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Marco Giusti per Dagospia
Lucy di Luc Besson
Fatevene una ragione. Scarlett Johnasson è l’unica donna che nessun uomo riuscirà mai a possedere. L’abbiamo vista aliena composta da un viscido blob nero sotto la pelle che adescava i poveri scozzesi, Vedova Nera con superpoteri che ammazza tutti, voce del computer che fa diventare pazzo quel povero Joaquim Phoenix, adesso è l’eroina di “Lucy” di Luc Besson, una ragazzetta americana che grazie a una superdroga blu che le hanno infilato a sua insaputa nella pancia diventa capace di controllare prima il 20, poi il 30, poi il 40 per cento delle proprie facoltà mentali.
Non ha più sentimenti, anche se bacia così, a buffo, Pierre Del Rio, cioè Amr Waked, il macho poliziotto francese che cerca di aiutarla nella sua missione. Certo, si dirà, se sei così intelligente, perché fai un film con Luc Besson che non ne imbrocca uno buono da anni? Eppure questo “Lucy”, 40 milioni di dollari di budget e ne ha già incassati 124 in America battendo subito il moscio “Hercules” con The Rock, almeno per un’ora, prima che diventi una follia mistica alla “2001: odissea nello spazio”, e prima che Lucy arrivi al 100 per cento delle proprie facoltà, è un gran bel divertimento.
Quando cioè Scarlett si risveglia in una prigione con i coreani cattivi che se la vogliono fare in quel di Taiwan e da supereroina con superpoteri inizia a sparare a tutti. Poi si fa togliere dalla pancia la droga rimasta e intanto chiama la mamma in America e si mette a piangere. E il supercattivo è il geniale Min Sik Choi, l’eroe di “Old Boy”, una specie di Gigi Burruano coreano, magnifico.
E’ lui che controlla il traffico della droga blu che è stata messa nella pancia di Lucy e di altri quattri disgraziati che sono stati inviati in Europa. Lucy cercherà di recuperarli perché, grazie alla droga, vuole arrivare al 100 per cento delle sue facoltà e vedere un po’ che succede, complice il geniale professor Norman di Morgan Freeman. Sì, è un polpettone incredibile dove c’è di tutto, da “Leon” a “Nikita”, ma Scarlett come Lucy è magnifica e quando spara o blocca i maschi in aria solo con la forza del pensiero ci fa impazzire.
Min Sik Choi, il pessimo Mr. Jang, il Gigi Burruano coreano, è uno dei migliori cattivi che siano visti negli ultimi anni, e molte battute sono notevoli. “Preferisco arrivare tardi che morire”, dice il bel Pierre a Lucy mentre lei sta andando come una pazza contromano per le strade di Parigi. “Nessuno muore mai del tutto”. Si teme un sequel, ovviamente. Già in sala e già primo negli incassi della settiman
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