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Maltrattamenti e procurato aborto: per queste ipotesi di reato il cantante Massimo Di Cataldo è indagato dalla procura di Roma. L'artista avrebbe percosso, fino a farla abortire, l'ex compagna Anna Laura Millacci che la scorsa settimana aveva postato sul suo profilo Facebook alcune foto che la ritraevano sanguinante al naso e con alcuni lividi in volto.
INTERROGATORI - Millacci e Di Cataldo sono stati interrogati separatamente lunedì in Questura a Roma dal pubblico ministero Eugenio Albamonte. I due avrebbero fornito versioni diametralmente opposte rispetto all'episodio delle percosse che la donna avrebbe subito. In base a quanto accertato dagli inquirenti, testimone di quanto avveniva tra i due è la baby sitter della figlia della coppia, che verrà sentita presto da chi indaga.
«GELOSIA» - «Lui è un tipo irascibile, che scatta per un nonnulla fino ad arrivare alle mani. A volte per motivi di gelosia, altre per questioni intime o familiari» avrebbe detto la Millacci ai pm. La donna ha confermato quanto scritto su Facebook, e di avere a disposizione i referti medici. Ha sostenuto anche che l'episodio in questione si sarebbe verificato in un appartamento a Roma 20 giorni fa (in un prima ricostruzione la presunta violenza sarebbe avvenuta nell'ottobre del 2012).
PERIZIA TECNICA -Le foto della Millacci non sono più online. Gli investigatori sottoporranno le istantanee - tra le quali anche quella del presunto feto abortito dalla donna in seguito alla violenza subita a una perizia tecnica con l'obiettivo di stabilirne l'autenticità . Le fotoavevano fatto presto il giro del web e della stampa nazionale, suscitando polemiche e reazioni pro e contro la decisione di pubblicarle sul social network.
ACCUSE RECIPROCHE - La donna aveva sostenuto di non voler denunciare Di Cataldo e di aver messoonline gli scatti per convincere parenti e amici che non credevano ai racconti delle violenze da lei subite. Il cantante, da parte sua, si è difeso dal primo momento negando tutto: «Sto già prendendo provvedimenti legali per la grave accusa che ho subito. Ora il mio lavoro, seppur compromesso da questa imbarazzante vicenda, viene dopo, prima c'è la mia dignità di uomo. La verità verrà a galla».
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