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Marco Giusti per Dagospia
Fermi tutti! Si apre la terribile stagione dei premi per quel che resta del cinema italiano. Ad aprire le danze cominciano stasera i premi di Ciak, la rivista di cinema diretta da Piera Detassis. Una giuria composta da ben 100 critici (troppi, vero?) e dai lettori della rivista fa trionfare "La migliore offerta" di Giuseppe Tornatore con addirittura quattro premi, miglior regia, montaggio, costumi e miglior film.
Probabile che sia solo l'antipasto per quel che accadrà ai David di Donatello e ai Nastri d'Argento, dove il film di Tornatore può vantare una analoga e massiccia quantità di nomination e dove neanche lì avrà come rivale "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino. A "Via la libertà " di Roberto Andò vanno tre premi, miglior attore protagonista con Toni Servillo, miglior attore maschile non protagonista con Valerio Mastandrea e miglior sceneggiatura.
Tre premi anche a "Reality" di Matteo Garrone, tra cui miglior fotografia, di Marco Onorato, scomparso proprio un anno fa, e miglior scenografia. Migliore attrice femminile Margherita Buy in "Viaggio sola" di Maria Sole Tognazzi (e vincerà tranquillamente anche i David). Il premio "Ciak d'oro opera prima" va al bel film di Leonardo Di Costanzo "L'intervallo", che vince anche il premio per la migliore produzione, Carlo Cresto-Dina di Tempesta Film e Tiziana Soudani di Amka (con Paolo Del Brocco per Rai Cinema).
A "Il rosso e il blu", il film sulla scuola di Giuseppe Piccioni, va il premio "Ciak-Alice giovani", che vede il gemellaggio tra Ciak e la sezione Alice nella Città del Festival di Roma, un tempo territorio della De Tassis. Per le tre protagoniste, Gerini-Capotondi-Impacciatore, di "Amiche da morire" di Giorgia Farina, ci si inventa il premio "Superciak d'Oro". Boh? "Superciak d'Oro", ma per la regia, anche a Sergio Castellitto per "Venuto al mondo".
Per "Bellas Mariposas" di Salvatore Mereu il premio "Ciak d'oro bello & invisibile", cioè il film introvabile in sala. E quest'anno ce ne erano parecchi. A Ettore Scola va il "Ciak d'Oro Classic". Pochino pochino a "Educazione siberiana" di Gabriele Salvatore e a "Tutti i santi giorni" di Paolo Virzì, il primo vince per la migliore colonna sonora di Mauro Pagani, il secondo per la migliore canzone originali di Thony.
Pochino anche a "Reality" di Matteo Garrone. Nulla, ma proprio nulla a "Io e te" di Bernardo Bertolucci e a "La bella addormentata" di Marco Bellocchio. Non c'è un'ombra di premio né a un film comico né a una commedia, dai film di Alessandro Siani ai Soliti idioti. I pochi che hanno fatto quattro soldi in sala. Nulla anche ai pochi film di ricerca e di sperimentazione. Comunque, a leggere quest'elenco, poi non parliamo di rinnovamento del cinema italiano
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