COME SI DICE AMANDA AD AVETRANA? (LA BELLA GIUSTIZIA) - LA CASSAZIONE DEMOLISCE L’IMPIANTO ACCUSATORIO CONTRO COSIMA MISSERI E LA FIGLIA SABRINA (ENTRAMBE IN CARCERE) - PER I GIUDICI, LE DUE NON C’ENTRANO NULLA CON L’UCCISIONE NÉ CON IL SEQUESTRO DI SARAH MA SAREBBERO COINVOLTE SOLO NELL’OCCULTAMENTO DEL CADAVERE - STRIGLIATI I PM PER LA RICOSTRUZIONE DELLA DINAMICA DELL’OMICIDIO: “IL SOFFOCAMENTO AVVIENE ORA IN CASA MISSERI, ORA NEL GARAGE, ORA NELLA MACCHINA DI COSIMA”…

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Nino Cirillo per "il Messaggero"

Nell'annullare con rinvio le due ordinanze di custodia a carico di Cosima Misseri e della figlia Sabrina -dovrà essere di nuovo il Riesame di Taranto a decidere se mantenerle in carcere-, la Corte di Cassazione demolisce senza pietà l'impianto accusatorio tanto puntigliosamente costruito dalla procura, in questi dodici mesi di indagini sulla morte di Sarah Scazzi.

Le quarantadue pagine di motivazioni depositate ieri - il provvedimento è del 26 settembre scorso- contengono una serie di osservazioni formali e anche sostanziali che sicuramente peseranno sul processo appena cominciato. Proviamo a semplificare: la Cassazione sostiene che Cosima e Sabrina - zia e cugina della ragazzina uccisa e ritrovata dopo 42 giorni in fondo a un pozzo- non c'entrano niente, né con l'omicidio né con il sequestro di persona, che gli indizi a loro carico sono semplicemente «insussistenti».

Ritiene invece di ravvisare un «quadro di gravità indiziaria» solo rispetto all'accusa di soppressione del cadavere di Sarah. Ritiene, cioè, che Cosima e Sabrina - e sarà interessante capire su cosa si basa questa convinzione perché non sembrava un aspetto così scontato - abbiano partecipato al trasporto del cadavere da Avetrana alle campagne di San Pancrazio, dove poi è stato trovato.

Le quarantadue pagine contengono critiche durissime. Tenere in piedi due ordinanze di custodia (quelle del Riesame del 20 giugno e del 24 agosto), con due versione alternative (e cioè una in cui Sabrina ha ucciso con il padre e l'altra con la madre) crea per i giudici della Cassazione un problema di «tenuta logica» e contrasta con uno dei principi cardine del nostro ordinamento, quello che vieta che ci siano due processi per lo stesso reato.
Poi l'affondo sull'inchiesta. La Cassazione rimprovera i pm di Taranto di aver, sì, accuratamente ricostruito cosa fecero madre e figlia nelle ore precedenti il delitto, ma di non aver offerto poi nessun elemento concreto rispetto a ciò che accadde «tra le 14 e le 14.42, lasso di tempo fondamentale perché in esso si colloca la consumazione dell'omicidio».

Impietosi, i giudici quando si dedicano al dove: «Il soffocamento di Sarah avviene ora in casa Misseri, ora nel garage, ora nella macchina di Cosima...». Vengono evidenziate, sia per Cosima sia per Sabrina, tutte le «discrasie in ordine al luogo di consumazione del delitto, alla sua dinamica, nonché alla diversa riconducibilità soggettiva dello stesso».
I giudici romani si soffermano anche sul famoso «concorso morale» che Cosima avrebbe fornito alla figlia: «L'asserito contributo all'uccisione della nipote non è stato in alcun modo specificato, con intuitive carenze motivazionali in ordine al tipo di apporto, materiale o morale fornito e alla eventuale astratta configurabilità, in alternativa, di forme di favoreggiamento».

La Cassazione ritiene che sia mancata anche una doverosa valutazione critica «delle diverse dichiarazioni rese da Michele Misseri» cioè dal marito di Cosima e dal padre di Sabrina, che all'inizio si accusò da solo di tutto. I tabulati telefonici depositati a suo tempo dalla difesa, poi, avrebbero dovuto essere presi in maggiore considerazione.

E' evidente che il tempo sta scorrendo velocemente a vantaggio di madre e figlia, a questo punto non è facile neppure spiegare come mai siano ancora in carcere: perché la Cassazione, così convinta nei passaggi decisivi delle sue motivazioni, non ha stabilito anche di farle tornare in libertà?

Il tempo scorre velocemente anche per il processo. L'udienza di ieri è stata rinviata a venerdì solo per conoscere prima un'altra sentenza della Cassazione, prevista per domani: i giudici dovranno stabilire se il processo può rimanere a Taranto e o se invece -come sostiene la difesa, per l'ostilità ambientale che si sarebbe creata attorno alle due donne -, deve essere trasferito a Potenza. Una battaglia processuale furiosa: di Sarah Scazzi e dei suoi quindici anni finiti in fondo a quel pozzo non parla quasi più nessuno.

 

SARAH SCAZZISarah ScazziIn fila per vedere la casa di AvetranamisseriCosima e Sabrina Misseri