DAGOREPORT - LA MAGGIORANZA VIAGGIA COSÌ “COMPATTA” (MELONI DIXIT) CHE È FINITA SU UN BINARIO…
Fulvia Caprara per ''la Stampa''
Era inevitabile, prima o poi sarebbe accaduto, e chissà che non si tratti di una tendenza destinata a dilagare. L' inarrestabile invasione del cinema in streaming sulle piattaforme digitali comporta vincitori, vinti, grandi manovre e strategie.
Dopo aver abituato il pubblico a un nuovo modo di vedere il cinema, colossi come Netflix e Amazon sono pronti ad aprire una poderosa campagna acquisti. Non solo registi disposti a girare film che non arriveranno in sala (o vi rimarranno pochi giorni), ma anche talenti da mettere sotto contratto, sottraendoli ad altri produttori, a suon di ingaggi milionari. Per questo, in cima alla lista, non potrebbe che esserci lui, Checco Zalone, il Re Mida degli incassi nazionali, di cui l' intero sistema cinematografico italiano attende, con trepidazione, il prossimo exploit, fissato per il 1° gennaio 2020.
Si dice, infatti, che il supercomico pugliese, stavolta anche regista, dopo il divorzio dall' amico e complice Gennaro Nunziante, abbia ricevuto, proprio da Netflix, una di quelle offerte che non si possono rifiutare, ma che lui, con la nonchalance che lo contraddistingue, abbia risposto picche.
dipendenti pubblici checco zalone
I più interessati alla manovra dovrebbero essere il vicepresidente e ad di Medusa Giampaolo Letta e il presidente di Taodue Pietro Valsecchi, numi tutelari, nonchè rispettivamente distributori e produttori, di un genio comico capace di sbancare i botteghini e di risollevare le intere sorti del cinema made in Italy. L' ultimo titolo, Quo vado?, ha incassato 65 milioni di euro. E da Tolo Tolo ci si aspetta meraviglie.
Conferme ufficiali sull' eventuale trattativa, naturalmente, non ce ne sono, anzi, Valsecchi smentisce, ricordando che il film fa, ovviamente, gola a tutti e che saranno valutate offerte delle diverse piattaforme, Sky, Amazon, Netflix. E' chiaro che una gallina dalle uova d' oro come Zalone non abbia nessun bisogno di incatenarsi, in anticipo, a un unico soggetto produttivo, accettando, di conseguenza, obblighi e date di uscita.
Fino ad oggi Zalone ha saputo conservare una sua totale autonomia creativa. Realizza film quando è pronto per farli (e tra l' uno e l' altro possono anche passare anni), fa slittare progetti se non ne è del tutto convinto, non ha alcuna necessità di vendersi al miglior offerente.
Innegabile, invece, il fatto che i nuovi soggetti stiano cominciando a puntare con interesse il parco divi del nostro cinema. Ingaggiare i divi con accordi diretti, saltando l' anello dei produttori e distributori italiani, potrebbe diventare un' abitudine e, per questi ultimi, un grosso problema. Zalone, fino ad oggi, è una fortezza inespugnabile, ma quanti altri potrebbero scegliere un futuro certo, in una fase così cruciale?
L' anno scorso per la prima volta, il cinepanettone Natale a 5 stelle, l' ultimo cui aveva lavorato Carlo Vanzina, insieme al fratello Enrico, poi diretto da Marco Risi, sia stato disponibile dal 7 dicembre su Netflix. Insomma, le cose cambiano, e non c' è da meravigliarsi che Zalone possa essere l' ultimo oggetto di un crescente desiderio.
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