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IL CINEMA DEI GIUSTI - AVETE TRENT’ANNI E NON AVETE ANCORA TROVATO UN MARITO? È UN PROBLEMA SE, COME IN QUESTO DELIZIOSO “UN APPUNTAMENTO PER LA SPOSA”, ABITATE A GERUSALEMME, SIETE EBREA ORTODOSSA, CERCATE UN MARITO EBREO ORTODOSSO, AVETE UNA MADRE PESANTE E UNA SORELLA PIÙ FRICCHETTONA
Marco Giusti per Dagospia
Avete trent’anni passati e non avete ancora trovato un marito? Non è un problema, vero? Lo è se, come in questa deliziosa, Un appuntamento per la sposa, diretto dall’israeliana Rama Burshtein, regista del già notevole La sposa promessa, avete trent’anni passati ma abitate a Gerusalemme, siete ebrea ortodossa, cercate un marito ebreo ortodosso, avete una madre pesante, amiche altrettanto pesanti e una simpatica sorella più frikkettona.
E questi giovani maschi ebrei ortodossi, con filatteri e cappellone nero, sono decisamente più nerd, più mosci, più mammoni dei nostri nerd, mosci e mammoni che giocano con la playstation o stanno fissi sui social.
Insomma, questa buffa e riccioluta Michal, ragazza ebrea di 32 anni, interpretata da Noa Koler, scopre che il suo promesso sposo, tale Gidi, non è innamorato di lei e quindi non la vuole più sposare. Disastro. A questo punto, però, invece, di rinchiudersi a casa piangendo, decide che si sposerà lo stesso alla data stabilita, prenota anzi una festa con 200 ospiti e pensa che dovrà proprio essere Dio a trovarle l’uomo della sua vita. In pratica, ha 22 giorni per trovare uno straccio di marito. Quello che segue, nel film, è una serie di buffi incontri che Michal fa con ebrei ortodossi che potrebbero sposarla, uno più disastroso e nerd dell’altro.
Quello che Rama Bursthein mette davanti allo spettatore è una galleria di maschi, anche belli, curiosamente quasi tutti più belli di Michal, ma di una mollezza totale. C’è quello sordomuto, quello che non riesce a sollevare lo sguardo per vedere la sua promessa sposa.
Disperata, Micha va anche a pregare sulla tomba di un venerato rabbino per sfogarsi. E’ proprio mentre si dispera che scopre, al di là del muro che divide le donne dagli uomini, da qui il titolo originale di Laavor et Akim cioè Attraverso il muro, un celebre e bel cantante israeliano, Yoss, che potrebbe essere la sua anima gemella.
E comunque la farà ridere. Ma non è certo così ortodosso come lei. Ovvio che tutto finirà bene, visto che è una commedia al femminile così ben costruita su un mondo dove le donne sembrano davvero divise dagli uomini da un muro. In sala dall’8 giugno.
Più forti e dominanti, ma non così felici. Non c’è però alcun sguardo satirico sui suoi personaggi, tutti trattati con affetto da Rama Burshtein, nata a New York ma ormai diventata di fatto israeliana e anche lei ebrea ortodossa. La cosa che stupisce è proprio che sembra una di quelle perfette commedie americane alla Nora Ephrom, per non dire uno di quei film yiddish newyorkesi anni ’30 con Molly Picon, solo trapiantato a Gerusalemme. C’è anche una grande colonna sonora da musicarello colto israeliano.
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