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Marco Giusti per Dagospia
Ci voleva un film romantico a Natale. Anzi una bella storia d’amore che ci faccia piangere. Stavolta ci viene da un regista che non è mai stato portato per alcunché di romantico. Anzi.
Eppure “Le occasioni dell’amore”, che traduce il titolo originale “Hors-Saison” diretto da Stephane Brizé, regista di “In guerra” e “La legge del mercato”, che lo ha scritto assieme a Marie Drucker, presentato a Venezia addirittura nel 2023, naviga quasi nel territorio lelouchiano degli amori borghesi invernali o fuori stagione alla "Un uomo una donna", con tanto di tema d'amore accattivante al pianoforte di Vincent Delerm.
Diciamo che il Mathieu di Guillaume Canet è un attore belloccio di medio livello del cinema francese popolare, fidanzato con una anchor woman molto popolare, che gli sceglie anche i film da fare. Le regole sono chiare. Prima un film di genere, un giallo, poi il social movie. Ovvio. Fuggendo da una stagione a teatro che sarebbe stato per lui un passo in avanti, ha paura, non si sente adeguato, si rifugia in una specie di albergo di lusso sul mare del nord fuori stagione. Una tristezza.
E’ proprio lì, in un buco sconosciuto del nord della Francia che ritrova il suo vecchio amore di 16 anni prima, Alice, interpretata con grande intensità da Alba Rohrwacher, presentata nei trailer italiani come “la protagonista di L’amica del cuore”, che nel frattempo, dopo essere stata mollata malamente da lui, si è sposata un bruttacchione coi capelli rossi e ha avuto pure una figlia. Capita. Ma non è felice. Capita anche questo. Nemmeno Canet, in fondo, malgrado la moglie perfetta e una carriera avviata, è così felice. E la storia, come vuole la logica di tutti i film d'amore, riparte.
Anche con 16 anni di ritardo. Mathieu dovrebbe rientrare a Parigi, ma rimane lì. Da Alice. Alba Rohrwacher è bravissima nel dipingere con Alice un personaggio abbastanza originale di donna che si sente sfigata nella sua vita di provincia e passa da una insicurezza all'altra. Ha pure una scena di sesso non male. Canet, che i francesi vedranno oggi in sala come loffio Re Luigi XVI in “Le déluge”, è bravissimo nella prima parte dove recita da solo, ma si perde un po' nella seconda.
Non è facile per gli attori interpretare il vuoto degli attori. Si sentono sempre un po’ offesi. Mentre per Alba è più facile costruirsi un personaggio “normale”. Il film si vede con grande piacere, anche se ha forse troppi finali, troppa musica, troppe incertezze. A un certo punto scivola in una sorta di minidocu con un amore lesbo tra vecchie signore che non mi ricordavo più. C'è sempre tempo per amarsi. Vabbé. Lo sapevamo. Ma i due protagonisti sono bravi, credibili, il film è malinconico al punto giusto. Un piacere vederli. In sala da oggi.
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