FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Alberto Riva per “il Venerdì di Repubblica”
come dirti addio di cristina marconi
Alcune sono celebri e tragiche, come l'ultima che Virginia Woolf lasciò al marito Leonard prima di riempirsi le tasche di sassi e svanire nel fiume. «Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi». Altre sprigionano vita, come quella di Federico García Lorca a Juan Ramírez de Lucas, alias Juanito: «Smettila di disperarti. La disperazione è dei deboli e tu devi sempre ricordarti che sei un vero uomo».
Comunque vada, lasciarsi non è uno scherzo, ma per lettera può essere un'arte e un sofisticato esercizio retorico. Lo rivela Come dirti addio. Cento lettere d'amore, da Saffo a García Lorca, golosa carrellata di splendori e miserie sentimentali curata dalla scrittrice Cristina Marconi per Neri Pozza.
virginia woolf e il marito leonard
Cento addii tra verità e letteratura (ci sono anche i congedi di ivago, Jacopo Ortis e Cyrano, tra gli altri), ma il bello è certamente frugare nei cassetti autentici. D'Annunzio con Barbara Leoni è didattico («sii cauta, nella vita») e si preoccupa dei posteri: «Ti sarò gratissimo se tu vorrai rimandarmi indietro tutte le mie lettere, invece di bruciarle». Non solo, le vuole in buono stato: «Compi con pazienza questo atto estremo e fa che mi giungano intatte».
Verlaine con il giovane Rimbaud è disperatamente sardonico: «Vuoi che ti baci mentre muoio?». Mentre Frida Kahlo salutando Diego Rivera non rinuncia a una macabra ironia: «Questo è tutto, ora posso andare in pace a farmi tagliare a pezzettini». Richard Burton approfitta per somministrare a Liz Taylor una seduta di psicanalisi spiccia: «Non dimenticare mai le tue strane virtù. Non dimenticare che sotto quella vena sguaiata e turpiloquente c'è una raffinatissima SIGNORA puritana».
Napoleone, invece, accomiatandosi da Giuseppina scivola inevitabilmente nell'autocelebrazione: «La storia del mio regno sarà curiosa; visto sinora solo di profilo, mi mostrerò tutto intero». I poeti, quelli veri, puntano sulla sincerità, così Marguerite Duras quando decide di lasciarsi alle spalle il giovane amante più letterario che reale: «Dunque Yann, è finita. Ti amo ancora. Farò di tutto per dimenticarti, spero di riuscirci».
E Leonard Cohen, nel 2016, saluta per sempre Marianne che sta per morire, con l'umiltà dei sapienti: «Sono pochi passi dietro di te ma abbastanza vicino da stringerti la mano». Qualche mese dopo l'avrebbe raggiunta.
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