa a commentare le gare di nuoto solo perché è famoso, è un insulto all'olimpismo».
Il bragagnismo - la filosofia che ha in Franco Bragagna l'esponente di se stesso - apre il dibattito tra i commentatori della Olimpiadi. Da una parte Bragagna, voce storica dell'atletica leggera e sci di fondo per conto della Rai che mostra l'orgoglio di un funzionario dello Stato (la tv è pubblica): prima durante la telecronaca del Golden Gala 2012 tira frecciate a Sky che trasmetterà tutte le Olimpiadi («la tv della finta pelle», ossia di plastica, con riferimento a come alcuni chiamano il cloruro di polivinile, uno dei rivestimenti plastici più diffusi al mondo, «sky» appunto) e ricorda che comunque una piccola fetta di Giochi sarà anche sulla Rai; poi in un'intervista al sito TvBlog butta a mare il caressismo.
Dunque Caressa, si riconosce nella definizione di Bragagna? «Sono onesto,
Bragagna lo sento da sempre, da quando sono adolescente, e sempre con grande piacere. Io sono orgoglioso se esiste un caressismo, vuol dire che è un modo di fare telecronaca riconosciuto. Il caressismo - se c'è - è riuscire a trasferire l'emozione che si vive sul campo a casa».à da un mese e mezzo che si allena a suo modo il telecronista di Sky: guarda video e legge giornali, «mi sono rivisto pure i Trials russi e riassumo tutto quello che trovo sulla carta stampata, l'unico problema è sui cinesi, per la difficoltà della traduzione».
Assicura: «Non mi azzarderò a fare commenti tecnici, nella nostra squadra ho al fianco due espertissimi, una highlander delle piscine come Cristina Chiuso che sulla velocità è stata una grande. E poi uno come Massimiliano Rosolino che è anche bravo a comunicare le cose che vuole dire, parla un ottimo italiano, è divertente e simpatico, e pure tecnicissimo, è uno che doveva andare all'Olimpiade».
La differenza più grossa rispetto a commentare una partita di calcio è nei tempi: «Bisogna ristudiare il ritmo di telecronaca, mentre quella del calcio è continuata per 90 minuti, nel nuoto passi da competizioni di 22 secondi e rotti ai 14-15 minuti: diverse gare propongono ritmi diversi». Non si sottrae a un quiz di nuoto, visto che l'accusa è di non saperne niente. Quanto è profonda la piscina olimpica?
«Vado a occhio, sarà 1 metro e 60». Ahi, almeno 2 metri. Il record dei 100 stile libero maschile e femminile? La prende larga: «Il miglior tempo dell'anno è Magnussen... il record è di Cielo mi sa, nei 200 femminili lo so...». Cielo è giusto, ma la Pellegrini è troppo facile. Come nuota? «Da ragazzino, a 10 anni, ho fatto sette gare. Che comunque è più di quanto mai abbia fatto nel calcio».
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