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da "la Repubblica"
Salta il "bavaglio al web", la norma firmata dal leghista Giovanni Fava che avrebbe permesso a qualunque soggetto - e non più alle sole autorità competenti - di imporre ai provider la rimozione da Internet di informazioni da lui considerate illecite. à stata la Camera ieri ad affossare l'articolo 18 della legge comunitaria che era stato infilato dalla Lega in commissione e che avrebbe permesso a chiunque di imporre la censura ai siti con una semplice e-mail.
La norma avrebbe di fatto bloccato il web perché, secondo i suoi detrattori, avrebbe messo il bavaglio a tutti i siti, compresi quelli giornalistici, e ai social network come Facebook e Twitter. A votare per la soppressione sono stati Pdl, Pd (radicali compresi), Udc, Fli, Idv e Api. Dunque Lega isolata, con i suoi deputati che hanno fatto scudo attorno a Fava nonostante lui stesso avesse chiesto ai suoi di esprimersi in libertà .
Dopo il voto, proprio su Twitter, è andato in scena un botta e risposta tra Udc e Lega. Casini "cinguetta" che «la rete è libertà e opportunità ». Fava replica subito con un tweet indirizzato direttamente al leader centrista. «Evidentemente anche la libertà di Cosentino per voi può essere un'opportunità ». Un riferimento al voto dell'Udc sul conflitto di attribuzione sull'autorizzazione all'uso delle intercettazioni di Nicola Cosentino del Pdl.
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GIOVANNI FAVA
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