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Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
Tom Hanks è un nostalgico della macchina per scrivere. Comprò la prima negli anni Settanta, e da allora ha cominciato a collezionarle, affascinato dal design e soprattutto dal suono di ciascuna. Lo ha confessato l’anno scorso in un ispirato editoriale sul New York Times.
«Se scrivi una lista delle cose da fare su iPad — spiegava sul quotidiano — nessuno se ne accorge. Se invece usi una vecchia Triumph, Voss or Cole Steel, allora il mondo intero saprà che hai degli obiettivi: ETICHETTE PER LA VALIGIA! PROLUNGA! CHIAMARE EMMA! Tutto quello che batti a macchina suona sempre grandioso, ogni parola è come una piccola esplosione. Se scrivi un messaggio di ringraziamento ti senti importante quanto l’autore di un capolavoro letterario». Buffo che questa passione per i vecchi tempi lo abbia catapultato nel mondo degli inventori di app.
L’attore ha trovato un modo per trasformare il tablet in una macchina per scrivere, con Hanx Writer, una app che ha scalato in pochi giorni le classifiche dell’iTunes Store: simula anche il ticchettìo sui tasti e il «ding» quando vai a capo, e se sbagli puoi cancellare con una X. Certo, qualcuno adesso sta pensando anche che l’articolo sul Times fosse una ben programmata operazione di marketing.
Le macchine per scrivere hanno vissuto un revival di recente in Germania, quando il capo dell’inchiesta parlamentare sull’Nsa ha ipotizzato un ritorno a strumenti analogici e scollegati dalla Rete in modo da sfuggire allo spionaggio Usa. Ma di certo per questi scopi l’app per iPad di Hanks non è la soluzione.
Ci sono tre versioni, con suoni diversi (quella di base è gratuita): sul New York Times , Hanks spiegava che ogni macchina ha il suo suono, «il thick thick delle Remington degli anni Trenta, il chalk chalk delle Midcentury Royal e il FITT FITT FITT delle Olivetti, simile ai proiettili in un film di James Bond». Certo il nome di Tom Hanks aiuterà a vendere, ma anche Justin Bieber ha lanciato la sua app per selfie chiamata Shots e benché sia abituato a scalare le classifiche, stavolta non è riuscito a decollare.
Macchina da scrivere Remington
Invece l’app di Hanks può contare su una comune nostalgia condivisa dalla sua generazione e su una curiosità delle nuove per i grandi autori che una volta scrivevano così. Il ticchettìo è solo una di tre ragioni per amarle, secondo l’attore: le altre due — il piacere fisico di battere sui tasti («con i muscoli che controllano il volume e la cadenza mentre la stanza riecheggia con il battito intermittente delle tue sinapsi») e la permanenza dell’inchiostro stampato sulle fibre della carta. Qualità che non sono purtroppo riproducibili su iPad.
l'app Hanx writer
Macchina da scrivere Triumph
Il file creato su Hanx Writer, comunque, può essere salvato, condiviso e mandato in stampa: e lo stesso Hanks confessa che è preferibile avere queste opzioni «quando c’è da fare del lavoro sul serio».
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