DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Luca Di Carmine per lettera43.it - Estratti
L’ingegner Francesco Gaetano Caltagirone continua a tenere banco. E banca. «Perché l’operazione di Mps è una buona notizia per chi sogna una finanza in cui il capitale conta di più», era il titolo di un fondo di Claudio Cerasa, direttore del quotidiano Il Foglio. Talmente zuccheroso da essere rischiosissimo per un diabetico che tifa per l’operazione guidata dall’editore, costruttore e finanziere Caltagirone. Dopo averlo letto, come fa Calta a non tornare a riflettere sull’idea di portare il palermitano Cerasa alla tolda di comando del Messaggero, in via del Tritone?
Nei salotti romani non si parla d’altro. I rumors sul possibile «arrivo imminente» dell’erede giornalistico di Giuliano Ferrara alla guida del primo giornale della Capitale suscita qualche perplessità per chi conosce la complessa “macchina” del quotidiano ora diretto da Guido Boffo. Il quale, casualmente, forse informato da voci amiche dei sussurri che gli girano intorno, è tornato ad affacciarsi sullo schermo amico di RaiNews24 da casa, sotto un gigantesco soffitto a cassettoni, dopo mesi di assenza mediatica e dopo aver visto pubblicare sul suo giornale il commento all’operazione Mps firmato da Roberto Napoletano, che dirige Il Mattino.
«Un sacrilegio», secondo altri direttori che non avrebbero mai permesso una simile “invasione”, anche all’interno di uno stesso gruppo editoriale. Le voci sul possibile approdo di Cerasa al Messaggero sono state poi accolte con malcelato stupore da chi ha lavorato anni e anni con il padre, Giuseppe Cerasa, storico capo della cronaca romana di Repubblica, giornale che non è mai stato tenero con il Calta.
Alla fine però tutti benedicono il “trasloco”. In queste settimane Cerasa jr si è speso molto per lodare l’assalto a Mediobanca, roba da far invidia pure a Osvaldo De Paolini, ex del Messaggero e altro fan delle iniziative bellico-finanziarie di Caltagirone, che con l’ingegnere ha un antico rapporto di “conversari” e interviste.
(…) chi prenderà il posto del sempre giovane Claudio al Foglio? Tutti rispondono in coro, nello stesso modo: «È già pronto Maurizio Molinari, forte dell’esperienza fatta a Repubblica». Già, la nomina di Molinari, l’insonne studioso di politica internazionale, impegnatissimo a scrivere libri e ad apparire in televisione, confermerebbe la solida fama romanocentrica del Foglio, «il giornale del miglio quadrato della politica», come alcuni lo definiscono, «le cui copie, parafrasando Enrico Cuccia, si pesano ma non si contano», sibilano i maligni. Vedremo…
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